Perchè XDVR di Sfera Ebbasta è un disco fondamentale per la scena attuale.
Parlare di Sfera Ebbasta è sempre rischioso, il suo essere così tanto mediatico, l’ha reso particolarmente divisivo all’interno dell’ambiente rap e non. C’è chi lo vede come il rappresentante di tutti i mali della musica italiana e chi lo incensa come colui che è riuscito a portare il rap italiano, da fenomeno di provincia a prodotto globalmente fruibile. Non c’è via di mezzo. De gustibus non disputando est.
Al di là delle opinioni personali ci sono i numeri, che lo consacrano come un personaggio di assoluto rilievo per la scena. Di conseguenza è giusto fare i conti con la sua presenza e trattarlo con il massimo rispetto che si deve a qualsiasi artista.
La sua figura negli ultimi anni è esplosa in modo così fragoroso da rendere offuscata la visione dei suoi inizi. Per questo è necessario andare a rivedere chi era Sfera Ebbasta e perchè adesso lui è Sfera Ebbasta e gli altri non lo sono.
Per davvero
L’orgine dello tsunami ha coordinate spaziali e temporali precise, Cinisello Balsamo (periferia a nord di Milano), anno 2015. La data di uscita di XDVR di Sfera Ebbasta
Come in qualsiasi narrazione hip hop che si rispetti, anche quella di Sfera è una storia che parte da una marginalità. La sua marginalità è la periferia che è riuscito a descrivere in modo nitido e preciso, con una chiave di lettura completamente diversa rispetto a tutti quelli che facevano rap in quel periodo.
Offuscato dai fumi di montagne di erba e da litri di lean, la sua periferia alterna colori diversi che vanno dal grigio dei palazzi, al verde dell’erba che fumano lui e i suoi amici, al viola della codeina mischiata alla Sprite. Vestiti sgargianti e tamarri di una generazione cresciuta su internet, con tratti identificativi precisi come il classico borsello, la fissa delle Nike e le marche di lusso. Il mondo che va a caratterizzare è tanto crudo e spietato quanto colorato, con un forte contrasto tra ciò che accade nel blocco (termine approssimativo che uso in modo generico) e i sogni a cui anela il giovane rapper. Il diretto erede del lato più pulp dei Club Dogo.
XDVR di Sfera Ebbasta ha i suoi numi tutelari in Rick Ross, Lil Wayne e tutta la trap americana che va da Atlanta a Chicago, assieme ad una profonda assimilazione della scena rap Francese, vedi Booba (e non è un caso che adesso Sfera vada fortissimo proprio in Francia). Con un pantheon di maestri del genere, il rap che ne scaturisce non può che vedere nelle melodie e nell’ego trip il suo leitmotiv. L’esaltazione della periferia ma anche il desiderio di scappare da essa, la passione per le droghe e per le donne.
Tutti questi sono i motivi cardine attorno ai quali ruota il messaggio che lancia Sfera, e il suo messaggio è immediato. Ogni suo brano è preciso e calcolato, non ci sono altre chiavi di lettura nelle sue canzoni e ogni messaggio è reso ancora più preciso e immediato dalle produzioni di Charlie Charles.
Charlie Charles è l’altro 50% del progetto, forse anche di più. La sua presenza è stata ed è fondamentale per la scalata del rapper di Ciny per il successo. Le produzione scelte per “XDVR“, avevano bassi profondi, autotune, batterie elettroniche e tutto l’armamentario necessario per riproporre con stile e qualità tutte le influenze sopra citate. Il risultato è un disco oscuro, per niente felice, lontano dalla figura dal player patinato a cui è associato oggi.
“Tu non capisci, parlo di storie di g, dentro le Nike Tisci
Palazzi di 15 piani, in 15 in 15 metri quadrati
Per questa roba tagliati, tagliano roba per gli altri, portano tagli sui bracci
E tutti i miei bro, ti guardano male ti rigano il Porsche
Sognano piste a Courmayeur, ma tiran piste in curva nord
E dimmi cosa cazzo ti guardi, vieni che ti spengo un po’
C’ho tutto quello che ti serve nella mia felpa di Burlon”
Charlie Charles è riuscito a dare un’identità precisa a quel progetto, che si andava a distanziare da tutte le uscite del momento, fu l’inizio dello tsunami. Per questo ora siamo qui a parlare di Sfera Ebbasta e Charlie Charles, per questo loro sono arrivati dove sono e gli altri no. La loro forza fu di riuscire a riempire un buco, a raccontare la periferia in modo nuovo e diverso, raccontando un nuovo pubblico che si stava affacciando al genere.
Il pubblico di ragazzi cresciuti come loro, come loro figli di internet, di colori e immaginari psichedelici, cresciuti in situazioni dove droghe di ogni tipo si consumavano o delle quali sentivano parlare in continuazione. Un nuovo modo di fare rap, più semplice, meno articolato e tecnico, più party che mantenesse quella realness che ad ogni testa Hip Hop piace sempre. XDVR di Sfera Ebbasta fu questo e fu anche altro, perché introdusse Tedua e Izi al pubblico di Milano e aprì le porte per quella che si può tranquillamente definire come una sorta di nuova Golden Age del rap.