Se qualche anno fa avessimo letto il nome di un italiano accanto a quello di Kanye West, avremmo probabilmente pensato di trovarci di fronte a una fake news. Eppure, nel 2024, si è materializzato proprio questo scenario incredibile: due giovani italiani hanno contribuito al successo di Vultures 1, l’ultimo album di Kanye West & Ty Dolla $ign.
In particolare, il producer Lester Nowhere ha coprodotto la traccia KING, mentre Stef Moro, in qualità di audio engineer, ha curato il suono di diverse tracce dello stesso progetto, già in cima alle classifiche di tutto il mondo.
Da Conegliano a Los Angeles, passando per Kanye West e Wiz Khalifa: intervista a Stef Moro
La storia di Stef Moro ha radici profonde, che affondano a Conegliano, vicino a Treviso, e la sua collaborazione con Ye è solo il culmine di un percorso iniziato molti anni fa. Stef ha portato il suo talento fino alle luci di Los Angeles, contribuendo a definire il paesaggio sonoro di alcuni dei nomi più illustri dell’industria musicale urbana, sia americana che italiana.
In questa intervista esclusiva, ci immergiamo nei retroscena di una storia di vita più unica che rara, ancora al suo inizio. Qui di seguito trovate la nostra chiacchierata. Buona lettura!
Ciao Stef, benvenuto su Rapologia. Come racconteresti il tuo lavoro a chi non ti conosce?
«Il mio mestiere si concretizza principalmente nella fase di mix e mastering della canzone, che è l’ultimo passaggio della produzione musicale prima di caricare le canzoni nelle piattaforme di streaming, quando una produzione è di alta qualità si dà solo un ultimo polish alla canzone in modo da farla suonare bene in ogni impianto, o svoltare totalmente la canzone come capita con molte registrazioni casalinghe. Inoltre svolgo la figura di tecnico di registrazione. Ho iniziato inoltre da circa un anno a curare anche la produzione esecutiva di qualche progetto, cosa che porterò avanti sempre di più.»
Sappiamo che il tuo rapporto con Kanye ha radici lontane: come nasce e in che modo è arrivato a Vultures 1?
«Vultures nasce a luglio 2023 dopo un viaggio in Giappone di Kanye per il suo marchio Yeezy dove inizia a scrivere nuova musica con Ty. Successivamente Ye ha invitato Ty in Italia dove gli ha proposto di fare il joint Project.»
Hai mai avuto l’opportunità di interagire direttamente con Kanye West? In che modo la sua personalità e il suo approccio al lavoro si differenziano da quelli degli altri rapper con cui hai collaborato?
«Ho lavorato a Firenze con Ye principalmente nella sua suite. Kanye è esattamente come lo vedete online, una persona totalmente senza filtri.»
Considerando la sua attenzione maniacale ai dettagli, in che modo questo ha influenzato il tuo modo di lavorare con lui e come hai affrontato questa dinamica?
«Ye non è solo uno degli artisti più famosi al mondo ma è anche uno dei producer più leggendari. Credo che la sua qualità più grande sia l’abilità nel coordinare il suo team creativo, fatto da centinaia di persone, ognuna con un compito specifico.»
Parlaci del tuo percorso che ti ha portato a lavorare negli Stati Uniti e delle esperienze che hai avuto con altri artisti di spicco americani. Hai qualche aneddoto particolare da condividere?
«Sono finito a Los Angeles dopo aver vinto un contest a 20 anni, e ho subito capito che Los Angeles e gli Stati Uniti in generale sarebbero stati il posto ideale per coltivare il mio lavoro e la mia passione. Per i primi anni ho dovuto fare avanti e indietro per via dell’immigrazione ma fortunatamente sono riuscito a gestire il trasferimento definitivo molto velocemente. Un aneddoto divertente è aver trovato il mio attuale socio qui a Los Angeles senza che ci conoscessimo, pur essendo entrambi dalla stessa città, Conegliano.»
Tra gli artisti con cui hai collaborato ci sono anche Wiz Khalifa e Ab-soul. Quali differenze hai notato nei loro approcci alla produzione musicale e al processo creativo?
«Wiz Khalifa è un artista capace di registrare anche 20 canzoni al giorno, senza dover per forza metabolizzare sul processo creativo in più giorni. Registra senza cuffie con le casse accese. Ab-soul invece è un artista che ha bisogno di più tempo nella scrittura, perchè non inizia a comporre senza avere ben chiaro e scritto il concetto che vuole esprimere. »
Quali sono le principali differenze che riscontri nell’approccio al lavoro tra l’ambiente musicale americano e quello italiano?
«L’ambiente musicale americano è molto più strutturato rispetto a quello italiano. Qui negli US è più raro trovare figure professionali ibride che si occupano di più di una cosa, è quasi obbligatorio specializzarsi.»
Passiamo un attimo anche alle connessioni nostrane. Come è nata la tua collaborazione con Diss Gacha e Tony Boy? Qual è il loro stile di lavoro in studio?
«Ero con Vegas Jones e Andry the hitmaker a chiudere Jones mixtape qui a Los Angeles quando Diss Gacha ha scritto a Vegas esprimendo l’interesse di fare musica a Los Angeles. Così sono venuti in studio e abbiamo lavorato a Cultura in due settimane. Uno dei pezzi di Cultura ha come feat Tony Boy, che è passato a trovarmi anche lui il mese successivo. Il resto è storia.»
Hai notato un cambiamento nell’atteggiamento dei tuoi colleghi nei confronti del tuo lavoro dopo le collaborazioni di successo?
«Sicuramente far parte di produzioni di questo livello creano interesse riguardo alla mia figura, anche se non credo che l’arte vada pesata in base al numero di certificazioni, ma valutando professionalità e qualità del lavoro.»
Parlando del tuo lavoro, qual è la tua traccia preferita di Vultures 1?
«Il mio pezzo preferito di Vultures 1 è Fuck Sumn. Il brano originariamente era di Ty Dolla Sign, ho lavorato con Ye choppando le voci di Ty, riproducendo la strumentale. Il pezzo aveva un tiro molto pop inizialmente, ma con l’aggiunta di Travis Scott e Playboi carti il mood della canzone è molto più vicino a Vultures.»
Domanda tricky: quanto credi che Kanye abbia realmente bisogno di un maggiore equilibrio mentale e quanto la maggior parte delle sue dichiarazioni ritieni siano dettate dal marketing?
«Nessuna delle sue dichiarazioni è dettata dal marketing, ma dalla sua visione che è sicuramente molto particolare, che però risulta essere sempre vincente. Essere artista vuol dire anche andare fuori dagli schemi e lui ne è un perfetto esempio.»
Come credi che Kanye, e altri artisti simili, riescano sempre a mantenere un grado di originalità così elevato nei loro progetti, anche a rischio di non piacere a tutti?
«Credo che il segreto sia proprio non voler piacere a tutti ma esprimere la propria arte nel modo più personale possibile.»
Hai già progetti futuri in cantiere di cui puoi parlarci?
«Tantissimi! Di progetti internazionali sto lavorando a molti pezzi con Wiz Khalifa, Dreezy, Fresh, SaintJhn, Jeremih e molti altri che ufficializzerò a breve. Mentre tra gli italiani sto lavorando da non molto con un sacco di artisti fortissimi. Tra i vari Diss Gacha, Drefgold, Geolier, Tony Boy, Ketama126, Ele A, Vegas Jones, Mv Killa, Lele Blade e molti altri.»