Il rapper newyorchese Hus Kingpin rilascia Portishus, un album molto personale nonostante la presenza di diversi ospiti al suo interno.
Portishus è il nuovo album di Hus Kingpin, uno dei talenti più rilevanti della new old school con base a New York. Nonostante di anni ne siano passati parecchi – così come le influenze che hanno dirottato verso porti nuovi il genere – chi rappa a New York lo fa sempre guardando ai suoi mostri sacri, che portano spesso il nome di Notorious BIG, di Jay-Z, di Nas o dei Mobb Depp. Hus Kingpin in questo non fa eccezione, nonostante la sua carriera sia partita molto lontano dalla Grande Mela, per la precisione a Tokyo, dove ha realizzato i suoi primi progetti sotto la super visione Goon Trax Label prima di collezionare nuove esperienze da indipendente in label svizzere (Feelin’ Music) e tedesche (Melting Pot Music).
Il rap di Hus Kingpin è composto da una formula molto semplice composta da barre e sample, ai quali aggiunge una forte dose di struggle e di malinconia dalle tinte dark. Probabilmente queste vibes sono state frutto della sua esperienza giapponese, che gli ha permesso di collaborare con un guru della produzione orientale come Nunjabes, che lo ha reso abile nel mischiare a delle produzioni jazz un timbro molto caldo ed incisivo. Di queste peculiarità se ne è accorto poco tempo dopo anche Roc Marciano – che è forse il vero motivo per cui oggi possiamo godere di questa nuova scuola così fedele alle sue radici – che ha permesso a Hus ed alla sua crew composta da Smoovth, Rozewood e Marvelous Mag di realizzare The Cognac Tape con dei produttori illustri come gli Snowgoons e Khrysis.
La discografia di Hus Kingpin è già ricca di progetti, grazie alla sua consueta abitudine di rilasciare diversi mixtape ed EP oltre che a dei corposi album ufficiali. Portishus fa infatti seguito ad un 2020 importante per il rapper newyochese – che ha rilasciato due progetti di indubbia qualità come The Hidden Mask e Threesome – e sembra che con questo disco sia definitivamente pronto ad iscrivere prepotentemente il suo nome nella intricata mappa degli artisti newyorchesi. Il nuovo disco – che propone una cover minimale dalle tinte blu marino – è ispirata al gruppo trip-hop britannico dei Portishead, tra i primi a sperimentare con successo delle sfumature minori e meno diffuse del genere e coltivando quello che ad oggi è un vero e proprio genere a parte. Proprio come il rap di Hus Kingpin e di Portishus, anche i Portishead erano soliti ispirarsi a delle ambientazioni noir, che prendevano vita grazie al frequente uso di campionamenti ma soprattutto grazie alla voce profondamente “sofferente” e dall’impostazione blues della sua frontman Beth Gibbons.
La stessa Beth Gibbons ha una traccia omonima dedicata all’interno di Portishus – così come il rapper newyorchese Kool Keith – che in 20 tracce propone su delle atmosfere soulful e jazz la visione delle cose di Hus Kingpin tra momenti più street (spesso condivisi con i tantissimi ospiti presenti nel disco) ed altri più intimi e personali. Quel che infatti emerge lungo i 60 minuti di ascolto – anche questa una scelta lodevole – è che il rap di Hus Kingpin abbia ormai trovato una direzione certa sia a livello stilistico che musicale. Lo dimostrano praticamente tutti i brani solisti del disco (Meet The Poet, The Gram Tape ) ma anche alcune collaborazioni particolarmente riuscite, come The Heroes assieme ai già noti Ransom e Willie The Kid o la doppia collaborazione con uno dei partner di lunga data Roc C.
Come è solito fare per tutti gli artisti Hip-Hop del nuovo underground, anche Portishus avrà delle edizioni speciale in vinile ed in cd, ordinabili direttamente dai profili ufficiali dell’artista. Un’occasione che – chi ama questo rap – non può certamente lasciarsi sfuggire, nonostante i costi e nonostante i tempi di attesta che in questo periodo saranno notevolmente più lunghi.
Puoi ascoltare Portishus di Hus Kingpin qui: