In queste settimane due progetti stanno parallelamente facendo discutere in diversi lati della scena Hip-Hop. Ai piani mainstream Eminem ha ucciso Slim Shady col suo The Death of Slim Shady (Coup de Grâce), in quelli underground Lupe Fiasco descrive una Amy Winehouse in un universo alternativo in cui non è la sua voce a renderla leggenda ma la sua capacità di battere qualsiasi avversario a colpi di rime.
Eminem e Lupe Fiasco ci fanno riflettere sullo stato attuale del rap
Eminem e Lupe non hanno ancora incrociato le loro strade in studio di registrazione ma i loro due recenti lavori li avvicinano dimostrando di come questo genere possa dipingere luoghi e persone con la stessa precisione degli scalpelli di Michelangelo.
Nonostante la complessità lirica di Lupe, è Eminem quello che ha tenuto opportuno notificare al mondo di come questo progetto in particolare vada ascoltato nella fluidità presentata, dalla prima all’ultima traccia. Nonostante tutto, sembra che una buona fetta di chi vive criticando la musica creda che Slim Shady sia ancora in giro cercando di sconvolgere come suo obiettivo principale, quando la realtà è visibilmente un’altra. Ovviamente la critica di The Death of Slim Shady è dannatamente più ampia data la fama del suo autore ma questo non scusa dalla grande incomprensione che può scaturire un erroneamente dichiarato “scontato” Marshall Mathers.
Dall’altra parte il più contenuto pubblico di Lupe Fiasco si è trovato dinanzi un progetto che parte come premessa di una title track registrata anni fa per puro favore personale artistico. Da lì, l’autore di Chicago ha disegnato e designato la sua incredibile carriera nello spirito di una delle voci più iconiche uscite dal Regno Unito.
Vivere e ascoltare entrambi i progetti mi ha aiutato a capirli meglio e a valorizzarne gli MC data la loro coinvolgente passione per le parole. L’Hip-Hop non è solo vivo e vegeto ma si sta evolvendo oltre ogni frazione numerica registrata da Apple Music o Spotify, le playlist corrono e anche la musica, ma a porre i freni sono progetti del genere. Stop necessari per dettare le nuove regole del gioco, quelle in cui giovani e veterani possono condividere lo stesso palco, alimentandosi delle proprie energie.
Ciò che JID ha fatto in Fuel è esattamente la dimostrazione di come la campagna portata da Eminem post-Revival sia uno squarcio nel matrix che dava l’MC di Detroit come un bigotto nei confronti delle più giovani linfe vitali della scena.
Lupe invece è il saggio del villaggio, quello che insegna al MIT (Massachusetts Institute Of Technology) e che nel passatempo dipinge e conquista cinture nere in oriente. Samurai è incredibile perché riassume perfettamente la vertiginosa complessità del suo autore in sole otto tracce regalando introspezione, storytelling e liricismo nudo e crudo per il puro gusto di farlo.
Ma cosa hanno in comune questi due giganti del genere? Probabilmente la loro capacità di essere riusciti a rendere propria la loro narrativa. Lupe una volta ottenuta l’indipendenza discografica è rinato nella propria creatività; Eminem ha sempre più focalizzato il suo tempo nello spingere la sua di creatività al limite del dizionario. Marshall Mathers non va ai Met Gala o ai party di Michael Rubin ma non perde quasi mai occasione di narrare in diversi documentari di come questo genere sia speciale per sé stesso, e per il mondo.
Anche The Death of Slim Shady racconta di un personaggio, uno la cui forza negli ultimi anni è stata quella di far credere ad una vasta maggioranza del pubblico che Eminem sia qui esclusivamente grazie alle datate prese in giro di pop culture dei primi del 2000. Ma il trucco è uscito fuori e Eminem negli ultimi album ha dimostrato che può esistere con lui al comando o addirittura totalmente senza Slim Shady.
La prima parte di questo album proietta fantasmi del passato, raccontando ai più giovani di cosa si sta parlando, o meglio, di cosa si sta uccidendo. Un’operazione che dimostra di come l’Eminem del passato è sempre stato qui, semplicemente si era evoluto quando tutti quanti erano troppo occupati a reclamarlo. Marshall Mathers non aveva mai prima d’ora totalmente messo fuori gioco Slim Shady, che sia resuscitato nelle perverse mansioni da killer in Relapse o nel ritorno all’Hip-Hop Shop flow di Evil Twin, Eminem ha utilizzato Shady nella seconda decade della sua carriera più come asset artistico che come seconda iterazione della sua personalità.
Ma qualcosa è cambiato negli ultimi anni, i più giovani hanno riscoperto le sue vecchie hit, canzoni come Without Me o Mockingbird sono riesplose grazie alla loro autenticità. Questo ha indubbiamente preparato Eminem ha ricapitolare la sua carriera nel victory lap del 2022, tra un’epica performance al Super Bowl e il rilascio di un secondo Greatest Hits. Era il momento di iniziare un nuovo capitolo, probabilmente l’ultimo della sua incredibile carriera.
Shady è morto o è mutato? Lo scopriremo presto.
La Amy Winehouse di Samurai e lo Slim Shady di Eminem proiettano la creatività dei loro autori davanti ad un pubblico che, in base a quanto tempo deciderà di dedicare alle suddette opere, la verità si farà sempre più ampia.
Nel frattempo, se qualcuno vi dice che l’Hip-Hop è morto, non gli credete.