Alla scoperta di Lil’ Kim, la rapper preferita di Notorious B.I.G.
Quando pensiamo alla musica rap degli anni ’90, i nomi che ci vengono in mente sono tutti maschili: Biggie, Pac, Jay e Nas sono sono alcuni dei rapper che hanno fatto la storia lasciando un’impronta indelebile nella mente delle persone. Tuttavia, spesso ci dimentichiamo di ricordare che anche grandi donne hanno dato il proprio contributo nella costruzione del mondo hip hop, regalandoci album indimenticabili e senza tempo. Il nostro vuole essere un omaggio a queste “rap ladies” e non possiamo che iniziare da Lil’ Kim, aka Queen Bee.
Lil’ Kim, al secolo Kimberly Denise Jones, nasce a New York City nel 1975 o 1976 (le fonti sono contrastanti) da una coppia di genitori destinata a separarsi molto presto. All’età di nove anni, Kimberly va a vivere con il padre dal quale, dopo una convivenza travagliata, viene cacciata di casa. Le strade di NY e il freestyle divengono, ben presto, il suo pane quotidiano e la sua adolescenza si snoda tra le canzoni di MC Lyte e The Lady Of Rage. Ben presto, le rime e la bellezza di questa ragazza arrivano alle orecchie del leggendario Notorious B.I.G. che la prese sotto la propria ala protettiva coinvolgendola nei Junior M.A.F.I.A., gruppo hip hop fondato e guidato da Biggie stesso. La fama di Kimberly esplose grazie all’album di debutto del gruppo (“Conspiracy“, 1995) in occasione del quale la rapper scelse il nome di “Lil’ Kim”. Il successo dei singoli “Get Money” e “Player’s Anthem” spianarono la strada del successo a Kim che iniziò a lavorare ad un album da solista.
Nel 2003 arriva un terzo disco (“La Bella Mafia“), di diritto uno dei migliori album rap di tutti i tempi. I beats di questo progetto sono fuoco allo stato puro e il flow di Lil’ Kim non fa altro che impreziosire questo capolavoro: se amate la musica rap, non potete non conoscere questa perla, un classico a tutti gli effetti. L’hardcore hip hop e il mafioso rap fanno da protagonisti, dando vita a sedici tracce che potremmo sentire rappare anche da parte di un uomo (“Please, I’m the reason this rap game is unisex“). Non riuscirei nemmeno a dirvi quale sia il mio brano preferito perché sono tutti fenomenali e, pertanto, lascio a voi l’ardua sentenza!
Le premesse per il quarto album non sono buone: coinvolta in una sparatoria, Lil’ Kim mente al giudice durante l’interrogatorio, ottenendo una condanna al carcere. Il rapporto con i Junior M.A.F.I.A. si deteriora in quanto alcuni membri del gruppo testimoniano contro Kim. “The Naked Truth” (2005) viene così pubblicato il giorno in cui Kimberly viene imprigionata. L’album vende molto meno rispetto ai precedenti perché la rapper non ha il tempo di promuoverlo ma, per fortuna, quantità e qualità non vanno a braccetto. Di questo valido progetto vi segnalo “Whoa“, diss track nei confronti dei Junior che ci regala un altro beat fenomenale e un flow impeccabile (F**k Junior M.A.F.I.A., that chapter is through/Them f*****s done did somethin that they can’t undo).
Una volta uscita di prigione, la carriera di Lil’ Kim è tutta in salita: la rapper, infatti, lascia la Atlantic Records per poter pubblicare da indipendente, dedicandosi a mixtape imbarazzanti che vi invito caldamente a non ascoltare. Celebre il suo scontro con Nicki Minaj alla quale era inizialmente legata da un rapporto di amicizia: Kim ha ribadito spesso come la rapper di “Chun Li” si sia appropriata della sua immagine, senza mai essere stata riconoscente nei suoi confronti. Ma questa è un’altra storia!
Dopo vari e tremendi singoli promozionali e dopo aver lasciato che la chirurgia plastica sfigurasse il suo volto, Lil’ Kim sembra intenzionata a tornare con un nuovo album, in programma per quest’anno. Sono davvero curioso di sapere cosa la rapper abbia in serbo per noi ma, al contempo, sono terrorizzato dalla possibilità di sentire musica spazzatura sulla scia di quello che ha pubblicato negli ultimi anni.
Chissà se questo famigerato quinto album arriverà mai: noi siamo pronti a darle una seconda possibilità… e voi?