Con questa recensione, vi abbiamo detto la nostra su Good News di Megan Thee Stallion.
Artisti come Megan Thee Stallion non capitano molto spesso. Artisti che non solo sono in grado di imporsi grazie al proprio talento, ma che si ergono anche a portavoce di un forte messaggio culturale e sociale.
Quando i media hanno parlato della vicenda Tory Lanez, è emerso con chiarezza il modo disgustoso con cui questi sono soliti trattare le donne afroamericane. Il linguaggio usato faceva, infatti, pensare che la sparatoria fosse solamente “la versione di Megan” e non l’”unica e possibile versione” di quanto accaduto.
La rapper texana ha quindi colto l’occasione per dedicare un pensiero alle donne come lei, spesso dimenticate e maltrattate dalla società. Il risultato è stato un potente videomessaggio lanciato dal New York Times, con il quale l’MC ha alzato la voce contro queste ingiustizie: “non ho paura delle critiche. Protect Black Women non dovrebbe dare adito a controversie.”
Questa è la cornice in cui si inserisce Good News, l’album di debutto di Megan Thee Stallion. Il disco chiude un anno fatto di alti e bassi per la rapper: due #1 nella Billboard Hot 100, collaborazioni con Beyoncé e Cardi B ed un EP di successo sono andati, infatti, di pari passo con dispute legali e con la controversia sopracitata.
“In un anno in cui le brutte notizie hanno dominato ovunque, era ora che qualcuno ne portasse di buone” – queste le parole con le quali la rapper ha spiegato il significato del titolo. “E chi se non io, Megan Thee Stallion, poteva portarvi buone notizie?”
Coeso ed eterogeneo allo stesso tempo, il debutto di Megan Thee Stallion ci mostra una versatilità inedita da parte della rapper.
Il progetto si presenta come solido e coeso, anzitutto grazie alle produzioni. Il sound di Good News è più maturo e variegato rispetto ai precedenti sforzi discografici di Megan, risultato della sua collaborazione con produttori differenti.
Quello che però lo rende un album degno di nota è il contributo della rapper stessa. Megan Thee Stallion è la protagonista indiscussa dalla diss track Shots Fired fino all’elettronica Don’t Stop. Né le basi e tanto meno gli ospiti mettono in ombra la padrona di casa, che ci regala un’ottima prova.
Altra nota di merito è l’eterogeneità della musica rappresentata da alcune piacevoli sperimentazioni ed incursioni in altri territori sonori. L’r&b di Freaky Girls, la dancehall di Intercourse e il pop di Don’t Rock Me To Sleep possono piacere oppure no, ma costituiscono indubbiamente la prova di una versatilità che la rapper ha sfruttato molto poco fino ad ora.
Good News è veramente un album superficiale?
Alcuni potrebbero rimproverare a Megan di non aver dato vita ad un progetto profondo e personale. Di fatto, bisogna ammettere che Good News non ci fornisce dettagli sulla vita privata della rapper, concentrandosi piuttosto sulla celebrazione della libertà sessuale.
È però questa la forza dell’album: Good News è, infatti, una dichiarazione di indipendenza. Per tutta la durata dell’album, la rapper reclama con fierezza il proprio diritto a mettere in mostra il proprio corpo, a fare la musica che le piace e a vivere la vita che preferisce.
In un’epoca in cui queste cose non sono scontate per le donne, il disco della rapper texana è uno schiaffo ad una società che per troppo tempo ha imposto a queste comportamenti e scelte di vita. Potente come quello di Hard Core, il messaggio di Good News arriva forte e chiaro all’ascoltatore fugando ogni dubbio sulla sua superficialità: Good News, infatti, non è superficiale perché il messaggio veicolato non lo è.
Megan Thee Stallion è destinata a restare e sono sicuro che Good News è solamente il primo di una lunga serie di successi.
Siete d’accordo con la nostra recensione di Good News di Megan Thee Stallion? Fateci sapere la vostra nei commenti dopo aver dato un ascolto al disco su Spotify!