Vivere Gratis nella mente di Dio: con Slam, gg.Proiettili e Superfluido

Slam gg Proiettili

Ci sono giorni in cui cerchi canzoni, che poi non trovi”. Giorni privi d’ispirazione. Giorni d’attesa. E intanto che aspetti quel quid – che non arriva – si è fatto tardi. E la sveglia, domani, suonerà presto. Forse, ci carichiamo inutilmente di aspettative, e non sappiamo più cogliere l’attimo. Forse dovremmo imparare dai Superfluido. Trovare nell’istinto la chiave, e nella ‘presenza attiva’ una spiegazione (perlomeno accettabile). E – soprattutto – conferire centralità all’idea di ‘collettivo’: un insieme di persone che cooperano per un progetto comune, ma sempre libere e diverse.

Un approccio, se vogliamo, ‘anarchico’ (“perché anarchico significa cercare d’accordarsi”). In questo nuovo disco, Vivere gratis nella mente di Dio, uscito venerdì 28 Febbraio, quel progetto comune prevede due ‘protagonisti’ principali: Slam aka Hysteriack al microfono e gg.Proiettili alle basi.

Vivere Gratis nella mente di Dio. Slam, gg.Proettili e il “para-dadaismo”

Nota personale. In una delle tante chiacchierate fatte insieme a Slam (Matteo), che in sostanza toccano tutti gli argomenti senza mai arrivare a niente di concreto (le chiacchierate migliori) è uscito fuori spesso il discorso del ‘dadaismo’. Un riferimento artistico preciso e, in un certo senso, ‘spiazzante’ che caratterizza il rap dei Superfluido.

Il loro para-dadaismo (termine terribile, lo ammettiamo, la cui coniazione, tuttavia, si rende necessaria) è prima nelle intenzioni, e poi nello stile: è la ricerca di un’idea ‘comune’ all’interno di un genere di scrittura (il rap) innanzitutto soggettivo. In nessun altro genere l’artista e la sua materia sono così vicini. Nel caso di Slam, gg.Proiettili e, in generale, Superfluido come gruppo, c’è un ulteriore filtro tra i due termini, una leggera patina di casualità. Un tocco dadaista. L’istinto che, prepotentemente, irrompe in un discorso ragionato, dstruggendo (e ricostruendo) tutto.

in Zeri (traccia presente nel disco Oliva, di Grande Fumo) dicevo <metto baffi a sta scena de bimbi, sembro Marcel>… quindi Duchamps che fa i baffi alla Gioconda. Il fatto di fare una cosa in senso dadaista non vuol dire che la roba non ha senso o non si parla di un cazzo

Fare una cosa in senso dadaista, perché è l’epoca ad esserlo (incoerente, grottesca, inspiegabile) e viviamo ancora nelle contraddizioni- e nell’arte – del secolo scorso: se nulla ha senso, l’arte rispecchia questo nulla. Un nulla pieno di dubbi, spunti, rime e immagini. Un’opera – e un’operazione – dadista. Anzi, “Dadainsta”: immagini che apparentemente sembrano slegate, ma che fanno parte di un unico flusso – in quest’epoca così ‘visual’ – complesso, col suo carico di sfumature e dettagli. Un rap ad immagini, costruite alla ‘maniera dada’.

”Quanto ci vuole per rimpiazzare Dio?”

Vivere gratis nella mente di Dio non è un disco ‘semplice’: è un disco che, nonostante l’approccio dada di cui si fa ‘portatore’, si compone di riflessioni complesse e profondamente malinconiche (ragionate e patite), che richiedono attenzione e una notevole capacità d’ascolto. Un disco con un linguaggio a tratti troppo ‘auto-riferito’, forse, un linguaggio ai limiti del settario; ma è anche – e soprattutto – un disco di auto-analisi per fotogrammi: un disco che parte dalle sensazioni prima che dalle parole, e che riflette un processo di scavo autentico e originale.

La peculiarità di Vivere gratis sta tutta in questo scavo vorace all’interno di sé stessi per arrivare al cuore, all’essenza delle cose, e scattare poi una foto: ogni metrica è un flash, un’istantanea, un’ecfrasi vivida di un momento strappato al corso della vita.

 Passavo giornate sui mezzi/sogno del verde – che il mio paese lo trovi immerso, un bimbo che torna nel grembo/evoluzi.oni al livello che non faccio il pezzo a tema/ma è il tema che forse vale un terzo di quel che ci trovi in mezzo/carenze d’affetto curate pensando a me stesso/non me fa’ sentì egoista anche per questo – per favore… (Decisioni)

Il disco è ricco di queste immagini: immagini sparse da un’auto-analisi costante e spietata, incastonate in flussi mai banali, che oltrepassano – a tratti – anche la naturale scansione dei canonici quattro quarti. È il tentativo (coraggioso?) di fare un rap libero. Senza schemi.

Senza schemi

Vivere gratis nella mente di Dio è sia un disco, che un EP, perché combina la varietà e la sintesi: dodici tracce in meno di mezz’ora, ottimo lavoro nella produzione e nella ricerca dei campioni di gg.Proiettili e giusto dosaggio di featuring e skit.

”passo ancora in quella piazza mi sembra sempre più vuota/spero ci nasca qualcosa, credo che ad un certo punto si aprirà anche quella porta/lascio entrare che c’è dietro/e dai peso a ciò che conta, se sei un talento sai come ci si comporta” (Eminenza)

I pezzi che spiccano sono certamente Babele – Un brano che ha quel qualcosa in più, quell’alchimia nata tra la voce di Sacred Copia e il beat di Gigi -, Vivere Gratis (con Karlino Princip) e Nella mente di Dio. Dulcis in fundo, La domenica specialmente. La traccia conclusiva. Una traccia che sintetizza e descrive a pieno il lavoro sul sampling di gg.Proiettili e il lavorio metrico di Slam: lo scavo estremo, e la sua rappresentazione ‘senza schemi’. Cercare di evitare i punti di riferimento.

Sto senza schemi, facendo quel che voglio/co’ na canna in bocca, casa è vuota e non c’ho a chi passarla…

Ci sono quei momenti in cui ti senti in colpa pe’ i pensieri che hai fatto e manco hai scelto di fare, non è colpa mia lo giuro…

Vivere Gratis nella mente di Dio è questo: la lenta creazione di un’alternativa. Che sia nella musica, nella critica, nella vita quotidiana. Cercare di uscire dagli schemi. Poco importa se, per questo, ‘vivremo gratis’. Saremo veramente felici quando saremo tutti liberi, e diversi. “Perché Dio non gode, come una creatura”.