Il 31 marzo è uscito Habitat Cielo il nuovo lavoro di Silent Bob & Sick Budd, pubblicato per la Bullz Records e distribuito da Believe.
In occasione di questo evento, siamo stati invitati per un ascolto in anteprima e abbiamo avuto anche la possibilità di intervistare i due artisti, andando a toccare tematiche del disco e non solo…
Silent Bob & Sick Budd raccontano Habitat Cielo tra paure e tormenti
Ciao ragazzi, ci siamo già visti ai tempi di Piove Ancora, disco che ha riscosso un grande successo e che è stato ampiamente apprezzato sia dalla critica che dai fan: come avete vissuto questo periodo e come ve la state vivendo attualmente?
Silent Bob: «La stiamo vivendo sicuramente bene; rispetto a prima siamo molto più liberi e il disco è uscito dettato dalla forte esigenza di fare musica. Dall’altra parte, però, usciamo fuori da due anni che ci hanno cambiato perché sono cambiate le cose intorno a noi…»
Sick Budd: «Fino a questo momento c’è stata una condizione di chiusura totale: non potevi uscire, fare live… Poi, quando abbiamo fatto le prime date, abbiamo sentito una nuova linfa vitale che ci ha dato lo stimolo per iniziare a creare e, piano piano, ci siamo messi sulla strada di questo nuovo disco, costruendolo con calma, senza fretta».
Il tour vi ha dato, quindi, la giusta carica per strutturare in maniera diversa il disco?
Silent Bob: «Sicuramente. Ho notato anche che la mia musica ai live finisce per creare una dimensione corale e le emozioni e le sensazioni sono davvero fortissime».
Per quanto riguarda Bussola, primo estratto di questo nuovo progetto, all’interno vi percepiamo quanto ognuno di noi debba ritrovare la propria bussola. Questo periodo è stato di aiuto per cercarla?
Silent Bob: «Onestamente non saprei. La traccia parla anche di questo, di provare a cercare sé stessi. Succede, poi, di trovare davvero quella che ti sembra essere la cosa migliore e più giusta, ma che poi, per qualche motivo non lo è più. Questo è quello di cui raccontavo, di una cosa talmente mutabile che ormai nemmeno mi permette di rendermi conto di essere arrivato alla fine, o che quella sia la mia forma finale. Quindi, mi rimetto in viaggio costantemente verso qualcosa di nuovo e diverso, a volte, con la necessità di fare anche un passo indietro. Devi farti guidare dalle emozioni e dalle sensazioni che ti passano per la testa, insomma…».
Durante la press conference raccontavate di come questo lavoro abbia un sacco di influenze musicali e della sua particolarità; quale pezzo vi ha emozionando particolarmente?
Silent Bob: «Mamma Ho L’ansia. Entrambi abbiamo vissuto un momento molto turbolento e con questa canzone abbiamo davvero rappresentato quello che avevamo in mente, seppur su un beat e con un testo differenti dalla nostra roba solita».
Parlando proprio della stesura di questo pezzo: Bob, ti è servita per esternare il tuo stato d’animo in preda a questa emozione o l’intento era di far arrivare un messaggio forte al tuo pubblico?
Silent Bob: «Per me è stato proprio parlare di quello che avevo dentro. Quando sei in una condizione tanto forte, pensi di essere l’unico in balia di determinate sensazioni ed emozioni…Ora che la traccia è uscita, tanta gente mi ha scritto dicendomi che ci si ritrova appieno e mi spiega i propri turbamenti e mi sono detto: “cavolo, abbiamo vissuto tutti la stessa identica situazione”. Io parlo sempre di molte cose in maniera soggettiva, come nelle mie canzoni passate. Comunico attraverso le mie immagini, ricordi e sensazioni e poi la musica e la creatività ci permettono di comprendere che siamo tutti uguali, perché tutti proviamo le stesse cose».
Budd: hai lavorato, allo stesso tempo, all’ultimo progetto di Egreen. Come hai vissuto il dover lavorare a due dischi contemporaneamente? Uno ha influenzato l’altro o sono stati due percorsi completamente distinti?
Sick Budd: «Ho lavorato ai due progetti in maniera molto distinta ma con la stessa attitudine. I progetti, infatti, hanno un sound differente ma sono entrambi “sporchi”. Ed è questo quello che voglio fare: musica un po’ sporca, grezza… Realizzare i dischi nello stesso periodo non è stato un problema, alla fine so che ogni cosa ha il suo bacino di utenza. Per me l’importante in questo momento era fare».
Come mai la decisione di non inserire featuring all’interno del progetto? Pensate che nessuno potesse esprimere al meglio quello che avete deciso di raccontare nel disco?
Sick Budd: «In realtà ci siamo avvicinati a qualche artista per capire se si potesse fare qualcosa insieme per questo disco ma, nonostante abbiamo notato un grande rispetto e disponibilità, data anche la nuova modalità in cui ci siamo presentati questa volta, abbiamo dato priorità a quello che volevamo fosse il disco così come lo sentite oggi».
Silent Bob: «Esatto. Piuttosto che chiudere un feat. giusto perché bisogna mettere un nome, allora abbiamo preferito evitare. Ti dirò anche che a me non risulta scandaloso far uscire un disco senza feat. Penso che sia molto bello che un artista affermato ad un certo punto rilasci un disco interamente suo. Tra i miei dischi preferiti, infatti, ci sono quelli in cui gli artisti, senza inserire collaborazioni, fanno il proprio viaggio e arrivano alla loro personale fine».
Ultima domanda: con la consapevolezza che avete ora, dopo aver pubblicato due dischi importanti, cosa direbbero Edoardo e Jacopo ai loro stessi di cinque anni fa?
Sick Budd: «Fai quello che vuoi e sentiti libero di sbagliare».
Silent Bob: «Anche il consiglio che darei al vecchio Edo è: consentiti di sbagliare».
Dopo due anni caratterizzati da ansia e solitudine a causa della pandemia, Edoardo e Jacopo ci hanno regalato un disco intimo dove si mettono completamente a nudo, tra insicurezze e paure. Non mancano, però, parentesi più positive che contribuiscono a creare un mood vario all’interno progetto.
Habitat Cielo riesce non solo a colpirci, ma ad impressionarci.
Date del tour esclusive:
- 12 Maggio – Roma
- 19 Maggio – Milano
Clicca qui per ascoltare il disco.