Analizziamo Cambio Di Stagione, l’ultimo singolo di Dutch Nazari.
Torna la rubrica di analisi dei testi rap della scena italiana, e protagonista di questa “puntata” è Dutch Nazari con la sua Cambio Di Stagione, singolo prodotto da Sick et Simpliciter e uscito lo scorso 26 luglio per Undamento.
Analisi tecnica di Cambio Stagione di Dutch Nazari
Ultimo capitolo della trilogia estiva proposta dal rapper veneto (insieme a Di me i baristi e Bravi tutti), Cambio di stagione è un pezzo composto da tre strofe intervallate da un ritornello che offrono interessanti spunti sia dal punto di vista contenutistico, sia dal punto di vista retorico.
Nella prima strofa, a saltare subito all’occhio non può che essere la (semi)citazione in apertura del brano (“Netflix resta spento e non lo guardo più”), che ci riporta dritti dritti al 1996, quando un certo Neffa pubblicava Aspettando il sole, una traccia che dagli anni zero in poi sarebbe diventata paradigmatica per chiunque in Italia volesse muovere i propri passi nel rap e che Dutch ha dimostrato di apprezzare particolarmente, riferendosi ad essa anche in un pezzo precedente (Luce clandestina).
Nei versi di Dutch si nota un abbondante uso della prosopopea, una figura retorica che consiste nel dar voce ad oggetti senza vita (“la gonna corta racconta di anni migliori”, “sta pioggia dice farà annegare i miei fiori / “ricorda” dice, “la bici non la legare qui fuori”, “se l’ansia chiama”) e della personificazione, utilizzata per conferire tratti e comportamenti umani ad esseri inanimati o concetti astratti (“la vita sorride”).
Nel ritornello è presente un paragone (“ed ho un momento per guardare dentro a tutte le cose / che ho tentato di nascondere / sotto a un tappeto come polvere”), che simboleggia il momento della resa dei conti con le cose che a volte pensiamo di aver dimenticato ed estirpato e invece alla fine sono sempre lì, pronte a guardarci negli occhi non appena alziamo l’angolo del tappeto, finché non avremo il coraggio di spazzarle via definitivamente.
Nel testo appaiono poi tre paronomasie (con conseguenti allitterazioni), costituite dall’accostamento di due termini simili per suono e grafia, ma ben distinte per significato, così da realizzare degli incastri fonetici e dei giochi di parole (“fan rima / farina”, “file dei denti / fine dei venti”, “salutista / assolutista”; questi due ultimi casi sono anche degli omeoteleuti, in quanto sono posti in posizione simmetrica in chiusura dei versi e terminano con la stessa desinenza).
In aggiunta a ciò troviamo alcuni enjambement, dei fenomeni metrici per cui due parti del discorso sintatticamente unite fra di loro vengono spezzate in due versi distinti per porre l’attenzione sul termine “dislocato” nel verso successivo (“che sta sempre in tv ed ha sempre più / voci che si uniscono al proprio coro, per la prima volta non so / alle elezioni neanche se voterò”). In quest’ultimo verso è ravvisabile anche un’anastrofe, ottenuta mediante l’inversione dell’ordine naturale delle parole nella frase (“prima volta / non so” … “alle elezioni / se voterò”): i verbi principali infatti sono collocati in ultima posizione, in modo da creare l’assonanza alla fine dei due versi.
Infine, quasi al termine della strofa, si riscontra l’uso della diafora (“regime / regime”), ovvero la ripetizione di due parole che pur avendo la stessa pronuncia, hanno significati diversi: infatti, mentre il primo indica un modo di comportarsi, in questo caso connesso al cibo, il secondo fa riferimento ad un ordinamento politico.
Analisi contenutistica di Cambio Stagione di Dutch Nazari
Il brano è – a mio avviso – il più stimolante e profondo tra quelli pubblicati da Dutch Nazari durante quest’ultimo mese, in quanto se in un primo momento si potrebbe pensare che il cambio di stagione a cui ci si riferisce nel titolo sia unicamente quello metereologico (di cui infatti si parla nella prima strofa), ascoltando il pezzo si possono individuare tre livelli di lettura, che corrispondono a tre diversi cambiamenti.
Il primo, quello più generico e universale, è – come già accennato – quello climatico, esemplificato nel passaggio fra primavera ed estate, fatto di temporali estivi improvvisi e pregno di quello spleen tipico dell’agosto in città che Dutch mette in rima con la delicatezza e la malinconia soffusa e sussurrata che da sempre contraddistingue la sua scrittura.
Dal generale si passa poi al particolare, alla sfera più strettamente personale, in cui viene raccontato il cambiamento anagrafico dell’autore, che, arrivato alla fine dei vent’anni, varca la soglia dei trenta ed entra quindi nell’età adulta.
È però la terza strofa quella più interessante e identificativa dello stile del rapper patavino, che anche questa volta non manca di dimostrarsi un perfetto scrutatore della realtà sociale e politica che ci circonda, cosa che nel tempo lo ha portato ad essere annoverato fra i nomi più importanti del conscious rap italiano, e devo dire che ascoltando le sue parole, non ho potuto fare a meno di tornare indietro a due anni fa, quando DJ Fastcut, Principe e Kento scrivevano “Di sti tempi bisogna stare attenti / prendi posizione / odia gli indifferenti”. E in Cambio di stagione, fra un riferimento alla politica urlata e truculenta che impera nei salotti televisivi e una critica al giornalismo che alla dieta della frutta affianca un articolo di politica dispotica e oppressiva, Dutch Nazari fa proprio questo: sta attento, prende una posizione e non rimane indifferente; forse è disilluso – quello sì – ma del resto, visti i tempi, come dargli torto?
Grafica di Mr. Peppe Occhipinti.
Foto di Davide Santinello.