Jap e Paggio sono Old but Gold. Fino alla morte!

jap e paggio

Old but Gold. Jap e Paggio, ‘vecchi d’oro’ della scena underground, colorano di dolce malinconia quest’ultimo venerdì primaverile del 2024. Disco costruito con la ‘Formula Illmatic’ (‘solo’ 10 tracce) nella ricerca di un difficile equilibrio tra le nuove sonorità e i gusti – e le esigenze – di chi è nella scena da un tot, e non cede di un millimetro.

Old but Gold, Jap e Paggio, V.A. Stories

‘Scuola’ di tutto rispetto, quella del rap veronese. In anni difficili, di cambiamento necessario e del necessario adattarsi ad esso, ha sempre mantenuto alta la bandiera dell’indipendenza musicale, e della pura espressione di sé, e della realtà che lo plasma.

Uno dei nomi da sempre più stimati ed apprezzati è – per tutti noi – quello di Osteria Lirica. A quasi un anno di distanza dall’uscita di Vanagloria di Zampa, ecco il ritorno di Jappy Jap – a segnare in qualche modo il ‘ritorno’ della mitica Crew – che insieme a Paggio firma Old but Gold. Dichiarazione d’intenti, manifesto artistico, mantra.

Jap, vecchio d’oro (e ‘cresciuto col mito di Bart Simpson’, a dimostrazione del fatto che l’età è uno stato mentale), mantiene il suo stile crudo e ‘dritto’, ricercato senza ostentazione, ad impatto, come nella migliore tradizione dei cerchi di freestyle.

Mi sia concessa una breve digressione personale. Tanti anni fa, nel mio abituale e quotidiano digging su Youtube – prassi per tutti gli appassionati della mia generazione – scoprii un disco (Gorilla Guerriglia) con dentro una canzone dal titolo inequivocabile: Vizi.

La prima strofa di quel mitico brano di ormai 24 anni fa era proprio di Jap che, dopo una breve introduzione parlata, esordisce in questo modo:

“è lunga, stretta, fatta a barchetta/voglio comandarla a bacchetta, come nel tennis le palle sulla racchetta/rientra nella genetica della mia persona/un vizio da quando sono nato, intrinseco in ogni mio cromosoma”

Chiaro a tutti di cosa si parla? Vizi, per ogni adolescente in crisi ormonale – nel brano ognuno dichiarava il proprio ‘vizio principale’; così nelle strofe venivano fuori il sesso, l’alcool, le droghe, le feste… – era la bibbia. Ho risentito quel pezzo qualche giorno fa. E oggi, mentre scrivo di Old but Gold, il me ‘adolescente-sfigato-con i Baggy ultra Xl’ mi sta ringraziando. Quel tempo passato su Youtube, non è passato invano.

Aka Guastafeste

Messa da parte l’aneddotica e i ricordi personale, dovremmo occuparci del disco. Un disco che, senza grossi acuti, scorre, dalla prima alla decima traccia, in maniera abbastanza omogenea. Paggio dosa sapientemente venature Boom Bap a sonorità più ‘attuali’, e Jap ci viaggia a meraviglia.

I pezzi più riusciti, a nostro avviso sono Fino alla morte ( Benvenuti nell’era dello smart/tutti Superman con le loro Supercar/l’artista di talento non diventerà una star…”) e soprattutto Guastafeste, brano arricchito dai featuring di Zeus One e Dj Berthony.

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Gira tutto alla perfezione: il beat, le liriche, gli scratch. Divertito, caustico, con il giusto piglio e quel poco di ‘spocchia’ che è il sale nella pasta, Jap il ‘Guastafeste’ confeziona una piccola hit, che da oggi sarà a disposizione di ogni Dj Set per ogni Dj che vorrà infiammare la platea con un po’ di rap nostrano.

Certo, oltre i punti forti, ci sono le pecche. Il ruolo della ‘critica’ – e ogni rivista di settore, a suo modo, dovrebbe esserlo – consiste proprio nell’evidenziare entrambi, per permettere a questa Cultura di (finalmente) progredire.

Qualcuno, a questo punto, potrà anche obbiettare – con le parole del regista Sergio Citti – che il critico è “un preservativo che parla dell’atto sessuale”. Frase certamente ad effetto, ma che non può che rispondere ad una realtà parziale.

La giusta distanza, il filtro messo in opera dalla Critica (nel nostro caso musicale) aiuta a comprendere, è determinante nel capire, per progredire. Old but Gold pecca, a nostro avviso, di poca ‘incisività’. C’è troppo ‘rap per il rap’, troppe skillz senza riflessioni a controbilanciarne l’effetto. C’è comunque accortezza metrica, c’è una produzione con un campionamento mai banale, e c’è tanta passione. E, di questi tempi, è oro colato. Anche se ‘vecchio’.