Il rap italiano sta vivendo una fase di riflessione profonda, in cui alcuni dei suoi rapper più celebri mettono in discussione il sistema tradizionale delle major. Le critiche alle logiche del mercato discografico e la voglia di indipendenza emergono nei testi e nelle interviste di artisti come Marracash, Vegas Jones, Izi e Guè. Se il 2025 segnerà una svolta definitiva, è ancora tutto da vedere, ma il desiderio di libertà creativa potrebbe ridisegnare il panorama musicale dei prossimi anni.
Marracash, Vegas, Guè, Izi: il 2025 è l’anno della fuga dei rapper dalle major?
Da un mese a questa parte abbiamo sentito alcuni sfoghi o semplici considerazioni che ci fanno rispondere sì alla nostra domanda.
Il primo è stato a fine 2024 quando Marracash, in Power Slap, criticava fortemente gli standard delle major, con mosse tutte uguali – Remaster, remake, reunion, reboot – e brani con gli stessi feat e con gli stessi autori ovunque, concetto ribadito tra l’altro nella successiva Crash.
Ad inizio anno, invece, Vegas Jones ha pubblicato a sorpresa sui social un brano inedito in cui emergono i problemi avuti con la label e il suo manager, un rapporto conflittuale che sembra aver inciso profondamente sul suo percorso artistico e da cui pare totalmente intenzionato a prendere le distanze.
Pochi giorni dopo è il turno di Izi in Senza Tempo, il nuovo singolo di Sick Luke. Qui il rapper ligure ci tiene a sottolineare la falsità dell’ambiente in cui lavora, il suo menefreghismo nei confronti delle logiche del mercato, a discapito di quello che invece vorrebbero major come Sony o Universal:
Non c’entra Sony o Universal, sono universale
L’ultimo di questi esempi più recenti è l’intervista di Guè a GQ. Qui, l’autore di Tropico Del Capricorno, si definisce più sereno all’idea di lavorare in piena libertà, senza lo stress o l’ansia da prestazione. Non va molto nel dettaglio, ma la frase dopo lo conferma:
Adesso voglio capire questo disco, poi sicuramente dopo fare musica, fare rap come piace a me. Ora devi cercare di compiacere, io invece voglio cercare una cosa che nel suo genere sia oggettivamente figa
Guè, oltre al disco, afferma di avere novità per questo 2025, forse a partire di quella misteriosa Oyster Music Inc, per cui uscirà l’album (assieme a Island) e che si dice possa essere la sua label personale. Con questa probabilmente il rapper dei Dogo non dovrà più fare robe con influenze pop per vendere, totalmente consapevole di quanto possa fare con progetti 100% rap, vedasi Fastlife 4. Nel corso dell’intervista, infine, ricorda come all’estero rapper forti abbiano mollato le major senza pentirsene, anzi.
Che il 2025 sia quindi un anno di transizione e dal 2026 avremo rapper da grossi numeri e grosse barre più indipendenti e lontani da queste dinamiche? Il genere potrebbe giovarne, la cultura pure.