Drake e Pusha T hanno rimesso al centro il Rap.
Parlare di dissing nel 2018 risulta quasi noioso. Non tanto perchè il pubblico non ami le faide e gli insulti (anzi), quanto perchè del termine si è abusato fino al privarlo di qualsiasi significato.
Mentre in Italia la scena è più unita che mai, e le discussioni vengono risolte sulle storie di Instagram – giusto perchè il rap non si deve più ascoltare ma solo guardare (parafrasando Gue) – la scena hip hop americana è in pieno fermento a causa del beef tra Pusha T e Drake.
Indipendentemente dalla preferenza di ciascuno, è esaltante vedere come la musica sia stata finalmente rimessa al centro degli interessi degli artisti. In un momento in cui il culto dell’immagine ha preso il sopravvento su qualsiasi cosa, ecco che il rap viene riposizionato al centro dell’attenzione. È indubbia difatti la qualità delle canzoni proposte dai due pesi massimi della scena: Drake ha ricordato a tutti il motivo per cui è diventato una delle pop star più amate del pianeta, ribadendo tutte le sue qualità liriche (spesso messe in discussione o dimenticate) con “Duppy Freestyle“. Dall’altra parte del ring Pusha T sta rispondendo colpo su colpo al colosso di Toronto, non indietreggiando un centimetro e contrattaccando, sia nel pezzo “Infrared” (contenuto in “Daytona“) sia nell’ultima risposta “The Story of Adidon“.
Da parte del pubblico, questo ha provocato un’esaltazione generale di tutti gli appassionati, che vedono nel rap un genere dove la competizione è una componente chiave. La corsa per il raggiungimento del primo posto e per essere il numero uno della scena, abbandonando finalmente i social e portando il livello allo scontro artistico dove le capacità individuali prevalgono.
I due pesi massimi del rap americano hanno “fatto un passo indietro”, riportando il rap ad uno stadio più originario ma in definitiva più interessante. Grazie.