Lo storico MC si è esibito nel locale bolognese in occasione del suo kARMA 10th Year Tour.
Tutti noi, fieri b-boy o b-girl, abbiamo uno o più artisti di riferimento nei quali ci identifichiamo ed ai quali dobbiamo la massima riconoscenza per averci fatto scoprire, ed amare, una delle più belle culture presenti su questa terra: l’hip-hop. Prendendo a prestito un concetto proprio della filosofia di Aristotele, potremmo dire che l’hip-hop è il nostro “motore primo”: è con lui, e per lui, che passiamo intere nottate a consumarci le orecchie al punto da sfiorare – permettetemi il neologismo – una vera e propria “overdose acustica”. È l’energia vitale che ci sprona ad alzarci dal letto ogni mattina pronti ad affrontare le insidie della giornata. È luogo in cui rifugiarsi quando ci sentiamo incompresi al punto da voler recidere tutti i rapporti umani che abbiamo creato. L’hip-hop è il nostro migliore amico o il nostro parente più stretto, quello con cui basta un’occhiata per capirsi. Siamo completamente assuefatti da questa roba: è una droga che non distrugge, ma anzi ci migliora sia dal punto di vista spirituale sia fisico.
Il problema è che molto spesso, purtroppo, l’hip hop viene usato, ed abusato, da parte di coloro che pensano solamente al profitto ed al proprio tornaconto. L’arte viene così svalutata perdendo la sua vera essenza. Al concetto di libertà delle forme vengono posti dei limiti. Si deve creare un prodotto da vendere sul mercato. Non c’è più estetica alla base, bensì becere operazioni di marketing. Ed ecco giungere masse di fruitori inesperti, guidati da logiche consumistiche, i quali indubbiamente feriscono nell’animo chi, al contrario, ha riposto un pezzetto della propria anima nella suddetta cultura.
Questa lunga premessa iniziale mi è utile per presentare Marco Fiorito, in arte Kaos One, che ha “chiesto la dote” all’hip-hop instaurando con esso un sodalizio ormai più che ventennale. Precursore della musica rap in Italia è uno degli ultimi baluardi rimasti a difesa del movimento. È sempre stato fedele ai propri ideali e valori di vita, non rinnegando mai il proprio background artistico–culturale per accaparrarsi insulsi proventi. Non si è svenduto: scelta ardua con i tempi che corrono, ma di certo lodevole. Come avrebbe potuto essere diversamente? Dopotutto nel suo testamento artistico-musicale, Cose Preziose è stato fin troppo chiaro:
“hai scelto il mio destino e adesso portami lontano.
Lascio che sia tu a guidarmi a condurmi altrove,
perché mi aspettano altri dubbi, nuove insidie, altre prove”
Orbene, venerdì 16 Novembre Kaos One si è esibito al Locomotiv Club in occasione del kARMA 10th Year Tour. Ad accoglierlo una massa ingente di persone, pronti a mostrare al “guru” del rap italiano la loro massima devozione. La serata è stata anticipata dagli scratch di Dj Lugi che hanno riscaldato gli animi dei presenti infreddoliti dal clima avverso che avvolge le strade di Bologna in questo preciso periodo. A seguire Dj Craim ha introdotto il suo MC esibendosi in una meravigliosa performance dietro i piatti degna di uno dei migliori turntablist della penisola.
Marco Fiorito ha saputo ben tenere il palco, interagendo in continuazione con il proprio pubblico chiaramente in estasi. Non sono certo mancati, oltre ai brani presenti all’ interno di kARMA, pezzi più o meno storici che hanno riscontrato, inutile ribadirlo, notevole approvazione da parte dei più.
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Serate come queste, frequentate per lo più da miei coetanei, mi infondono fiducia e speranza per le sorti dell’hip-hop italiano. Evidentemente c’è ancora qualcuno che, come il sottoscritto, prova piacere nel chiudere gli occhi e lasciarsi trasportare dal suono travolgente.
Non siamo semplici ascoltatori, noi siamo b-boy che vivono l’hip-hop nel quotidiano. Sopprimere questa musica significa sopprimere la nostra stessa esistenza.