Il duo formato dal leggendario produttore Apollo Brown e dal rapper di Chicago Philmore Greene è fuori oggi con il nuovo album intitolato Cost Of Living.
L’intervista si è svolta in videochiamata, ma la loro alchimia e simpatia ci ha messo subito a nostro agio come se fosse tutto di persona: Apollo ci ha virtualmente accolto nel suo studio di Detroit e Philmore ha risposto a tutte le domande guidando nella sua auto.
Abbiamo effettuato questa piacevole chiacchierata con loro prima dell’uscita del progetto e ci hanno raccontato del loro sodalizio musicale, del processo di creazione di questo disco, delle loro ispirazioni e di molto altro.
Apollo Brown e Philmore Greene, tra Chicago e Detroit per il bene del rap – Intervista
Hello guys! First of all congratulations on the new album Cost Of Living. I’d like to ask you why did you choose this title and what’s the cost of living for you?
Apollo: «To me the title translates to the consequences of living. You know, a lot of the things that Philmore says in the album translate into that, these are the consequences of your living, whether you live righteously or on the total opposite in that spectrum. So this is the cost that you pay to live in the society today, whether it’s a big city or a small town, whatever State or country you’re in, but this is it. All the things that Philmore talks about in the album give you the idea of the sacrifices that you make to live in this world.»
Philmore: «Yes, it’s basically all in the intro. When you hear the intro he asks what’s the cost of living and then he changes up and asks what are the consequences of living. So basically consequences come from the choices you make, each choice you make in life has a consequence, whether that’s good or bad, but that’s what cost of living means to me. And that’s also what the album is about, when I was writing those records I wrote about the choices I made or my peers made or things that I saw. I just put it on paper and that’s what it is. So the cost of living has obviously nothing to do with money, but it’s about life.»
Ciao ragazzi! Innanzitutto congratulazioni per il nuovo album Cost Of Living. Vorrei chiedervi perchè avete scelto questo titolo e qual è il costo della vita per voi?
Apollo: «Per me il titolo si traduce direttamente nelle conseguenze della vita. Sai, molte delle cose che Philmore dice nell’album fanno riferimento a questo, queste sono le conseguenze del tuo vivere, che tu viva nel giusto o all’opposto. É praticamente il prezzo che paghi per vivere nella società di oggi, che tu viva in una grande città o in un piccolo paese, in qualunque Stato o nazione, è questo. Tutto ciò che dice Philmore nell’album ti dà l’idea dei sacrifici che fai per vivere in questo mondo»
Philmore: «Sì, è praticamente tutto nell’intro. Quando ascolti l’intro sentirai una voce chiede qual è il costo della vita e poi cambia chiedendo quali sono le conseguenze della vita. Quindi in pratica le conseguenze provengono dalle scelte che fai, nella vita ogni tua scelta ha una conseguenza, che sia buona o no, questo è ciò che per me è il costo della vita. E tra l’altro è ciò di cui tratta tutto l’album, quando ho scritto quei testi ho pensato alle scelte fatte da me o dai miei amici o a quello che ho visto nella vita. Ho messo tutto su carta ed è uscito questo. Ovviamente il costo della vita non ha niente a che vedere con i soldi, si tratta della vita stessa.»
And when and how was the collaboration between the two of you born?
Apollo: «Oh man, it was born about 37 years ago (laughs, ed). I’ve been a fan for a while, Philmore came on tour to Detroit and I spoke to him a couple times. The producers that backed him these past few years and Rashid Hadee, who’s a friend of mine and who I’m a big fan of, are an ultimate co-sign, I don’t even have to question it. Listening to Philmore and his music just resonated with me, it sounded great to me and I thought of what he could do over my productions. If he sounds amazing over Hadee’s productions he could sound amazing on mine too. I’m just a fan, I love his content, his delivery and I think it was one day I just hit him up and said “Yo man, we need to work!”. I didn’t know when it was going to be and whether we would do a song or an album, but then we finally got together and made this happen, we crafted this classic, man!»
Philmore: «I can’t really duplicate that answer cause Apollo said it best. One thing about Apollo is that he did everything he said he was going to do: he mentioned an album before this that he had to finish, he finished it and then he shot the message and said “Man, let’s make this classic!”. Who am I to turn down Apollo Brown (laughs, ed)? I’m just honored man, I got those tracks and I didn’t take them for granted. He told me “I need you to open up for this one” and there are some of these records on here in which I spoke about somebody’s else things, which is something I’ve never done on my catalogue, ever.»
E quando e come è nata la collaborazione tra voi due?
Apollo: «Sai, è nata circa 37 anni fa (ride, ndr). Sono un suo fan da molto tempo, Philmore è stato in tour a Detroit e ci ho parlato un paio di volte in quelle occasioni. I produttori che l’hanno seguito in questi ultimi anni e Rashid Hadee, che è un mio caro amico e di cui io sono anche un grande fan, sono persone che ammiro moltissimo, non devo neanche mettere in discussione una cosa del genere. Ascoltare la musica di Philmore mi ha fatto davvero provare qualcosa, era fantastico secondo me e ogni volta pensavo a cosa potesse fare su una mia produzione. Se suonava fantasticamente sulle produzioni di Hadee sarebbe stato fantastico anche sulle mie. Sono un fan, adoro i suoi contenuti, la sua delivery e così un giorno l’ho chiamato e gli ho detto “Fratello, dobbiamo lavorare insieme!”. Non sapevo quando sarebbe successo e se avremmo fatto una canzone o un album, ma alla fine l’abbiamo fatto succedere, abbiamo creato un classico!»
Philmore: «Non posso duplicare una risposta del genere, perchè Apollo l’ha detto nel migliore dei modi. Una cosa su Apollo è che lui fa sempre ciò che dice: aveva menzionato un album da finire prima di poter lavorare con me, l’ha finito e poi mi ha detto “Amico, facciamo questo classico!”. Chi sono io per dire di no ad Apollo Brown (ride, ndr)? Sono onorato, ho queste canzoni con lui e non le do per scontate. Lui mi ha detto “Ho bisogno che tu ti lasci andare per questo progetto” e ci sono canzoni in cui ho parlato anche di esperienze di altri, che è una cosa che non ho mai fatto nella mia musica, mai.»
Philmore, you described the album on the announcement post on your Instagram as a “cinematic beauty”, so are there any movies that inspired the both of you during the recording process of the album?
Philmore: «I’m a huge Scorsese fan, you know, I love cinematography: I know about the 180 degree rule, I know a bunch of things about cinematography and I’m self-taught, I do editing as well. But Imma come clean, when it comes to the inspiration behind this project, this was a cinematic beauty before I even put words to it. When I heard the beats for the project I told Apollo “I’ve got ideas for this one and for this one”, when you hear the strings and the chords and the bass it’s just a cinematic feel. I don’t know what the weather is right now for you guys, but right now it’s sunny in Chicago and all the trees are orange, that reminds me of a day on the ave in the intro when you hear it. So when I heard those beats I thought of several moments throughout a day. That best describes the album. He could have dropped this album without words (laughs, ed).»
Apollo: «Nah man, stop it, bro (laughs, ed)! Like I said before you made everything come alive, it wasn’t breathing yet and you made it breathe. Now it’s a cinematic beauty, now it’s a movie!»
Philmore: «Yeah man, it is. When you hear it you just sit back and let it play, no skips, tones of quotables, bass heavy… Just let it play man, you know it’s one of those records.»
Apollo: «Matteo has already heard it, man!»
Yes, and it’s great! That’s why I asked you about the “cinematic beauty” statement, cause I couldn’t agree more!
Philmore: «Oh you did? I’m glad it was a cinematic beauty to you then!»
Apollo: «You see man, we delivered! When we’ll come out to Italy you’ll check it out in person, cause for sure we gon’ be out there!»
Philmore, tu hai descritto il progetto, sul post Instagram per annunciarlo, come una “bellezza cinematografica”, ci sono stati dei film che vi hanno ispirato durante il processo di registrazione?
Philmore: «Sono un grande fan di Scorsese, sai, mi piace molto il cinema: conosco la regola dei 180 gradi, conosco molte cose di cinematografia, tutte da auto-didatta, faccio anche i montaggi. Ma devo essere onesto per quanto riguarda l’ispirazione di questo progetto, il disco era una bellezza cinematografica già prima che io ci mettessi le parole. Quando ho sentito le basi per il progetto ho detto ad Apollo “Io ho idee per questa e per quest’altra”, quando senti le corde, gli accordi e i bassi è davvero una sensazione cinematografica. Non so com’è ora il tempo da voi, ma qui a Chicago è soleggiato e gli alberi sono arancioni, questo mi ricorda un giorno nella via come descritto nell’intro dell’album. Quindi quando senti quelle basi ti ricordano sempre una parte della giornata. É il miglior modo per descriverlo. Lui avrebbe potuto pubblicarlo anche senza le mie parole (ride, ndr).»
Apollo: «No fratello, smettila (ride, ndr)! Come ho detto prima, tu gli hai dato vita, prima non respirava ancora e tu l’hai fatto respirare. Ora è una bellezza cinematografica, ora è un film!»
Philmore: «Si, lo è. Quando lo ascolti devi solo sederti e lasciarlo andare, senza saltare canzoni, tutto pieno di citazioni incredibili, di bassi… Lascialo andare, è uno di quegli capolavori.»
Apollo: «Matteo l’ha già ascoltato, amico!»
Sì, ed è stupendo! Ecco perchè ho chiesto della frase “bellezza cinematografica”, non potrei essere più d’accordo!
Philmore: «Ah quindi l’hai ascoltato? Allora sono contento che sia una bellezza cinematografica anche per te!»
Apollo: «Hai visto, amico? Abbiamo creato un bel progetto! Quando verremo in Italia lo vedrai di persona, perchè sicuramente arriveremo da quelle parti!»
Of course, I can’t wait! You have just two features on the album, why the choice of just two features and why those two?
Apollo: «Well, honestly we didn’t need any features at all, you know features are just a bonus, they just add a bonus to the album. You know, Philmore held it down the whole album, it was all filled up, there were no spots for features. We decided to break up a little bit the monotony and we added a couple features as bonuses. We had Rashid Hadee who has been there with us during the whole process, so it was only right to get him on a song, also I’m a big fan of the man both on the mic and on the beats and we’ve been friends for years. Then we had the incomparable Evidence, he’s my guy and also an amazing producer, but most of all a very distinct MC, you know Evidence when you hear him, period. The song Paradise where he is on fits perfectly with him, when I made the beat and Phil put the words on that, I still thought that was the song that needed an Evidence verse too, no other. When he got it he was like “The song is already finished, what do you need me for?” and I said “I need your take, I need you to add your spiciness”, he did and that’s what you’ve got. They were amazing bonuses but Phil had already held it down by himself, totally.»
Philmore: «Thank you man. I’ve never been feature-heavy anyway, but it’s a blessing to have Evidence on a record, everyone that knows me knows that he’s in my top 10. Apollo said he’s a very distinctive artist, when you can fill up a track using less words is unique, I study guys like him and it’s a honor… Rashid is my brother, you know. So those are the two features and I’m good with it!»
Certo, non vedo l’ora! Avete solo due features sull’album, perchè solo due e perchè proprio questi due?
Apollo: «Beh onestamente non avevamo neanche bisogno di features, sai, i features sono un bonus, aggiungono un bonus all’album. Sai, Philmore aveva già creato un grande album da solo, era già pieno, non c’era spazio per collaborazioni. Abbiamo però deciso di spezzare un poco la monotonia e abbiamo aggiunto due features come bonus. C’è Rashid Hadee che è stato con noi in studio durante tutto il processo di registrazione dell’album, quindi era giusto farlo rappare in un brano, sono anche un suo grande fan sia come rapper che come produttore e siamo amici da anni. Poi abbiamo anche la collaborazione dell’incomparabile Evidence, lui è un grande amico e anche un fantastico produttore, ma soprattutto un distinto MC, riconosci Evidence ogni volta che lo ascolti, punto. La canzone Paradise era la canzone che credevo fosse giusta per lui, quando ho fatto quel beat e Phil ci ha messo le parole, pensavo ancora che quella fosse l’unica canzone dell’album che avesse bisogno di un featuring di Evidence. Quando lui l’ha avuta ha detto “La canzone è già finita, perchè avete bisogno di me?” e io ho detto “Ho bisogno del tuo punto di vista, aggiungici il tuo tocco”, lui l’ha fatto e questo è ciò che ottenete. Sono stati due bonus fantastici, ma Phil ce l’aveva fatta anche da solo.»
Philmore: «Grazie amico. Io comunque non sono mai stato un grande amante dei featuring nella mia discografia, però avere Evidence nell’album è stata una benedizione, chiunque mi conosca sa che lui è nella mia top 10. Apollo ha detto che è un artista distinto, quando riesci a riempire una traccia con il minor numero di parole è una cosa unica, studio rapper come lui ed è davvero un onore poter rappare con lui… Poi c’è Rashid che è mio fratello, sai. Questi sono i due features e a me vanno benissimo.»
Of course you guys have Evidence on the song Paradise as you said, and you released it as a single, plus you released Time Goes as a lead single for the album. Why these two choices?
Apollo: «We’ve got one more to go, we’ve got one video and single coming out next week (already out, ed), it comes out when the album comes out and then we have a feature track. So we’ll have four in total by the time the album comes out to give everybody a taste of what’s going on, each track gives you a clear understand of what the album is about and sounds like, it kind of brings you in. I mean, that’s what singles are about, they persuade you to check out the rest of the album and I don’t think we’re doing a bad job in that. I mean, you heard the album, so you know (laughs, ed).»
Come già detto, avete Evidence nella canzone Paradise che avete estratto dall’album come singolo, per di più avete anche pubblicato Time Goes come singolo di punta del progetto. Perchè queste due scelte?
Apollo: «Ne abbiamo ancora uno da pubblicare prima che l’album esca, abbiamo un singolo con video in uscita settimana prossima (ora fuori, potete vederlo di seguito, ndr), uscirà poco prima dell’album e poi ci sarà anche una traccia collaborativa. Avremo quindi quattro singoli fuori prima che l’album esca proprio per dare a tutti un assaggio di quello che sta succedendo, ogni traccia dà una chiara idea di ciò che tratta l’album e di come suona, ti fa entrare in questo mondo. Alla fine è ciò che fanno i singoli, ti convincono ad ascoltare il resto del progetto e non credo che stiamo facendo un brutto lavoro in questo. Voglio dire, tu hai anche ascoltato l’album quindi lo sai (ride, ndr).»
That’s true! The two of you come from two pivotal cities for hip-hop: Philmore, you come from Chicago, and Apollo, you are from Detroit. What was the role of these two cities in the background of this project, if any?
Apollo: «I said this on another interview as well, but I’ve kind of relinquished the role of my city over to Chicago. My Detroit, that I represent wholeheartedly wherever I go, whatever music I make and whatever artist I work with, has been here throughout my whole career, but I’ve kind of relinquished to Chicago for this one. That’s because the words, the sounds, my interpretation, the visuals and everything about this album is Chicago, this is Philmore Greene, you know what I’m saying. So Chicago played a big role in this, it’s like the third artist in the project, it’s another star in it. I’ll let Philmore talk about that.»
Philmore: «Yeah, Chicago plays a big part, man, simply because when I write, I write about real life issues and I take you around this journey with words, and for the most part these are things that happened in this city and that I’ve seen. It’s no different from any other city, but this is what I know. Anytime I approach a beat and the beat tells me what to write, I just let it play and it just happens to be themed after Chicago. This city is everything to me man, there are so many stories… Unfortunately right now we’re like the talk of America and basically the world, because of what’s going on here with the emergence of the drill culture and people look at us under a microscope, so I thought to give people my point of view on what I think my city is. I still go to the neighborhood, I’ve got deep ties there with my people and they allow me to tell their stories because a lot of them can’t rap and they listen to me and love what I say. I can take you on a journey even of a simple story of just riding around, but the way I word it is going to be Chicago, a beauty. So this city played a huge part, man, and whether it’s good or bad, it’s the truth.»
È vero! Entrambi, comunque, provenite da due città importanti per l’hip-hop: Philmore, tu provieni da Chicago, e Apollo, tu sei di Detroit. Qual è stato il ruolo di queste due città nel progetto, se c’è stato.
Apollo: «Ho già detto questo in un’altra intervista, ma questa volta ho sostituito la mia città con Chicago. La mia Detroit, che supporto con tutto il mio cuore ovunque vada, qualunque musica faccia e con qualunque artista collabori, è stata qui per tutta la mia carriera, ma stavolta l’ho sostituita con Chicago per questo progetto. Questo è perchè le parole, le basi, la mia interpretazione, i video e tutto il resto dell’album rappresentano Chicago, questo è Philmore Greene. Quindi Chicago ha avuto un grande ruolo in questo progetto, è come se fosse il terzo artista dell’album. Ora infatti lascio la parola a Philmore per questo.»
Philmore: «Sì, Chicago ha una grande parte qui, semplicemente perchè quando scrivo, scrivo di vita vera e vi faccio fare un viaggio con le parole, la maggior parte delle cose di cui scrivo è accaduta in questa città e sono cose che ho visto. Non sono cose diverse da quelle che accadono in altre città, ma sono situazioni che conosco. Ogni volta che ascolto un beat per la prima volta e il beat mi dice cosa devo scrivere, io lo lascio andare e capisco che è parte della colonna sonora di Chicago. Questa città è tutto per me, ci sono così tante storie da raccontare… Purtroppo ora siamo sulla bocca di tutta l’America e del mondo a causa della cultura drill e le persone ci guardano attraverso un microscopio, quindi ho pensato di dare alle persone il mio punto di vista su cosa penso che la mia città sia. Vado ancora nel mio vicinato, ho legami profondi con le persone di quelle parti e loro mi permettono di raccontare le loro storie perchè non sanno rappare e loro mi ascoltano e adorano quello che dico. Posso portarvi in un viaggio con le mie parole anche raccontando una semplice corsa in auto, ma il modo in cui lo dico sarà nello stile di Chicago, una bellezza. Quindi questa città ha avuto un ruolo importante nel progetto, nel bene e nel male è la verità.»
Speaking of Chicago, there’s a song of the album that comes to my mind, titled Steep Life, in which Apollo samples Common, one of the best MCs ever from Chicago, I loved it! Was it a homage to Chicago and to Common?
Apollo: «I made that beat specifically for the album and specifically for Philmore. I knew this album was Chicago and one of the largest representatives of Chicago is Common obviously, moreover that sample played perfectly, it was perfect for the hook. We actually shot a video for that song and that will be our next single.»
Philmore: «That’s going to be heavy! That record right there… The way Common said those bars, it just sounded right, so much conviction in those bars and those lines are just heavy (they sing the hook together, ed).»
Apollo: «That’s just the truth: “rappers and hoopers”. Whether you gon be an entertainer or an athlete, those seem to be the only ways out the ghetto. People think that’s the only way out and they push you towards that, obviously there are other ways, but those just seem to be the easiest ones.»
Philmore: «Yeah man, that record right there tells true stories. When Apollo sent it back to me ready, I was sitting in a room with a couple of homies. I know when the beat drops, I know the record and, when the beat dropped, all of them said the same thing at one time, like in unison, “WOOOOO!!” (exclaims, ed). They were four and they said that at the same time (laughs, ed), I was like “Yeah, this is heavy! This is it.”»
Apollo: «Yeah man, that’s a beautiful track. The album itself is so introspective. You know it too, Matteo, you heard it. I mean there are no bangers or raw tracks, everything on the album is very introspective and it takes you to places. It’s a heavy album, it’s a very grown album, it’s very relatable and you know, that’s how we wanted it.»
Parlando di Chicago, c’è una canzone dell’album che mi torna in mente, intitolata Steep Life, in cui Apollo campiona Common, uno dei migliori MCs di Chicago di sempre, ho adorato questo campionamento! Era un omaggio voluto a Chicago e a Common?
Apollo: «Ho fatto quel beat proprio per l’album e per Philmore. Sapevo che l’album sarebbe stato del sound di Chicago e, ovviamente, uno dei più grandi rappresentanti di Chicago è proprio Common, il campionamento è stato anche perfetto, era perfetto per il ritornello. Abbiamo anche girato un video per quel brano e sarà il nostro prossimo singolo.»
Philmore: «Sarà forte! Quel brano… Il modo in cui Common rappa quelle barre, suonava davvero bene, quanta convinzione in quelle barre e quei versi sono davvero forti (rappano insieme il ritornello, ndr).»
Apollo: «É proprio la verità: “rappers e cestisti“. L’intrattenimento e lo sport sembrano le uniche vie di uscita dal ghetto. Le persone pensano che queste siano le uniche vie e ti spingono verso queste direzioni, ovviamente ce ne sono altre, ma queste sembrano essere le più facili da imboccare.»
Philmore: «Già fratello, quella canzone racconta storie vere. Quando Apollo me l’ha inviata completa per la prima volta, io ero seduto in una stanza con alcuni amici. Io so quando arriva il beat, conosco la canzone e, nel momento in cui c’è stato il drop, tutti i miei amici hanno detto la stessa cosa all’unisono “WOOOO!”. Erano in quattro e hanno fatto questo verso tutti nello stesso momento (ride, ndr), io ero tipo “Sì, questo è tosto! É proprio quel tipo di canzone.»
Apollo: «Sì amico, è una traccia bellissima. L’album stesso è molto introspettivo. Lo sai anche tu, Matteo, l’hai ascoltato. Voglio dire, non ci sono hits o tracce crude, tutto è molto introspettivo e ti porta in posti nuovi. É un album tosto, molto maturo, ti ci puoi immedesimare ed è proprio come lo volevamo.»
Yes, it’s very cohesive, it seems like a movie, it’s great! Now I don’t want to seem too mainstream but, Apollo, what’s your top 5 producers, and Philmore, what’s your top 5 rappers?
Apollo: «I mean, everyobody knows that my GOAT is Dj Premier, I don’t really have to say much, he’s Preem! Running off the rest of the 5, I would probably say Dj Muggs, RZA and The Alchemist… That’s a hard one (laughs, ed)!»
Philmore: «Top 5? Matteo, you put me on the spot but Imma give an answer… There’s no order, but you know, I have to go with the “God’s son” Nas, B.I.G., Hov… I’m already in trouble (laughs, ed), but I have to go with my man 3K, Andrè 3000, but it may switch up next week (laughs, ed).»
Apollo: «Yeah, there’s at least a spot which is a rotating door, always rotating, it just depends. Usually four of them are always there though. Just because Alchemist to me has been the hardest working producer in this shit for years, he definitely deserves to be in my top 5, he runs the top 5 and, while there’s a fifth spot that rotates, that top 4 always remains consistent and constant. Always a good question!»
Già, è molto coeso, sembra un film, è fantastico! Ora non vorrei sembrare troppo scontato ma, Apollo, qual è la tua top 5 produttori, e Philmore, la tua top 5 rappers?
Apollo: «Allora, tutti sanno che il più grande di sempre per me è Dj Premier, non c’è molto da dire, si tratta di Preem! Per gli altri della top 5 direi Dj Muggs, RZA e The Alchemist… É davvero difficile però (ride,. ndr)!»
Philmore: «Top 5? Matteo, mi metti in difficoltà ma ti darò una risposta… Non c’è ordine, ma sai, devo dire il “God’s son” Nas, B.I.G., Hov… Sono già in difficoltà ma devo dire anche il grande 3K, Andrè 3000, ma potrebbe cambiare la prossima settimana (ride, ndr).»
Apollo: «Sì, c’è sempre una posizione nella lista che è una porta scorrevole, ruota sempre, dipende. Però solitamente quattro su cinque sono sempre lì. Dato che Alchemist è uno dei più grandi lavoratori in questa industria da molti anni, merita certamente un posto nella mia top 5, lui la domina e, mentre c’è un quinto posto che cambia sempre, quella top 4 rimane sempre costante. É sempre una bella domanda però!»
What are your future plans? Maybe touring, maybe even in Italy?
Apollo: «Whenever I tour, I always come out to Italy, so the plans are definitely there, we want to take the show on the road, man. We want to put the album out, let the people know what it’s all about, let people learn it and let it marinate a little bit and then come out. Definitely in the first half of 2023, me and Phil will come out there and hit people over the head. We’ll definitely set that up, actually that’s already been talked about.»
Philmore: «I have no problem with it. I haven’t got the opportunity to get overseas yet, so I’m definitely ready. I’m honored, I want to get over there, touch the soil and spread my voice. This album’s gon rock, I’m speaking with confidence, but I’m just ready. I can’t wait to get over there and meet everybody, I always want to tour, that’s always in my mind!»
Quali sono i vostri piani futuri? Magari un tour con qualche data in Italia?
Apollo: «Ogni volta che vado in tour passo sempre dall’Italia, quindi il piano è certamente quello, vogliamo portare lo spettacolo in giro, amico. Vogliamo che l’album esca, che la gente capisca di che si tratta, che le persone lo imparino e vogliamo che ci si abituino e poi usciremo. Sicuramente nella prima metà del 2023 io e Phil andremo là fuori a sorprendere la gente. Organizzeremo sicuramente un tour, in realtà siamo già a un buon punto.»
Philmore: «Non ho alcun problema con questa idea. Non ho ancora avuto l’opportunità di andare all’estero in tour, quindi sono assolutamente pronto. Sarei onorato, voglio andare là fuori, toccare nuovi suoli e diffondere la mia voce. Quest’album farà casino, ne sono convinto e sono pronto. Non vedo l’ora di andare là fuori e incontrare tutti i fan, ho sempre voglia di andare in tour, è sempre nella mia mente!»
Thank you Apollo and Philmore, it’s been a great fun and a honor for real!
Apollo: «Appreciate it man, we appreciate you having us, straight up. We’ll see you when we get over there, man!»
Philmore: «Thank you man, bye, take care!»
Grazie Apollo Brown e Philmore Greene, è stato molto divertente ed è stato un vero onore!
Apollo: «Lo appreziamo, amico, grazie davvero. Ci vedremo quando arriveremo dalle tue parti!»
Philmore: «Grazie amico, ciao, stai bene!»
Ora è giunto il momento di mettere play insieme Cost of Living, il nuovo album ufficiale di Apollo Brown e Philmore Greene: buon ascolto!