Capitan Presente: il grido di ribellione di Mezzosangue

MezzoSangue
Foto di Michele Anzovino

Capitan Presente è il brano di Mezzosangue con cui nel 2012 si è fatto conoscere nella scena grazie al contest Capitan Futuro di Esa: ora ritorna in auge in vista del suo nuovo progetto, Musica Cicatrene – The Album, fuori il 19 luglio.

Questo pezzo si propone come una denuncia sociale e politica. Per renderla più efficace, Mezzosangue utilizza un linguaggio crudo e diretto in grado di esprimere la rabbia di chi, come lui, si sente tradito dalle istituzioni e oppresso dal sistema economico e politico.

Mezzosangue e la sua denuncia alla società con Capitan Presente

Questa merda non c’ha faccia, sto col passamontagna,
perché sotto c’è chiunque abbia un motivo per cantarla.

Il rapper indossa un passamontagna perché non vuole rappresentare solo se stesso ma tutti coloro che condividono la sua stessa rabbia. Mezzosangue si rende, dunque, portavoce della società, di tutti coloro che sono invisibili agli occhi dei potenti ma accomunati da un forte senso di giustizia. La denuncia si estende anche ai media, accusati di manipolare le informazioni.

In nome di ogni bimbo, stretto in un limbo, morto piano,
ha perso l’innocenza in una stanza in Vaticano
e ora è all’inferno? Non dirmi ste cazzate, vacci piano,
Padre, Dio ripudia il fatto che lei sia un essere umano.

Queste barre affrontano il tema degli abusi sui minori e si riferiscono in particolare a quelli commessi in ambito ecclesiastico. Mezzosangue condanna il tutto evidenziando l’ipocrisia di un’istituzione come la Chiesa che predica moralità ma che poi è coinvolta in scandali e crimini. L’attenzione si sposta poi sui lavoratori sfruttati dai potenti con una classe dirigente accusata di essere sorda e cieca di fronte ai bisogni della gente comune. In seguito, vengono criticate le banche e viene riposta l’attenzione sul fatto che il potere in Italia è concentrato nelle mani di pochi.

Qua c’è solo il peggio, ed è per sempre,
Chi di voi mi ascolta? chi invece mi sente?
Io sto qua, v’aspetto in piazza il 5 novembre..
Nessun capitan futuro, voglio un capitan presente.

Il pezzo si conclude con la richiesta da parte di Mezzosangue di essere non solo ascoltato ma anche sentito e capito. Invita il prossimo a mettersi nei suoi panni e nei panni della gente che, nonostante tutto, resiste e desidera una rivoluzione. La data del 5 novembre 1605, infatti, è legata alla congiura delle polveri, data fondamentale nella storia del Regno Unito. I congiurati, stanchi del governo, avevano pianificato di far saltare in aria il Parlamento britannico per uccidere il re e porre fine al governo come atto di ribellione.

Con il suo passamontagna, quindi, Mezzosangue non vuole solo lamentarsi di ciò che non va. Il suo intento è spronare all’azione e al cambiamento oggi, nel presente, perché senza agire sul presente non si avranno poi le fondamenta per il futuro migliore in cui spera il rapper.

Potete ascoltare Capitan Presente qui:

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