Kurtis Blow – The sunset

Kurtis Blow Kingdom Blow

Con Kingdom Blow continua la carriera di Kurtis Blow, tra esperimenti musicali e record.

L’ennesimo frutto dell’ispirazione artistica è Kingdom Blow (1986). Tuttavia questo album, che vanta anche la collaborazione di Bob Dylan in Street Rock, non viene visto di buon occhio dagli ascoltatori e presto rigettato dal mercato. Da segnalare, a mio avviso, la traccia Blue iguana: chiara metafora del mondo capitalistico. L’iguana blu è infatti un animale a forte rischio di estinzione nonostante sia molto grande (quasi due metri) e potente (The first law of nature is self-preservation).

A distanza di mesi però il palmares del cantante si amplia ulteriormente quando diventa il primo rapper a essere testimonial nella pubblicità di un brand (Sprite). Intanto che ci siamo, è doveroso ricordare che tra i suoi primati c’è anche quello di essere il primo mc a fare uno show overseas (all’estero).

Kurtis_Blow_Sprite

Nello stesso anno coordina la registrazione della canzone King Holiday, un tributo a Martin Luther King Jr, da lui fortemente voluta.  Qui sono presenti diversi artisti di grosso calibro che hanno dato liberamente e gratuitamente il loro contributo. Anche i soldi per il video ufficiale (90 mila dollari) sono stati donati da un grande artista afroamericano che teneva particolarmente a fare parte del progetto e che purtroppo ci ha lasciato poco fa: si tratta di Prince.

L’album che segna la fine della carriera davanti al microfono di Kurtis Blow è Back By Popular Demand, uscito nel 1988. Più recentemente, lo possiamo ricordare in Xchè si, brano del 2000 degli Articolo 31 contenuto nell’omonimo progetto.

Abbiamo visto come il rapper di Kingdom Blow si sia evoluto musicalmente e abbia sempre dato la priorità alla musica, mantenendo però alcune costanti. I suoi testi sono infatti sempre amichevoli e anti-censura. La sua canzone Magic Words, dove ricorda il valore delle parole “per favore” e “grazie” ne è un chiaro esempio. Sempre in parallelo coi suoi progetti c’è anche la presenza di campagne contro il razzismo e l’uso di droghe, un’altra componente indissolubile della sua persona.

Egli fa anche parte del collettivo “rtist Against Apartheid, autori della canzone “Sun City” (la canzone dice che gli artisti del gruppo non andranno mai a suonare nella Sun City, uno dei tanti stati illegali e fittizzi creati nel Sudafrica per segregare la popolazione di colore). Ha anche lavorato col Reverendo Jesse Jackson per la sua “Operation Push” e per “National Rainbow Coalition” a Chicago, due organizzazioni no-profit per la giustizia sociale ed è riuscito a viaggiare nelle basi delle Forze Armate del Medio Oriente facendo 17 show per i soldati. Tutta questa vicinanza al mondo religioso ha un apice: il 16 agosto 2009 egli stesso diventa pastore. E’ adesso che nasce l’ Hip Hop Ministry, capace di incorporare il rap alla preghiera cristiana.

Nella sua enorme carriera ha anche l’opportunità di trovarsi davanti alla cinepresa e di coordinare le musiche in diversi film tra cui Knights of the city e il già citato Krush Groove. È stato anche ospite e co-produttore in Das Leben Amerikanischer Gangs, un film internazionale focalizzato sulle gang della West Coast. Non è mai stato avaro di conoscenze, anzi ha collaborato nei tre volumi di “La storia del Rap” nel 1998 per rendere accessibile a tutti le sue esperienze.

Oggi gira il mondo, facendo concerti ed esibizioni qua e la, anche nella nostra penisola. Gira, gira e fa ciò che ama, perché in fondo per lui “these are the breaks”!

Grafica di Stefano Baldi.