Un universo alieno, un universo altro, Xenoverso è il titolo del quinto album in studio di Rancore, che questa volta fa all-in e ci presenta un progetto talmente ambizioso che non poteva essere confinato nemmeno nell’universo conosciuto.
Rancore e uno Xenoverso dal cosmico all’intimo
17 tracce, una di inizio 2020, una di inizio 2021, una trilogia di inizio 2022, accompagnamento di Nayt e Margherita Vicario, 11 produttori, un numero imprecisato di universi.
Rancore non è certo rimasto fermo dal 2018, quando con Musica per bambini aveva pubblicato un disco compatto e appassionante, e ha tratto nuova materia creativa dagli sconvolgimenti mondiali e intimi del periodo recente.
Eventi assurdi come vedere Rancore a Sanremo nel 2019 e 2020, prima in coppia con Daniele Silvestri con Argentovivo e poi da solo con la traccia numero 13 del nuovo disco, Eden.
Due canzoni che, a prescindere dal risultato finale, segnano un unicum e abbagliano per coraggio e raffinatezza.
Proprio da Eden e dal suo confronto con la recente trilogia di brani-lettere del Rancore cronosurfista, si dovrebbe partire per evincere una prima divisione dell’album a livello musicale. La traccia sotto le mani di Dardust introduce uno scenario luminoso e abbacinante, dal carattere persino spensierato, inusuale nella musica del rapper romano, che solitamente predilige atmosfere agitate.
Al contrario Lontano 2036, Arakno 2100 e X Agosto 2048 premono su suoni al limite con l’industrial, stridii meccanici distanti dalla distensione delle note di Dardust o dalle melodie di Margherita Vicario, per evocare ansie e rivoluzioni sorelle degli scenari di Black Rain.
Il progetto di Rancore riesce a mantenere un corpo coerente, partendo dalle tonalità oscure di Ombra e della Trilogia appena nominata, ma anche di Guardie e ladri con Nayt, per ricalibrarsi su un sound cristallino, che si avvicina all’elettronica di Porter Robinson in Nurture.
La musica va poi di pari passo con i testi che toccano il cosmico e scendono nell’intimo.
Tempo sereno nell’universo
Il viaggiatore affronta crisi identitarie e si aggrappa alla musica per risalire: la rasserenante Questa cosa che ho scritto mi piace ne è un esempio:
Questa cosa che io ho scritto mi piace
e rispecchia bene questo giorno
io mi sento che ho fatto pace
con il mondo di merda che ho intorno.
Chiaramente, l’immersione in uno Xenoverso non si limita a questo e infatti ci possiamo trovare di tutto: da filosofi zombie a mondi a due dimensioni, da rapimenti dell’io a navi sotterranee.
Un artista che si impegna ad esplorare e riportarci il suo mondo è un’esperienza straordinaria, extraterrestre, che dovremmo essere onorati di poter fare. Per cui, grazie Rancore della musica e dell’ambizione.
Buon viaggio.
Foto di Giovanni Onofri