Polo G ha pubblicato la deluxe edition del suo ultimo album: fuori ora Hall Of Fame 2.0, che arricchisce il disco con ben quattordici nuove tracce.
Ha ancora senso parlare di deluxe quando di fatto ci troviamo di fronte a un nuovo disco, sotto il titolo del primo?
Polo G: Hall Of Fame 2.0 è più di una deluxe edition, è quasi un album aggiuntivo
Polo G ha pubblicato Hall Of Fame 2.0, che è qualcosa di più di una “semplice” deluxe edition, si tratta di un secondo disco allegato al primo. Quattordici tracce di livello, sotto il punto di vista del flow, dei beat e dei contenuti.
Polo G non è di certo il primo a fare una mossa del genere, anzi recentemente sembra quasi una moda realizzare un ri-edizione molto corposa di un disco, una strategia di mercato che tanti artisti scelgono per promuovere i propri lavori.
Negli anni abbiamo assistito a una trasformazione del mercato musicale, con dinamiche che sono cambiate anche radicalmente, facendo diventare prassi cose che qualche anno fa erano un’eccezione. Nel passato, si parlava di deluxe edition in casi molto rari: si trattava di edizioni particolari, magari realizzate in tirature limitate contenenti remix, riedizioni o alcune tracce inedite, magari in esclusiva per alcuni canali di distribuzione di vinili o CD.
Con la transizione al digitale della musica, tagliando i costi di produzione fisica dei supporti e la loro distribuzione, realizzare una “deluxe edition” è molto più facile e quindi più diffuso. Sembra quasi che fare delle edizioni “enhanced” dei propri lavori sia diventata una moda: ormai all’uscita di un disco, ci aspettiamo già la versione estesa della deluxe.
Alcuni artisti, seguendo l’esempio di Lil Uzi Vert con Eternal Atake, hanno addirittura pensato di aggiungere un secondo disco al precedente, quindi facendo un passo in più rispetto a completare l’album con qualche traccia bonus.
Questo è anche il caso di Polo G, che a distanza di qualche mese dalla pubblicazione di Hall Of Fame, ha pubblicato Hall Of Fame 2.0, un doppio album che aggiunge al progetto precedente un secondo disco.
Le nuove tracce sono curate come quelle dell’album originale, non si tratta di outtakes o di versioni demo. Vantano le collaborazioni di Lil Baby, Moneybagg Yo, YoungLiv, NLE Choppa e Lil Tjay e nel complesso mantengono alto il livello del progetto.
Polo G ha talento e stile e anche questa volta ce lo dimostra. A fianco alle tracce banger, spiccano quelle più intime e impegnate dal punto di vista dei contenuti. Quando Polo G si mette a nudo lo fa con una sincerità disarmante che lascia il segno. Parliamo ad esempio delle tracce Black Man in America, Young n Dumb o Piano G, per citarne alcune.
Resta da capire, dal punto di vista commerciale, la motivazione che spinge un artista o una label a realizzare una deluxe edition invece che realizzare un progetto a parte, quando il materiale a disposizione è così tanto. Sicuramente gli ascolti alle nuove tracce contribuiscono ad arricchire le certificazioni del disco originale, ma allo stesso tempo le nuove tracce, non riusciranno mai ad avere il successo che avrebbero potuto avere se fossero state pubblicate sotto un nuovo titolo.
Fateci sapere se avete ascoltato le quattordici nuove tracce realizzate da Polo G per Hall Of Fame 2.0 e soprattutto cosa ne pensate della scelta di parlare di deluxe edition di un disco quando di fatto si tratta di un nuovo progetto.