Abbiamo realizzato un’intervista a Piotta, scoprendo le sue scelte, la sua attitudine, i progetti, la passione e quel modo di essere che non è mai cambiato.
Interno 7 è il suo ultimo album, pubblicato lo scorso settembre. Un album intimista, unico nel suo genere, emozionale. Intervistare Piotta è come viaggiare nel tempo, nella musica e nella continuità. Perché la vita cambia e cambiano i suoni. Ma mai l’attitudine.
In attesa del tour, in partenza il 13 aprile da Milano, ecco quello che ci ha raccontato.
Ciao Tommaso, benvenuto su Rapologia. Il tuo è un anno di grande creatività, dopo Interno 7, da pochi giorni hai pubblicato il singolo Ma La Vita, ce lo vuoi presentare?
«Ma La Vita è il secondo estratto da questo album così particolare. Un concept sul tempo, i ricordi, la nostalgia. Una memoria personale e familiare che tende a farsi universale, cercando ci colpire emotivamente nel profondo, di creare una forte empatia tra me e gli ascoltatori, che siano nella loro camera al tramonto o in una sala concerti di notte.»
Interno 7, invece, è un lavoro diverso dal solito, molto introspettivo e sentito, che si sposta dalla tua poetica di sempre. Com’è stato vivere artisticamente questo cambio di stile?
«Per qualcuno esternamente può sembrare un cambio ed indubbiamente tecnicamente e musicalmente parlando le parti vocali e gli arrangiamenti sono diversi. Tecnicamente continuo a crescere, e in tal senso suonare con la band da anni non può che fare bene, a livello canoro e compositivo. Sul fronte letterario, per quanto le continue letture non possano far altro che arricchire la scrittura – come diceva anche il buon De Andrè -, il disco rimanda al lato mio più intimo già presente in brani come Ciclico, Ognuno con un se con Primo, Riflessi, Stiamo tutti bene con Roy Paci.»
E allora ti chiediamo: un artista è giusto che rimanga fedele a una linea o invece ha senso cambiare, evolversi, nel rischio di risultare irriconoscibile ai fan?
«Un artista è giusto che faccia tutto ciò che sente di fare, al netto di ogni calcolo commerciale, che quello sì è un metro di giudizio che sacrifica spesso la creatività.»
La tua carriera, esplosa con Supercafone, ha conosciuto momenti altissimi e altri più difficili. Mi viene in mente Il Giaguaro, La Grande Onda, Sanremo, ultimamente Suburra. Facendo un overview del tuo periodo artistico la nota di bellezza è questa tua volontà che travalica anche i momenti da “trincea” come dissi tu anni fa. Dove molti mollano, tu ci sei sempre stato. Quanto è importante la volontà per chi fa un lavoro come il tuo?
«Secondo me il termine corretto non è alti e bassi, ma musica e silenzi, oppure – se vogliamo rimanere su un discorso più da MC – rime e respiri. I silenzi e i respiri sono importanti tanto quanto la musica e le rime. Gli uni fanno apprezzare gli altri e danno a questi il giusto tempo per emergere forti. È quel famoso tempo della semina di cui scrivevo per i Manetti Bros in Ciclico, in quella colonna sonora firmata Neffa. E poi io adoro sperimentare: cinema, libri, teatro, persino la lirica l’ultima volta.»
La tua identità è anche quella di un cantante che poco si fa “prendere” dal mainstream.
«Diciamo che io adoro la mia libertà, da quando sono piccolo. E da quando faccio musica ho sempre pensato che non volessi avere un centro commerciale ma solamente la mia bottega d’artigiano, con i miei tempi, i miei spazi, il mio pubblico, molto ma non tutto. Piacere a tutti non mi piace, mi fa strano andare d’accordo con tutti, la troverei come una finzione.»
Parliamo dei tuoi live. Oltre ad avere ogni anno un calendario intensissimo in termini di date, i tuoi concerti coinvolgono anche spettatori che solitamente non seguono il tuo genere. Come si crea uno spettacolo che fa “saltare” tutto il tempo?
«Appunto. Non tutti ma molti sì, anzi moltissimi stando agli ultimo del tour. Diversi per età e con una mentalità così aperta da apprezzare il mio mix di rap, funk-rock, cantautorato. Non si salta solo ma si commuove pure, specialmente con l’ultimo show di Interno 7. In tutti i casi si cantano tante hit assieme, e non vedo l’ora di rifarlo. A breve riparto con tutta la band per attraversare il Paese da nord a sud, da est a ovest, levante, ponente, maestrale, scirocco, per citare 7vizi Capitale.»
In Interno 7 riappare Un’Estate Ed È Finito con Primo. La tua amicizia e il vostro grande amore traspare anche sui tuoi post, sul palco. Lo porti sempre con te?
«Sempre. Una grande amicizia e un grande collega, uno dei grandi in assoluto direi. Per fortuna ci sono tanti pezzi e tante rime a testimoniarlo, tra queste anche quelle di Un’estate ed è finito. Porto lui, porto Giaime, porto i miei nonni, porto mio padre, porto mia madre. Porto tutte le radici che posso. Le radici pesano è vero, ma non ti fanno cadere mai.»
Sei un artista completamente indipendente. La bellezza e le problematiche di una scelta come questa.
«Lavorare il doppio, a volte il triplo. È il prezzo dell’affrancamento e della libertà, la libertà di fare un album come Interno 7. Penso che ne valga la pena.»
Prima di chiudere. Milano. Una città che ami e a cui sei legato. Cosa ti lascia ogni volta che la visiti?
«Sono legatissimo a Milano, come canto in Piazzale Lagosta 1, in quella piazza e in quel portone della vecchia Isola dove è nata ma madre. Sono più legato a Milano ora che mia madre non c’è che quando c’era, anche perché la Milano di oggi ha più energia di quella che respiravo negli anni novanta. Comunque, oltre al passato, c’è da dire che a Milano vengo talmente spesso che è oramai nella triade delle mie città del cuore. »
Quali sono i tuoi progetti per il 2019?
«Non posso svelarli ancora, comunque chi mi conosce sa che io non so stare fermo, e che ho sempre progetti. I progetti ci sono ma devo imparare anche a godermi il presente, specialmente se bello come questo e questo tour ai posti di partenza.»
Spegniamo i microfoni e segniamo le date del tour. Perché un live di Piotta è probabilmente una delle cose migliori da fare a primavera. È singolare come, una persona con dei valori tanto forti, sappia tenersi in continuo cambiamento.
Andate a scoprirlo di persona!
- sabato 13 aprile – Milano – SPA Leoncavallo
- venerdì 19 aprile – Torino – CSA Murazzi
- giovedì 25 aprile – Fornacette (PI) – Festa del 25 aprile
- mercoledì 1 maggio – Poetto (CA) – Festa del 1 maggio
- domenica 19 maggio – Bassano del Grappa (VI) – Ama Sea Shepherd Music For The Ocean
- domenica 2 giugno – Tolentino (MC) – Strike Up Festival
- sabato 15 giugno – Tortoreto Lido (TE) – Finché c’è birra c’è speranza
- venerdì 21 giugno – Pompei (NA) – A braccia aperte festival
- sabato 22 giugno – La Spezia – Palco della Musica Giardini Pubblici festa CGIL
- sabato 29 giugno – Nomi (TN) – Nomi on the Rock
- domenica 14 luglio – Fiorano Modenese (MO) – Fiorachella Festival
- giovedì 18 luglio – Inveruno (MI) – Rockantina
- giovedì 8 agosto – Grottammare (AP) – Diffusioni Festival
- sabato 24 agosto – Pordenone – Festa in Piassa