“L’amore finisce. Dio, che pensiero deprimente” (Woody Allen)
Triste soffermarsi su un addio, sulla fine di un’esperienza. Smettere di inseguire una passione è sempre traumatico, perché l’essere umano ha timore dell’ignoto. Anche se (di per sé) smettere, è un atto di estrema maturità. E poi: si tratta realmente di smettere? Con UNA, Giorno Giovanna – aka Callister, membro dell’ormai storico gruppo 13 Bastardi – ci prepara alla conclusione di un’altra pagina importante del Rap Italiano.
La seconda venuta di Callister A.D. sarà la sua – apparentemente – ultima fatica discografica. Una scelta istintiva, come le sue liriche, e un atto d’amore incondizionato: di chi preferisce il silenzio alle parole vuote, e alla ridondanza. Una scelta da ammirare e rispettare, nonostante la malinconia – e i pensieri deprimenti – che può suscitare. Inevitabilmente.
Una, Giorno Giovanna e la nuova venuta di Callister
“Passione, delusioni, disillusioni, sarcasmo, rinascita, radici, famiglia, romanticismo”: il nuovo disco di Giorno Giovanna, la sua ‘seconda venuta’ come Callister, sembra incentrarsi su un ritorno alle origini, a dei concetti chiave e basilari, che ce lo hanno fatto conoscere e apprezzare.
Per il suo grande addio, Giorno Giovanna/Callister ha scelto di anticiparci in questo modo ciò che sarà il tono del suo ultimo disco, uscendo con un singolo in collaborazione con i DNA, gruppo fondato – oltre che dallo stesso Callister – da Dope One, Dekasettimo e Fugo.
Scelta di continuità – il gruppo è da poco fuori con il primo album ufficiale, DNA, appunto – e di cuore, in quanto sarà l’unico featuring dell’album. Mi sia concessa una breve nota personale: il pezzo mi ha messo in difficoltà. Passando senza sconvolgere, o travolgere. Un buon rap, che ci (mi) riporta inevitabilmente indietro, a quello che era.
Ascoltando UNA, la prima cosa che lo scrivente ha fatto è stata andare a ri-ascoltare una pietra miliare del nostro genere: Persi nella Giungla. Discograficamente parlando (se si esclude Troppo…, che era un EP) è l’unico lavoro ufficiale dei 13 Bastardi.
Un super-gruppo fondato nella metà degli anni 90 dal producer Vinch, il quale ha avuto l’intuizione di riunire 8 mc’s diversi (per chiunque volesse, su YouTube è ancora presente un documentario bellissimo sui 13B, Vai mo’, dove si ripercorrono le loro prime tappe, arricchito da stralci di performance live e da interviste, casarecce, e interessantissime) con stile inconfondibili.
Riascoltarlo, anche a distanza di anni, non ne inficia lo spessore, l’originalità, la coerenza: dentro ci sono pezzi iconici (Come Napoli, P’a Robb, la title track Persi nella giungla), pezzi di stile (come Jamm o Ma che ne so, insieme a Dj Gruff e Dj 2Phast); pezzi liricalmente complessi e oscuri (come Solo Nomi, o Demoni) e pezzi provocatori (Nun’ è dett), fino all’estremo (Senza Offesa).
Un vero capolavoro del genere, nel quale emerge – senza nulla togliere a tutti gli altri – la voce e la personalità folle di Callister.
Una voce per le menti insane
Se nel suo primo disco ‘solista’ (L’avvento, uscito sotto il nome Fluxer, e realizzato insieme ad un altro pilastro del Rap Campano, Dj Tayone) emergeva una complessità e una profondità umana importante, con una sensibilità rara, nel disco con i 13B Callister dava sfoggio di una sana follia istintiva, assolvendo, col rap, a un compito non sempre eseguito, nel genere: parlare e rappresentare gli emarginati.
“Ferri, lame, sangue, puttane/una voce per le menti insane”
“Se guardi nel profondo dei miei occhi vedi che/ci sono brutti ricordi rimossi, generano luce…”
In pochi si sono assunti questa responsabilità: quello che potrebbe rappresentare un Pufuleti oggi – o un Mc BBo qualche anno fa – Callister lo è stato nei primi anni 2000. Al rap stilistico, e preso a bene, queste figure così ‘inquietanti’ (e così reali) aggiungono una pennellata in più, un tocco di realismo sempre ben accetto.
Poco importa a questo punto del brano, del disco, del passato. Figure come Callister/Giorno Giovanna sono fondamentali. Perché esprimono la nostra follia, le nostre ‘tacche’, la nostra tossicità. E noi, da ascoltatori, non possiamo che ringraziarli.