«Sono parte della prima generazione in cui l’Hip-Hop è sempre stato presente nelle nostre vite» – Intervista a Danny Brown

Danny Brown
foto di Peter Beste

In trepida attesa per quella che sarà la prima data in Italia ai Magazzini Generali di Milano, Danny Brown appare concentrato e ispirato dai frutti raccolti in questi ultimi mesi. Quella del 3 giugno sarà una data da non dimenticare in cui l’eclettico sputa rime riassumerà i motivi per cui è uno degli artisti più originali di questa generazione. Con Danny si può parlare di tutto perché l’ispirazione è in ogni lato sensoriale della vita. Musica, film, videogames e molto altro fanno parte della dieta culturale che ha regalato ai fan dell’artista di Detroit una delle discografie più incredibili della scena.

Oggi Danny Brown si gode la sobrietà e esprime la sua poliedrica creatività in collaborazioni fuori di testa (Scaring The Hoes), un divertente podcast (The Danny Brown Show) e il proseguo della sua discografia (Quaranta).

La nostra intervista esclusiva a Danny Brown

Come va Danny? Grazie per quest’intervista! Sei eccitato per questo tour? Iniziamo con una domanda riguardo il tuo ultimo album e il suo titolo, Quaranta. Beh, essendo italiano, sono curioso, come mai hai scelto la nostra lingua?

«Nessun problema! Stavo semplicemente cercando un modo figo di dire “forty”, cercando diverse parole e traduzioni e in realtà ho registrato l’album durante la quarantena quindi…queste parole suonano simili.»

L’età in generale è un argomento molto importante nell’Hip-Hop. Qual è la tua opinione al riguardo?

«L’Hip-Hop è ancora un genere abbastanza giovane, nel senso che ci sono artisti più vecchi di me che ricordano un tempo nelle loro vite in cui non esisteva ancora o era totalmente una nuova cosa. Quindi mi sento parte della prima generazione in cui l’Hip-Hop è sempre stato qui, sin dalla mia nascita. Penso che riguarda tutte le persone che ne sono coinvolte: per esempio il mio obiettivo è fare Rap finché mi sarà possibile. Cresce come gli altri generi dove hai artisti come i Rolling Stones in cui nei loro 70 anni ancora fanno tour. Ora come ora stiamo avendo la prima corrente di rapper come Nas che nei suoi 50 anni è ancora capace di fare Rap ad un altissimo livello.»

Parlando di Quaranta, la mia canzone preferita è Bass Jam. Penso sia un pezzo davvero unico, possiede un’aura nostalgica. Come sei arrivato a catturare quelle sensazioni? È un brano che si discosta parecchio dal sound classico di Danny Brown.

«La produzione. Lascio che la musica detti ciò che scrivo. Il concept della canzone riguarda me che realizzo dopo l’intero progetto perché faccio musica. Parla della capacità di essere quella via di fuga dai problemi per almeno 3 minuti e sentirsi meglio riguardo la propria giornata. È praticamente il mio obiettivo nella vita ora. L’essere capace di affrontare i miei stessi problemi attraverso l’intero progetto. Sai, durante la dipendenza perdi un po’ di te stesso e puoi facilmente dimenticare l’obiettivo dietro ciò che fai. Ricordo la musica nella mia famiglia da bambino: quando affrontavamo periodi brutti la musica era capace di cambiare l’atmosfera. Ora sono nella posizione di fare questo per altre persone.»

Bellissimo.

Hai anche registrato Scaring the Hoes. Un progetto davvero unico e folle. Amo come avete chiamato le canzoni bonus DLC, presumo che tu sia un videogiocatore.

«Oh certo!»

Ricordo che in un’altra intervista hai paragonato la tua musica ai titoli From Software (Dark Souls, Elden Ring) e non Fortnite. Devi prestare attenzione per godertela. Qual è il tuo videogame preferito al momento?

«Sono un tipo da JRPG. La serie Persona è il mio franchise preferito e direi anche giochi come Hotline Miami, penso siano davvero profondi.»

Oh, ricordo quello, era su PSVita! Una console davvero sottovalutata!

«Si, per quei tipo di titoli, PSVita era il sistema perfetto e poi sono un tipo da sport quindi praticamente tutti i giochi NBA

Ritornando alla musica, la tua discografia non smette di stupirmi, davvero unica nel suo genere. Ogni progetto è un diverso capitolo e non solo liricamente ma anche a livello sonoro. Qual è l’approccio iniziale quando inizi a registrare un album?

«Inizio col registrare un sacco di canzoni e mi lascio guidare dalle emozioni e quindi da dove la produzione mi porta. Una volta che ho una giusta quantità di pezzi mi rendo conto più o meno della direzione che voglio prendere. Quindi in realtà inizia semplicemente con me che lavoro. Per me è come un talento donatomi da Dio. Mi sento come il filo conduttore per qualcosa. Non so neanche da dove prendo tutto questo, lascio la penna fare il suo lavoro e poi vedo dopo che fare.»

Se un amico vuole conoscere la tua musica, suggerisco sempre di ascoltare Atrocity Exhiition. È il mio preferito e penso che sia un classico indiscusso. Cosa ha ispirato quel progetto in particolare? Un album davvero oscuro e aggressivo. Penso onestamente che quel lavoro sia il vero Yeezus ahah, penso sinceramente che hai fatto ciò che Ye pensava di star facendo.

«Si ma Kanye aveva New Slaves e quando hai una canzone con quel messaggio e quel marketing dietro…beh. Con Atrocity Exhibition ero semplicemente nella solitudine. Stando da solo, la famiglia è cambiata, gli amici sono cambiati, avevo appena costruito uno studio nel mio seminterrato all’epoca e nella mia solitudine la musica era tutto ciò che avevo. Stavo cadendo nel baratro della dipendenza…quindi era un periodo davvero oscuro della mia vita.»

Nota: Il video di Ain’t It Funny è stato girato dall’ attore, comico, sceneggiatore e produttore Jonah Hill.

Hai un album tuo preferito?

«Nah, sono praticamente tutti miei figli. Li amo tutti per diverse ragioni.»

La tua storia è davvero interessante, la maggior parte del pubblico ha iniziato a conoscerti grazie al album XXX ma c’era The Hybrid prima di quello e in nello stesso anno hai rilasciato un mixtape con Tony Yayo. Ricordi qualcosa in particolare su quella fase della tua carriera, penso sia stato il 2010.

«Si, ho vissuto con Yayo per un estate e ho imparato tanto. Il nome del tape era Hawaiian Show che era praticamente il tipo di erba che ci fumavamo all’epoca. Quel periodo mi ha aiutato a realizzare se davvero volevo fare questa cosa, ho avuto la possibilità di andare in tour con lui e 50 Cent e ho fatto molta esperienza intorno a loro.»

Dal momento in cui le tue collaborazioni sono sempre peculiari, hai un feat che vorresti fare?

«Mi piacerebbe lavorare con Jack White.»

Parlando di collaborazioni non Rap, ricordo il duetto con i Purity Ring sul album Old, davvero figo.

In uknowwhatimsayin? hai lasciato invece Q-Tip fare da produttore esecutivo. Qual è stata la lezione più importante che hai appreso dalla leggenda?

«È stata quella di mettere la massima attenzione nella musica prima di rilasciarla perché una volta che l’hai fatto non puoi riaverla indietro. Ero solito registrare una canzone e non tornare mai più ad aggiornarla o aggiustarla, cercando solo di catturare il momento. Quando ho lavorato con Q-Tip ho imparato a fermarmi e mettere insieme varie idee prima di ritornarci su e vedere chiaramente tutte le possibilità su cui potevo portare il brano. Non avevo quell’approccio alla musica prima di allora.»

Bello, Q-Tip è come Dre.

«Esatto, ecco perché le robe non escono mai ahah»

Ora come ora la scena sta uscendo pazza quindi devo chiedertelo. Qual è la tua opinion sul battle rap?

«Intendi un battaglia vera o diss e robe del genere?»

Beh, tu sei di Detroit e posso dirti che qui in Italia 8 Mile era tipo il più grande film del mondo quindi le persone ancora oggi quando pensano a Detroit pensano al battle rap.

«Si e il battle rap va ancora forte a Detroit!»

La battaglia è anche in classifica ora, Kendrick e Drake. Cosa ne pensi?

«Beh, è tutto hip-hop e credo che quando sei in cima al trono vieni messo alla prova. Va tutto bene se rimane in musica.»

Qual’  la tua relazione con Kendrick e la TDE? In realtà ho scoperto la tua musica nel singolo del 2012 di Ab-Soul Terrorist Threats. Poi ti ho di nuovo trovato nel brano 1Train che era con Kendrick e anche l’incredibile Really Doe.

Sei in contatto con Kendrick?

«Non ci parlo da un po’ ma sono sicuro che se ci rivedessimo sarebbe come se non ci parlassimo dal giorno prima. Lui è uno dei miei rapper preferiti ed è un ispirazione ogni volta che rilascia un progetto. Sarò sempre in buoni rapporti con i ragazzi della TDE, sono come cugini di secondo grado. Ero con ScHoolboy Q non molto tempo fa. Quindi in poche parole, sono team K-Dot.»

Inoltre l’ultimo album di Q (BLUE LIPS) suona come se fosse ispirato dal tuo catalogo, è davvero un album fuori di testa.

«Ahah, grazie. Tra noi ci ascoltiamo sempre i progetti prima che escano, ci aiutiamo. Sono certo che lui avrà preso qualche trucco da me e io da lui.»

Qual è la tua opinione riguardo l’intelligenza artificiale? Io penso che tu sia uno di quegli artisti che una macchina non può rimpiazzare dal momento che hai un miliardo di voci diverse nella tua musica.

«Nelle produzioni penso sia una cosa figa, ancora non può replicare le emozioni ma può velocizzare il processo di alcune cose. Penso che se sei veramente talentuoso non importa ma per quelli che di talento non ne hanno molto, l’I.A. prenderà  il loro lavoro. Se devo essere sincero, adoro il progresso della tecnologia.»

Ti importa ancora di scegliere un singolo che rappresenti la visione di un album prima che esca? Chiedo perché ci vai forte anche con i video.

«Per me è più che altro un espressione, è una forma di terapia così cerco solo di fare il miglior progetto possibile, faccio questa cosa da 10 anni ormai e sono grato che alle persone importi ancora. Per i video ho il miglior team, sono così fortunato di avere un gruppo di persone così creative e non posso prendermi il credito per questo. Mi portano questi concept folli e scelgo la cosa più figa per la canzone.»

Sei mai stato in Italia?

«No per questo sono veramente eccitato, non vedo l’ora!»

Solo un’ultima domanda. Maggio è il mese di sensibilizzazione sulla salute mentale. La tua musica è molto terapeutica per molti di noi, quando registri un album o una canzone lo fai solo per te o consideri anche tutti quei fan che ti hanno seguito negli anni?

«Penso che in passato era più intorno a me. Ora l’essere sobrio mi fa pensare sotto un’altra luce. Sono più concentrato sul messaggio che lascio lì fuori e cerco di aiutare di più le persone. In passato era più una cosa egoista ma ora e in futuro sarò più cosciente dei contenuti che rilascio.»

Grazie, Danny, non vediamo l’ora di vederti a Milano!

«Grazie a te, è stato un piacere conoscerti, buona giornata!»

Danny Brown
foto di Peter Beste

 

• Original Version •

What’s up Danny? Thank you for doing this! Are you excited for this tour? Let’s start with a question about your last album and his title, Quaranta. Well, being Italian, I’m curious, why you choose our language?

No problem, yes!

«I mean, I was just looking for a cool way to say forty, just looking up different words and I actually recorded the album during quarantine so…the words looked similar.»

Age in general is a very important topic right now in Hip-Hop. What’s your take on that?

«Hip-Hop is still a fairly young genre in general in some sense where there are guys older than me who remember a time in their life where it didn’t exist or it was a new thing. So, I feel like I’m part of the first generation of Hip-Hop being a genre who was around since the day I was born. I think it’s all about the people that’s involved in it, for example my goal is to doing it till I possible can. It grows like the other genre where you have someone like the Rolling Stones who in they 70s they still touring. Right now we’re having the first wave of rappers like Nas who in his 50s is still being able to compete at an highest level.»

Speaking of Quaranta, my favorite joint was Best Jam. I think it’s a very unique song, it got a nostalgic feel to it. How did you come up with that vibe? It’s very different from the classic Danny Brown aesthetic.

«It’s really just the production, I just let the music guide me what I write. The concept of the song is me realizing after the album why I do music in the first place. It’s about being able to be that escape place from a person’s problems for at least 3 minutes and feeling better about their day. That’s like my whole purpose in life now. Being able to do that after I face my own problem throughout the project. You know in addiction you lose a bit of yourself and you can forget why you are doing the things that you doing.

I remember music in my family, when we were going through our times music was just be able to change the mood. Now I’m in the position to do that for other people.»

That’s beautiful man.

You also recorded “Scaring the Hoes”. That concept with JPEGMafia came before or after Quaranta? That was such a wild and unique album. I love how you guys name it the bonus tracks DLC, I assume you are a gamer then!.

«Oh yes!»

I remember in another interview you stated how your music is more like a From Software title (Dark Souls, Elden Ring) and not some Fortnite shit. You need to pay attention to enjoy it. What’s your favorite games at the moment?

«I’m more of a JRPG guy. The Persona series, that’s my favorite franchise then I would say something like Hotline Miami I think that game is really deep.»

Oh, I remember that, it was on PSVita! Such an underrated system!

«Yes, for those games, PSVita is the perfect system, and than I’m a sport guy so basically all the NBA games.»

Back to music, your discography doesn’t stop to amaze me, really one of a kind. Every album it’s like a different chapter and not only lyrically but sonically also. What’s the initial approach when you start to record an album?

«I just start recording a bunch of songs and I just let whatever my emotions and the production take me. Once I have a good amount of songs I kind of figure out the type of direction that I want to take. So, it really starts with just doing the work. To me it’s pretty much like a God-given talent, I feel like I’m a vessel for something, I don’t even know where I get it, I just let the pen go to work and figure out later.»

If a friend want to know about you, I always suggest Atrocity Exhibition. That’s my favorite and I think it’s an undeniable classic. What inspired that project in particular? Such a dark and aggressive album. I honestly think it’s the real Yeezus ahah, I sincerely think you did what Ye thought he was doing.

«Yes but Kanye had New Slaves and when you got a song with such a message with that marketing behind that, well…With Atrocity Exhibition was just me being alone, I was happy becoming a rapper but I had that sensation where any day could be the last. It could be over. Being alone, family change, friends change, I had just built a studio in my basement at the time and in my loneliness music was all I had.

I was falling deep in my addiction also…so it was just a very low moment in my life.»

You have a favorite album of yours?

«Nah, they are pretty much all my kids. I love them all for different reasons.»

Your story is very interesting, the majority of the public started to know you thanks to the XXX album but there was The Hybrid before that and in that same year you dropped a mixtape with Tony Yayo. Do you remember anything in particular in that fase of your career, I think it was 2010.

«Yes, I lived with Yayo for like a summer and just learn a lot. The name of the tape Hawaiian Snow was the strain of weed we was smoking at the time. That time made me realize if I would really want to do this, I was able to going on tour with him and 50 Cent and I experience a lot being around them.»

Since your collaborations are always particular, do you have a dream collaboration?

«I would really like to work with Jack White.»

Speaking of non-Rap collaboration. I remember your feature with Purity Ring on the Old album, fun stuff.

In uknowwhatimsayin? you let Q-Tip executive produced the whole album. What’s the most valuable lesson that you learned from the legend?

«It was to put all the care into the music before I release it because once you let it go you can’t take it back. I used to record a song and never going back to update it or fixed I was just like catching light in a bottle. When I worked with Q-Tip I learned how to pause and put ideas down and going back at it and thought of all the possibilities that I can take a song. I didn’t have that approach to music at the time.»

Nice, Q-Tip is like Dre.

«Yes that’s why the shit never comes out ahah»

Right now the scene is going crazy so I gotta ask. What’s your take on battle rap?

«You mean an actual battle or diss songs and shit?»

Well, you are from Detroit and I can tell you that in Italy, 8 Mile was like the biggest movie in the world so people here when think about Detroit probably think about battle-rap.

«Ye and battle-rap it’s still huge in Detroit!»

The battle is also on the chart now, Kendrick and Drake. What’s your take on that?

«I mean, it’s all hip-hop and I think when you are at the top of the throne you are going to be tested. It’s all good if it just stays to music.»

What’s your relationship with Kendrick or TDE? Actually, I discovered you thanks to the 2012-Ab-Soul single Terrorist Threats. Than again I rediscover you on 1Train which was with Kendrick and also the incredibile Really Doe. Are you in touch with Kendrick?

«I ain’t talk to him in quiet some time but I’m pretty sure that if we see each other it would be like we were hugging out yesterday. He is one of my favorite rapper and I’m very inspired every time he put out a project. I’m always cool with the TDE guys, they are like distant cousins. I was with ScHoolboy Q not to long ago. So basically, I’m always be team-K. Dot.»

Also, that last Q’s album sounds like it’s inspired by your discography, it was a very crazy album.

«Ahah thank you. We always play each other a project before it came out, help each other. I’m pretty sure he picked up some tricks from me and I picked up some things from him.»

What’s your take about A.I.? I think you are actually one of those artists that a machine can’t replace you since you have like a billion voices in your music.

«In production I think it’s pretty cool cause it still can’t replicate emotions but it can speed up the process in certain things. I feel like if you are really talented it doesn’t matter but for the people who aren’t really that talented, it’s gonna take they job. Honestly, I’m totally in for the progression of technology.»

Do you still care about picking a single or a song before the album who represent the all vision before it came out? I’m asking because you going crazy also on the visuals.

«To me is mostly like an expression, it’s a form of therapy so I’m just trying to make the best possible project. I be doing this for 10 years now and I’m grateful that people still care. For the visuals I have the best team, I’m so lucky to have such a creative team, I can’t take really credit for that. They bring those crazy treatment to me and I pick whatever I think it’s the coolest for the song.»

Have you ever being in Italy?

«No that’s why I’m actually exited! I can’t wait!»

Just one last question. May is mental health awareness month. Your music is very therapeutic to many of us, when you record an album or a song, are you doing that for you only or are you considering also the fans who followed you throughout the years?

«I think in the past it was more about me. But now with being sober It made me thinking in a different light. Now I am more concern with the message that I put out there and I’m trying to help people more. In the past I was more like an egoistic way but now and in the future I’ll be more conscious about the contents that I’ll put out.»

Thank you, Danny, we can’t wait to see you in Milan!

«Thank you! Love to meet you! Have a good one!»