“Io sono un uomo malato, astioso. Sono un uomo malvagio. Credo di essere malato di fegato. Del resto non ne so un accidente della mia malattia e non so neppure esattamente cosa mi faccia male” (Fedor Dostoevskij, Memorie dal Sottosuolo). È un piovoso lunedì di dicembre. Un cielo grigio e bisogno d’ozio. La saturazione culturale intasa il quotidiano. Dischi da ascoltare, da recensire, da capire. Qualcuno, è inevitabile, da scoprire. E l’uomo scopre quello che l’algoritmo tende ad occultare. Scavando tra le pieghe nascoste dell’Underground italiano, ecco emergere, dal buio, Dove comincia la notte: il nuovo disco di Sick Damn, rapper e produttore romano. Un rap oscuro, cattivo, reale. Per uditi preparati ad un viaggio nelle tenebre.
Dove comincia la notte e dove comincia Sick Damn
Breve introduzione per i lettori di Rapologia. Per chiunque di voi fosse digiuno dell’Underground Romano e non lo conoscesse, Sick Damn è l’esempio più classico del self-mad man: oltre a scrivere – e ovviamente a reppare quello che scrive – Sick si produce, si registra, si missa tutto da solo, in casa (realizzando, per sé – e non solo – anche le grafiche).
Il suo stile è distinguibile e riconducibile a determinati ‘filoni’ e fonti d’ispirazione che hanno fornito inchiostro alla sua penna (sempre prolifica): immaginario ‘horror’; citazionismo e knowledge Hip Hop purissima; metriche ‘quadrate e un gusto preciso, serio (a tratta, quasi ‘serioso’).
Queste caratteristiche, seppur non racchiudono in toto il suo mondo – complesso, vivo, reale – ne delineano in maniera nitida i suoi interessi, gli spunti principali. Principi chiari, che caratterizzano la sua biografia artistica.
Biografia segnata dalla prolificità: negli ultimi anni, Sick Damn ha prodotto un’impressionante quantità di lavori – sia come rapper (e produttore di sé stesso) che come producer di amici e colleghi – che si collocano a pieno titolo nel Rap più Hardcore e Underground;
Dagli album più recenti e maturi – come Radio Ramirez, In me la notte non finisce mai, Inverno dello scrivere nemico – a quelli più ‘vecchi’ e istintivi – da Fat Rap, insieme a Dj Elle, fino al primordiale Stanco Morto Mixtape – il suo rap si distingue per quella sua nota ‘notturna’ e oscura propria dell’Hardcore Hip Hop, che ha i suoi padrini e originatori (italiani e americani).
Anche se in quel filone Sick ci è sempre stato in maniera personale, con Dove comincia la notte si compie un ulteriore salto in avanti: alle metriche quadrate e tetre che gli sono proprie, in questo disco aggiunge una pennellata in più: una sfumatura decisiva di poeticità – oscura e istintiva, autentica, bukowskyana – che nei lavori precedenti, forse, mancava.
Sangue, violenza e flow
Dove comincia la notte è, ovviamente, un disco notturno: sepolcrale, diaristico. Una sorta di memorie dal sottosuolo/underground Hip Hop. Un tributo alla notte (intesa in senso ampio, esistenziale) e ai suoi cantori: da Lou X a Joe Cassano (per il Rap); dal Wu Tang Clan ad MF DOOM fino alla lezione più innovativa del mondo Griselda(per la produzione).
“Tu saresti capace di piantare tutto e ricominciare la vita da capo? Di scegliere una cosa, una cosa sola, e di essere fedele a quella? Riuscire a farla diventare la ragione della tua vita? Una cosa che raccolga tutto, che diventi tutto proprio perché è la tua fedeltà a farla diventare infinita? Saresti capace?…”
Un disco prodotto quasi interamente da sé stesso, per sé stesso, con una scelta ponderata di featuring. Un disco con i suoi punti deboli (un po’ troppo unidirezionale, con quasi nessuna ‘variazione sul tema’ notturno, che potenzialmente può ricoprire una vasta gamma di suoni e ‘nuance’) e con una serie significativa di punti forti.
I ‘picchi’ li fanno raggiungere – a nostro avviso – pezzi come No hope (un pezzo che riprende il ritornello degli Articolo 31 in Gente che Spera per stravolgerlo ed adeguarlo ai tempi; pezzo arricchito, poi, dagli scratch finali di Clas K):
“Noi, nessuno che spera,/ cercando la felicità, in ciò che n’se spiega, n’se spiega, n’se spiega, n’se spiega/Noi, cannoni la sera/fottendo queste Autorità, fanculo a sta’terra, sta’terra, sta terra, sta terra…”
Avvocato e Per i figli di puttana (con due bellissime produzioni ed altrettanto bellissime skit introduttive); Dance again, Tugging spirits, Father Karras make me do it. Episodi riusciti meglio in un quadro tuttavia coerente e ‘potente’, dalla prima all’ultima strofa.
Coerenza e potenza rafforzata dalla scelta dei feauting: da Lise (andate a recuperarvi Da Specialist’s!!) a Slim Not; da Robe One a Cannas Uomo; da Sillamandria a Doc One LOVE. Tutti a proprio agio e in palla, per un disco notturno e hardcore, ma poetico e lucido. Una mattonata in faccia, che è un sollievo.
Piccola nota finale: per i feticisti del ‘fisico’, Sick Damn ha stampato, in edizione limitata, le cassette (tape) di Dove comincia la notte, con la grafica in A5 di Robe One e arricchito da tre nuovi brani: il rmx di Avvocato (il pezzo forte del disco), l’inedito Come nelle jam e un pezzo a sorpresa.