Power Slap di Marracash, un comodo schiaffo alla scena

Marracash
Foto di Andrea Bianchera

È uscito È Finita La Pace, il nuovo album di Marracash, e la traccia d’apertura Power Slap ci offre la possibilità di fare una riflessione sulla scena e ciò che ci gravita attorno

Speriamo che il Power Slap di Marracash faccia aprire un po’ gli occhi

Il rap italiano che non sa più come dire, che non sa più cosa dire“. Termina con questa sentenza la traccia d’apertura di È Finita La Pace, l’album di Marracash uscito a sorpresa ieri mattina.

Per dare inizio al suo settimo disco, Marra ha voluto dare un power slap alla scena, prendendo in prestito il nome di quello sport americano dove due contendenti si prendono, semplicemente, a schiaffi in faccia.

Di uno schiaffo, in effetti, si tratta. Non è da tutti cominciare un album in questo modo, soprattutto se rilasciato a sorpresa, soprattutto se pubblicato da Universal. Sì, perché il rapper di Barona nelle sue strofe attacca ciò che anche la sua major ha contribuito a creare nella scena rap nostrana. Testi, ritornelli, beat, autori, merch, outfit, campagne marketing: tutto (quasi sempre) uguale quando si viene lanciati da quei piani alti in cui, forse, Marra non è che ci stia così bene ma finché gli offrono un rinnovo da sette zeri, il rospo lo si manda giù con più serenità.

Stessi producer e stesse guest
Stessi argomenti e le stesse reference
Va bene così perché fanno tutti i platini
Premiati in TV, tutti bravi su Esse Magazine

Non vogliamo ora soffermarci su questa dietrologia, bensì su cosa è lampante ascoltando le due strofe d’apertura del disco: gran parte della scena che va per la maggiore in Italia fa schifo e il pubblico è perennemente bombardato da messaggi, spot e post che vogliono fargli credere l’esatto contrario. Spesso e volentieri ci riescono nel loro intento. Quando non ce la fanno, la disillusione dura poco e alla release successiva ricomincia ancora una volta lo stesso loop.

Chi però non si sofferma alla superficie ma si rimbocca le maniche e scava di brano in brano, di progetto in progetto, si accorge senza neanche troppa fatica che siamo circondati da «stessi producer e stesse guest, stessi argomenti e le stesse reference» e «rit scritti dagli stessi autori».

Carriati dai feat, fitti fitti, stessi nomi
Carriati dai rit scritti dagli stessi autori
E ogni anno si abbassa l’asticella
Provo a farci il limbo, con la testa tocco terra
Ti ricordo, bimbo, chi saresti con sta sberla
Senza Sanremo, senza l’estivo, senza Petrella

La nostra speranza è che chi si sta gasando ora per queste barre di Power Slap, possa aprire gli occhi una volta per tutte su quale sia il rap italiano fatto bene e quale no.

Perché in Italia ne abbiamo in abbondanza, solo che la gente non ha voglia di cercarlo ma, forse, nemmeno di ascoltarlo?