Nel 2004, un giovane rapper milanese portava il rap italiano in territori non così tanto esplorati, raccontando una città cruda e autentica attraverso il suo album di debutto, Mondo Marcio. Vent’anni dopo, quel disco è un pezzo di storia, capace di riunire due generazioni di ascoltatori sotto lo stesso tetto: quello del Gate di Milano, con due serate sold out che hanno celebrato non solo un anniversario, ma anche l’impatto duraturo di un’opera che ha segnato la scena ai tempi.
Abbiamo incontrato Mondo Marcio per parlare di evoluzione artistica e nuovi traguardi, a partire proprio da quel palco e da quelle tracce che, ieri come oggi, sanno ancora emozionare molti.
Intervista a Mondo Marcio: dal 2004 al Gate, un cerchio che si chiude
Partiamo dalle date al Gate. Come è stato nel 2024 suonare dal vivo un album che hai scritto e prodotto 20 anni fa?
«A dir poco emozionante, un bel giro di boa e una bella chiusura di un cerchio. Mi ha dato nuova fame di nuovi traguardi».
Secondo te il Mondo Marcio del 2004 avrebbe mai pensato di fare due sold out in un locale come il Gate?
«Decisamente no».
Mi ricordo i tempi in cui è uscito questo disco. Eri una delle novità per chi ascoltava il rap in quegli anni. Tu come ti sentivi rispetto a chi c’era nella scena?
«Non mi sono mai messo a paragone, ero tanto concentrato su raccontare la mia storia».
Tieni Duro è una traccia da brividi, ieri come oggi. Qualcuno ai tempi mi ha anche detto di aver pianto la prima volta che l’ha ascoltata. Ti ricordi quando l’hai scritta? Quanto sei legato a quel brano?
«Ci sono molto legato, mi sono aperto tantissimo su quella canzone e sono felice abbia toccato così tante persone. È stata anche la prima volta che il rap è tornato in radio dopo tanti anni».
Non è da tutti fare un album di debutto di questa caratura, tra l’altro autoprodotto. Ti ritrovi ancora nel Mondo che avevi racchiuso in questo disco?
«No, sono cresciuto molto, cambiato molto. Ma l’amore per la musica è cresciuto con me».
Ti senti ancora tutta Milano addosso come dicevi in Questi Fantasmi?
«Fortunatamente no».
In quel disco c’era molto odio: come si è evoluto in questi anni e come ti senti adesso?
«Certe cose ancora mi fanno incazzare , ma la musica è sempre terapeutica, è una grande risorsa per me».
Cosa dobbiamo aspettarci dal tuo prossimo album e dalla data del Fabrique dell’anno prossimo?
«Se te lo dicessi che sorpresa sarebbe ? 😉 Sicuramente la data al FABRIQUE sarà leggendaria, tengo tantissimo alla performance che lascio al mio pubblico, amo dare il massimo dal vivo. E il disco e’ a un livello molto, molto alto. Sto lavorando con un team che mi aiuta a essere in una zona creativa molto ispirata e la penna e’ molto calda. Non posso dirti di più!»
Aspettando allora che esca ci riascoltiamo volentieri ancora una volta Mondo Marcio: