L’artista drill di Brooklyn, Sheff G, ha pubblicato One And Only, il suo secondo mixtape.
La drill di Brooklyn continua a rappresentare uno dei movimenti più interessanti e fertili del rap in questi mesi, con l’uscita del mixtape One And Only di Sheff G che ha seguito 800 BC di Fivio Foreign (3 maggio), e Boy From Brooklyn di Smoove L (10 maggio). Sonorità che abbiamo trovato anche nell’ultimo album di Lil Tjay, escluso dall’elenco perché nativo del Bronx (anche se collabora molto frequentemente con artisti di Brooklyn) e in brani di “giganti” come Drake e French Montana.
La musica di Sheff G merita comunque una menzione per il suo valore, al di là della “fortuna geografica” di trovarsi nel quartiere giusto al momento giusto. Fare premesse sul contesto è però necessario: sia per collocare l’artista e comprendere alcune delle cose che racconta, sia perché Brooklyn è parte integrante della sua musica e dei suoi testi.
Innanzitutto definirsi “L’unico e inimitabile” nel titolo del proprio secondo mixtape è una cosa che può far sorridere l’ascoltatore medio* che si prepara mentalmente a una fitta scarica di autocelebrazione infondata. L’affermazione va pesata e filtrata: Sheff vuole dire di essere l’unico, nel senso del primo che ha iniziato a portare in alto il genere ed il quartiere (anche in riferimento al beef con 22Gz, di cui abbiamo parlato qua). Una dichiarazione che vuole anche aggiungere velatamente che solo chi viene da Brooklyn può fregiarsi legittimamente di questo suono e questa attitudine.
*L’ascoltatore abituale di rap americano invece rimane probabilmente indifferente, vista l’imbarazzante deriva di tutti i rapper emergenti di New York che si definiscono “re della città”. E, aggiungo, lo stesso giorno Polo G (classe 1999) ha pubblicato il suo secondo album chiamandolo G.O.A.T.
One And Only
One And Only contiene dodici tracce, è un lavoro di squadra con il produttore Great John che si è occupato di tutte le strumentali. Solamente tre featuring: due con Sleepy Hallow, amico della prima ora di Sheff, e uno con Young AP. Nel complesso è un lavoro molto coerente come sonorità e atmosfere che sono perlopiù riflessive e narrative.
Sheff G rappa molto bene e, soprattutto quando la base corre, riesce a incastrare rime trascinanti e coinvolgenti (No Suburban Pt 2 e Lil Big Bro Shit su tutte). Un suo limite, a mio parere, è l’essere abbastanza poco riconoscibile con un timbro vocale che ricorda gli artisti grime e un flow abbastanza tradizionale.
Al di là del gusto personale, al momento, tra gli artisti drill sono emersi maggiormente quelli con uno stile molto personale e riconoscibili (al limite del freak). Basti pensare alla voce inconfondibile di Pop Smoke o allo stile di Fivio Foreign con i suoi ad-libs molto personali.
Il tempo ci farà sapere chi avrà più successo e attestati di stima, è difficile valutare la qualità di artisti con così pochi anni nel “game”. Oltre al fatto che la “valutazione” ha relativamente poco peso rispetto ad altri fattori come il gusto personale o il saper comunicare un personaggio.
Si è bravi facendo cose diverse rispetto agli altri o si è bravi facendo meglio degli altri le “stesse cose”? Sicuramente Sheff G non è lo one and only del rap game, probabilmente mai lo sarà, ma vale la pensa ascoltarlo.