Oggi 19 marzo è finalmente fuori il settimo disco ufficiale di Ghemon intitolato E Vissero Feriti E Contenti.
Non è la fine della sua favola, ma semplicemente l’inizio di un’altra. Non è nemmeno la fine di un viaggio, forse piuttosto l’inizio di un altro, più consapevole. Perché E vissero feriti e contenti? Semplice. Perché è la versione più realistica, più congrua alla realtà, di ciò che potreste immaginarvi come una sintesi della vita artistica (ma non solo) di Ghemon.
Quindi, a distanza di poco meno di un anno dal suo ultimo lavoro, oggi è ufficialmente fuori E vissero feriti e contenti, il settimo album ufficiale di Ghemon prodotto per Carosello Records. Dopo una fase molto viva e creativa che lo ha portato anche in questa terza esperienza sanremese (seconda da cantante in gara) con il brano Momento Perfetto che troviamo tra i 15 presenti all’interno della tracklist.
Il titolo è una fotografia, quella di chi cerca di attraversare, inteso proprio come “passare attraverso”, il proprio cammino di vita in ogni suo passo, di fare esperienza non solo degli aspetti positivi e delle vittorie ma anche di tutte le cadute e gli inciampi. Ogni frammento di questo cammino ha portato a essere ciò che si è oggi. La vita è come un gatto, che è protagonista della cover dell’album insieme al rapper avellinese. Sa graffiare ma anche regalare momenti di dolcezza.
L’album – scritto e prodotto tra studio, registrazioni a distanza e riunioni virtuali – ha visto impegnato in ogni aspetto, dalla composizione alla produzione, dall’arrangiamento alla scelta dei cori. Il risultato è un lavoro di gruppo, composto da un team di musicisti e produttori che lo hanno accompagnato nella costruzione di tutti i tappeti musicali scelti appositamente per i suoi testi e generati dalla passione sconfinata, la sua, per una cultura che non ha più confini, né limiti di genere. Dall’hip hop, al neo soul, ad alcune sfumature jazzate o funk, persino afrobeat, fino ad arrivare al nuovo mondo del soulful house.
“E vissero feriti e contenti è un disco in cui vengono mostrate tutte le mie anime. Ho spaziato tra tanti generi diversi, cercando di costituire io l’elemento di unione. Ho potuto esprimermi non solo come cantante e autore dei testi, ma anche nella produzione e nella supervisione artistica: al mio settimo disco sono finalmente io, al completo. È musica in italiano ma che parla internazionale, una cosa in cui ho sempre creduto per poter essere unico nel nostro panorama. A neanche un anno dal mio lavoro precedente e in un momento in cui il mondo si stava fermando, ho prodotto questo disco perché sentivo l’esigenza di creare, la voglia di comunicare ma soprattutto l’ho fatto per amore della musica, in cui mi sono rifugiato e grazie alla quale ho tirato fuori tutto quello che avevo dentro”.
Vi lascio qui il link per immergervi nel viaggio di Ghemon, dove, vissero tutti, feriti e contenti.