Dave esce oggi con We’re All Alone In This Together, il suo secondo album ufficiale. Il disco è stato anticipato poche settimane fa dal singolo Clash, un banger firmato a quattro mani con il concittadino Stormzy.
Dodici tracce per un’ora di durata. Le produzioni sono curate in buona parte da Dave stesso assieme all’amico d’infanzia Kyle Evans. Frequenti in cabina di regia anche le incursioni di James Blake, che presta il suo tocco in alcuni passaggi fondamentali del disco.
Dave cerca una nuova maturità con We’re All Alone In This Together
“I thank God for the pain because it made me this”, con questo verso si concludeva il viscerale PSYCHODRAMA , l’esordio del rapper britannico uscito due anni fa e da subito acclamato ovunque, in patria e non solo. Le ragioni di un tale entusiasmo sono facili da spiegare: Dave con l’espediente narrativo di una seduta di psicoterapia era riuscito a prendere di petto temi come depressione, abusi e razzismo ad un grado di profondità raramente visto prima.
Per Dave è tempo di distacco terapeutico e We’re All Alone In This Together è il luogo dove mostrare l’elaborazione di quel dolore, che lascia ora il passo a una sicurezza nuova, diversa. Il rapper di Streatham è consapevole dello status raggiunto e non si fa più problemi a farne sfoggio.
C’è allora spazio per banger in piena regola e per episodi più leggeri del solito come Verdansk, Lazarus, o System con WizKid. Ma anche chi vuole ritrovare limpido lo storytelling del rapper non rimarrà a bocca asciutta: Both Side Of A Smile e Heart Attack ci mettono davanti ad una scrittura torrenziale, e intatta.
Così come il predecessore, We’re All Alone In This Together richiede un ascolto completo. Dalla prima all’ultima traccia.
É ancora presto per dire se Dave sia riuscito a bissare le vette di scrittura e gli abissi di introspezione di PSYCHODRAMA; saranno il tempo e ripetuti ascolti a rivelarlo. Ma una cosa è certa: di questo disco si parlerà per molto tempo, Kanye permettendo.
Buon Ascolto: