Negli ultimi giorni di aprile ha visto luce Fede, il primo album sotto major del rapper napoletano MV Killa.
Poco prima dell’uscita del disco, abbiamo avuto la possibilità di scambiare due parole con l’artista della SLF, con il quale abbiamo parlato della sua carriera da solista, analizzato i brani contenuti nel progetto, parlato del futuro del suo collettivo e non solo.
Intimo e coscienzioso, MV Killa ci racconta Fede
Ciao Marcello, partiamo con una domanda mai scontata: come stai?
«Bene, anche se quando sta per uscire un album ci sono un milione di cose da fare. Pensi che appena termini di registrare sia finita e invece comincia tutta un’altra parte del lavoro dove bisogna stare super concentrati…».
Rispetto al tuo primo progetto, Giovane Killer, pubblicato nel lontano 2019, senti di essere cambiato molto? Pensi, magari, di aver acquisito maggior consapevolezza della persona che sei oggi?
«Giovane Killer, per quello che era all’epoca, è andato molto bene. Ovviamente, a distanza di quattro anni sono cambiato; nonostante non siano molti, a me sembra un’eternità. Le cose hanno cominciato ad andare bene step by step, noi siamo stati tempestivi nel fare progetti uno dietro l’altro. Eravamo gasatissimi da tutta la realtà che si stava sviluppando a Napoli. Dopo l’epoca dei Co’Sang, c’è stata una Napoli 2.0, no? Penso, in generale, che siano cambiate tante cose in pochissimo tempo, soprattutto a livello personale, che naturalmente si riflettono sulla musica. Crescendo, è cresciuta la mia musica con me».
Una persona che ti ha sempre accompagnato, soprattutto in questo viaggio, è Yung Snapp: quanto è stato importante per la realizzazione di questo progetto?
«Dietro ogni progetto che abbiamo fatto finora c’è sempre stato, in passato la direzione artistica dei progetti l’abbiamo sempre fatta insieme. Nel lavoro abbiamo molta sintonia e il processo creativo viene davvero spontaneo con lui».
In questo progetto hai voluto sperimentare maggiormente, quali sono state le tue reference per determinate sonorità?
«Ti dico la verità, io arrivo con un bagaglio artistico di rapper che sono le mie colonne sonore e che mi porto sempre dietro. Poi, magari può esserci una nuova vibe americana in cui vedo qualcosa che potrebbe sposarsi bene con la mia figura e penso “facciamola”. Dato che per me questa release equivale ad un esordio, la cosa su cui mi sono focalizzato è stata “mettermi totalmente a nudo”. Voglio fare un disco serio dove possa essere apprezzato non solo per quanto fatto in passato, ma per la mia essenza».
Come mai la scelta di questi featuring nel disco?
«Con Yung Snapp, Vale e Lele stiamo facendo a Napoli un lavoro che forse non si è mai visto, quindi è giusto rimanere compatti. Nel disco ho inserito persone che stimo non solo musicalmente, ma anche umanamente. Con Emanuele siamo fratelli, con Gué c’è una stima esagerata l’uno con l’altro, mi ha sempre mostrato rispetto artistico. Una leggenda del Hip Hop è venuta da me per dirmi che spacco e che vorrebbe fare un pezzo con me, ancora prima di Amo ma chi t sap. Per me è stato importante vedere una persona con alle spalle una tale carriera, venire da un esordiente. Questo è il segnale che dobbiamo mandare alla nostra cultura: guardiamo troppo le classifiche, i numeri e si perde lo scambio culturale; le persone devono capire che l’Hip Hop è diverso. Per Madman e Gemitaiz, stessa identica cosa: per me sono due persone formidabili dal lato umano e tecnico. Sono incredibili se si parla di rap e mi hanno sempre mostrato stima e amore».
Ascoltando i pezzi più introspettivi del disco, sono rimasto colpito dal singolo 25 motivi, dove la strumentale enfatizza molto le lyric: com’è nato questo brano?
«Questo è uno dei pezzi di cui sono più orgoglioso. La stesura del testo è frutto di un flusso di coscienza: quando hai un beat sotto e le parole escono da sole, ti fai un viaggio in testa che ti permette di scrivere concetti e parole in un determinato modo. Nel pezzo parlo sia di me in prima persona, che delle mie esperienze, pensieri e della forza che ho dovuto avere in certi contesti. Parlo anche del rapporto d’amore da cui quale uscivo, davvero destabilizzante. Il risultato finale è stato questo. L’unico modo per comunicare con le persone è mettersi a nudo ed era un mio pensiero fisso rivolto alla pubblicazione del mio primo disco ufficiale.»
La title track, Fede, sembra una vera e propria lettera dedicata la vecchio MV Killa: è realmente così?
«Volevo realizzare un pezzo motivazionale che potesse essere di ispirazione per un fan che sta attraversando un periodo difficile della sua vita. Al tempo stesso, può essere rivolto a qualcuno che sta iniziando ad approcciarsi al rap. Vorrei che scattasse in lui il meccanismo che lo porti a pensare: “okay, lui è arrivato a quel livello, posso provarci anche io”».
Possiamo aspettarci a breve un tour per portare live il progetto?
«Al momento stiamo lavorando alle date estive. Sicuramente lo porterò in tour questo progetto. Per ora ho voluto dedicarmi a tutte le questioni intorno al disco, successivamente mi dedicherò al tour. Non volevo unire le due cose, voglio prendermi il giusto tempo per preparare qualcosa di forte.»
Geolier al primo posto nella classifica FIMI, il Napoli in testa alla classifica della Serie A: come stai vivendo questo periodo così intenso per la città di Napoli?
«Attualmente Napoli sta vivendo il suo periodo di maggiore espressione sotto molteplici aspetti. Quest’anno in giro per la città sembra ci sia una vera e propria aurea lungo le vie. Ce la stiamo vivendo molto bene, ci dà la carica per fare sempre meglio. Emanuele ha ottenuto questo risultato esagerato che noi festeggiamo tutti insieme; il risultato di un singolo, equivale alla gioia di tutti. Noi (SLF), ci siamo prefissati degli obiettivi, tra cui in primis c’è quello di dare un contributo importante, sfruttando al massimo le nostre capacità».
Possiamo dire che quest’anno il collettivo si ferma per dare la possibilità di dedicarvi alla vostra carriera da solisti?
«Ciascuno di noi ora si sta concentrando sulla propria musica, poi ovviamente le cose possono variare in corso d’opera. Se ci prende bene ci mettiamo sotto e lavoriamo a qualcosa, ma adesso tocca a me».
Chiudo chiedendoti qual è il pezzo del disco a cui sei particolarmente legato.
«Sono diversi; mi sono legato quasi a tutti perché per me sono stati molto importanti per diversi motivi. Sia per il periodo, sia per come gli ho scritti. Mi vengono in mente Me Vogl Bene con Emanuele, 25 Motivi, Puortem Rispett, Pensare mi’, Non Chiagner Più. Sono tutti brani che mi hanno permesso di dire la mia su svariati argomenti. I fan probabilmente si potranno legare maggiormente al brano Alaska insieme a Lele Blade, dove il racconto è molto profondo. Alcune persone sentendolo in studio si sono emozionate parecchio. Il pezzo racconta di un vissuto sofferto, e di quell’episodio mi ricordo le emozioni, ogni minimo particolare…».
Dopo quattro anni dal suo ultimo progetto solista, in cui hanno influito oltre che la pandemia, anche relazioni sentimentali e non, alquanto complicate, con Fede, MV Killa mette in mostra il suo lato più emotivo.
Fede è un viaggio all’interno di Napoli e nella testa di Marcello.
Buon ascolto!