Dopo tanti rumors che davano Hitler Wears Hermes 8 fuori nel 2021 è finalmente arrivata la conferma: l’iconica saga cui ha dato vita Westside Gunn aggiunge un altro importante tassello alla sua discografia, che sempre più vuole assomigliare ad una collezione di arte.
Un dettaglio importante da sottolineare riguardo alla natura del disco? La presenza di almeno un featuring per ogni traccia, che testimonia come la sua sia una legacy pronta ad essere tramandata ancora per molto tempo.
Hitler (Still) Wears Hermes 8: da un’idea di Westside Gunn
Westside Gunn è così, o lo ami o lo odi.
Nella prima delle opzioni il perchè va ricercato sostanzialmente in quella che è la sua produzione, costruita in modo coerente ed ormai iconico nel corso degli anni: ad-libs a mai finire, una tecnica al microfono forse non eccepibile e soprattutto un immaginario di riferimento che è divenuto ormai inconfondibile, e che certo, alla lunga può anche stancare.
Se lo ami invece significa che col tempo hai imparato ad apprezzarne lo status, che lo vede nell’olimpo tra gli artisti che maggiormente hanno portato in auge un certo modo di fare rap, accompagnato da una estetica forte, da una raffinata scelta delle produzioni e da una mentalità imprenditoriale che ha risollevato gli animi e le prospettive di un underground USA che rischiava di impoverirsi negli anni passati, in cui altre realtà più catchy hanno senza dubbio avuto la meglio.
Hitler Wears Hermes in tal senso lascia tutto immutato, glorificando anche la coerenza di un artista che oggi riesce a stare bene in qualsiasi contesto, che sia l’etichetta di Eminem o il nuovo album di Kanye West poco importa. Le novità significative rispetto agli altri capitoli – Who Made the Sunshine compreso, che è il suo esordio ufficiale con una major – sono poche, e rappresentano la croce e la delizia di questo nuovo progetto.
Sono infatti tredici i brani che compongono l’ottavo capitolo della saga, che sin dalla sua prima cover aveva promesso di far parlare di sè per molto tempo, come effettivamente sta accadendo ancora oggi.
Dopo aver rilasciato i singoli Julia Lang e Tv Boy infatti, Westside ha deciso di infuocare l’estate con un progetto di spessore assoluto, che trova conferme in delle produzioni molto eleganti targate per lo più da il consolidato trio Camouflage Monk, Conductor Williams e Danny La Flare, gli stessi che hanno contribuito alla realizzazione di un altro masterpiece di questo 2021 come Pray for Haiti.
La particolarità del disco risiede nella presenza di almeno un featuring per ogni traccia, eccetto la prima, con il gioiello Stove God Cooks che appare in ben cinque brani del tape, ottenendo per forza di cose il ruolo del co-protagonista.
Con questa scelta Westside dimostra che il percorso è più importante della meta, e che è soltanto grazie alla condivisione che la sua visione riuscirà ad espandersi nel modo in cui vuole. Oltre a Stove – di cui Westside è stato uno dei mentori insieme a Roc Marciano – dentro Hitler Wears Hermes troviamo molti altri nomi del calibro di Conway the Machine, Benny The Butcher, Mach Hommy per quel che riguarda gli affiliati Griselda, mentre altre strofe da segnalare sono sicuramente quelle di Boldy James, Jadakiss e Lil Wayne.
Non è detto che questo progetto faccia al caso vostro, ma se avete voglia di scoprire uno degli universi più affascinanti del rap USA contemporaneo questo è il momento giusto per farlo.
E. inoltre, sembra che uscirà anche un Side B di Hitler Wears Hermes 8, dove con tutta probabilità Westside Gunn saprà sorprenderci ancora una volta…
Nel frattempo, potete Hitler Wears Hermes 8 (Sincerely Adolf) di WSG di seguito.