Faccio La Mia Cosa, ossia il rap e tutto il resto.
“Il primo demo l’ho spedito a Frankie, il secondo a Bassi insieme ad altri centoventi“, così cantava Fabri Fibra in Non fare la puttana. Perché Fibra sia devoto al rapper di origini torinesi lo si comprende in modo chiaro nella prefazione, scritta dal medesimo, di Faccio La Mia Cosa: l’autobiografia di Frankie Hi-NRG che prende il nome dal singolo omonimo contenuto in Verba Manent.
Francesco di Gesù, tra i massimi esponenti del genere in Italia, ha recentemente pubblicato un’interessante e singolare opera – edita Mondadori – che descrive il proprio graduale processo di avvicinamento all’universo della “doppia acca”. Faccio la mia cosa, tuttavia, non è interamente focalizzato sull’argomento rap. Il libro restituisce un’indelebile fotografia dell’Italia a cavallo tra la fine degli anni Settanta e l’inizio dei Novanta: un Paese assai distante -culturalmente, politicamente e artisticamente- da ciò che che parallelamente si verificava oltreoceano.
Frankie Hi-Nrg, grazie ad una scrittura fluida e scorrevole, è abile nel riuscire a coinvolgere intensamente il proprio lettore. Trovano spazio nella narrazione anche episodi di vita quotidiana appartenenti al periodo infantile e adolescenziale del rapper. Un vissuto simile a quello di molti: colmo di sogni, speranze, desideri ma anche costernato da paure e -purtroppo- malattie dei propri cari. Compiendo una piccola digressione, trovo che raccontare spaccati di vita consuetudinaria sia fondamentale in un periodo storico in cui gli artisti, in particolare i (t)rapper, tendono a mascherare i propri ritmi abitudinari restituendo alla fan base una visione snaturata della realtà (a causa di una società in cui viene anteposto l’avere all’essere).
Il saggio è utile anche qualora si fosse intenzionati ad approfondire l’argomento Hip-Hop da un punto di vista prettamente didascalico. In sole duecento quaranta pagine vengono infatti citati i nominativi dei soggetti fondamentali per la nascita del genere negli States. Frankie Hi-NRG abbellisce il tutto con aneddoti inediti, approfonditi excursus di matrice tecnico-musicale e QR Code integrativi a testimonianza delle spiccate doti tecnologiche che hanno sempre contraddistinto l’artista in questione.
Di Gesù ripercorre minuziosamente anche la nascita della scena italiana: dai primi raduni sparsi per l’Italia in cui conobbe b-boy quali Next One, Esa, Gruff e Ice One -non nomi qualunque- alle embrionali aggregazioni in luoghi che successivamente verranno considerati fondamentali per la storia dell’Hip-Hop nostrano come il Muretto a Milano, il Teatro Regio a Torino o Galleria Colonna a Roma.
Così come ha sempre fatto nelle sue canzoni, anche in Faccio La Mia Cosa, Frankie Hi-NRG si schiera in prima linea contro i benpensanti e i vari dogmi culturali propinati che relegano il nostro paese ad una dimensione piuttosto anacronistica su innumerevoli questioni. Con quel suo fantastico approccio cinico che lo ha sempre caratterizzato, l’artista non manca giustamente di additare gli antagonisti che per anni hanno tentato, e tentano tutt’ora, di offuscare un movimento culturale che per molti si è rivelato invero un'”ancora di salvezza” a sostegno di vite alquanto tormentate.
Non posso che concludere questo articolo invitando ciascuno di voi a comprare Faccio La Mia Cosa, il libro di Frankie Hi-NRG MC: elemento indispensabile nelle librerie di quanti si reputino amanti della cultura Hip Hop.