La lista dei rapper americani uccisi purtroppo è molto lunga e, tra le vittime di questa scia di sangue che continua ad invadere la discografia hip hop, troviamo anche quella che era una giovanissima promessa della drill: King Von.
Ma prima di vedere com’è stato ucciso questo giovane artista e perché, dobbiamo necessariamente tornare agli albori della sua storia e comprendere il contesto nel quale viveva ed era cresciuto, che ci aiuterà a capire meglio le dinamiche che hanno portato alla sua dipartita e che hanno determinato molte delle sue scelte.
La vita di King Von: dal blocco, ai primi reati
Il protagonista di questa nuova storia è Dayvon Daquan Bennett, meglio conosciuto come King Von. Classe 1994, nasce a Chicago nel blocco 6400, noto anche come O’Block, e viene cresciuto principalmente dalla madre a causa dei numerosi arresti del padre, ucciso poi quando King Von aveva solo 11 anni, da uno sconosciuto armato. Ben presto, la vita di Dayvon è investita da una scia di violenza.
Commette, infatti, a soli 16 anni i primi reati e verrà anche arrestato con l’accusa di rapina. Nel tempo, acquisisce anche la triste fama di Hitman (sicario), in quanto divenuto un vero e proprio shooter del blocco in cui era cresciuto.
Nonostante le indagini non furono mai portate a termine, a suo carico ci furono, infatti, molteplici indagini per omicidio, che lo portarono alla detenzione per ben tre anni. King Von fu accusato anche di tentato omicidio plurimo, ma le accuse caddero per mancanza di testimoni, finendo inevitabilmente per scagionarlo.
L’accusa di omicidio più recente, risale ad una sparatoria nel 2019 che ha visto anche il coinvolgimento dell’amico e collega Lil Durk. I due rapper furono arrestati con l’accusa di aver rapinato un uomo e poi di avergli sparato fuori da un drive-in. Dapprima, rimasero in carcere per alcune settimane, ma successivamente vennero rilasciati su cauzione.
Le gang, la nomina di sicario e i primi successi
Per capire meglio la mentalità di King Von, inoltre, è importante focalizzarsi su un particolare: durante la sua carriera artistica, era solito utilizzare il soprannome che gli era stato affibiato in carcere: Grandson. Questo soprannome gli venne attribuito poiché ritenuto molto simile allo zio David Barksale, sia nel modo di comportarsi che di pensare. Suo zio era tutt’altro che estraneo alla vita criminale, basti pensare, infatti, che era il fondatore di una gang: la Black Disciples.
Nonostante i diversi arresti subiti e la nomina di “sicario”, King Von riesce nel 2018 a firmare il suo primo contratto discografico e a ritagliarsi uno spazio all’interno dell’industria musicale. Poco dopo la firma del contratto, rilascia i singoli Problems e Crazy Story e questo è solo l’inizio…
Subito dopo la pubblicazione del video di quest’ultimo brano, arriva per lui un grandissimo successo, che lo porta a raggiungere più di 20 milioni di visualizzazioni. A questo primo grande riconoscimento, fanno seguito Crazy Story 2.0 con Lil Durk e Crazy Story pt.3. Tutti i capitoli della saga restituiscono a King Von molta soddisfazione in termini di accoglienza da parte del pubblico. Nell’estate del 2019, King Von, nuovamente con Lil Durk, pubblica Like That e, finalmente, nel settembre dello stesso anno esce il suo primo album: Grandson Vol.1. Anche questo progetto è un vero e proprio successo e raggiunge velocemente la Billboard 200.
L’arrivo della fama e non solo…
La vera fama arriva però nel febbraio 2020 con il singolo Took Her to The O, destinato a diventare il suo brano più famoso. Ci avviciniamo così ai primi dal progetto Welcome To O’Block: Why he told, All These Ni*gas con Lil Durk, How It Go e What I Am, con Fivio Foreign.
A seguito della sua dipartita, vengono poi rilasciati i video di Wayne’s Story, Armed & Danger0us, Mine Too e Demon. Anche Lil Durk fa un sentito tributo a King Von con l’album The Voice. La copertina del disco, vede i due rapper raffigurati insieme e nuovamente uniti nel brano Still Trapping. Il 4 marzo 2022, viene poi pubblicato il primo album postumo di King Von: What It Means To Be King, seguito da due video estratti dal progetto.
La tragica morte di King Von: chi l’ha ucciso?
Ma ora bisogna tornare indietro e, più precisamente, al momento della morte di King Von. La notte del 5 novembre 2020, King Von si era esibito in un locale di Atlanta, per poi spostarsi al club Monaco Hookah Lounge. Al suo esterno, è avvenuta un’aggress1one tra lui e il noto rivale e rapper Quando Rondo, a causa di screzi passati.
Ed è in pochi attimi che accade tutto. Timothy Leeks, amico di Quando Rondo, scende dalla macchina sulla quale si trovava in quel momento, e scarica diversi colpi d’arma da fuoco su King Von. Essendo quest’ultimo accusato di tentato omicidio, non poteva essere in possesso di armi da difesa, pertanto, intervenne Slutty.
Slutty, amico di Von e facente parte del suo blocco, provò a sparare all’aggressore. La sua arma però si inceppò e non riuscì ad ucciderlo, cosa che, invece, fecero degli agenti intervenuti nella sparator1a.
King Von muore poche ore dopo, nella mattinata, all’ospedale in cui era stato urgentemente trasportato. Aveva soli 26 anni. Il 15 novembre 2020 fu sepolto a Chicago, la sua città Natale.
Dopo la morte di King Von: il documentario, le speculazioni e le commemorazioni
Nel 2023, il documentario di ben quattro ore King Von: Rap’s First Ser1al Killer, pubblicato su Youtube dal regista Trap Lore Ross, mise in luce come King Von sia stato implicato in almeno dieci omicidi e che percorreva la carriera da cr1minale per una spasmodica ricerca del “brivido”.
King Von era senza dubbio una persona dal passato tutt’altro che immacolato ma, al tempo stesso, una vera e propria promessa della drill.
Per commemorarlo, a riprova di quanto, seppur in breve tempo, sia riuscito a lasciare il segno, nel suo quartiere è stato realizzato un murales per ricordarlo. Si trova a King Drive, Parkway Gardens.
Questo era il nostro format di True Crime, oggi dedicato a King Von, 1994 – 2020 e agli eventi che hanno portato alla sua morte.
Dal blocco, alle gang, fino alle accuse di omicidio, per poi essere proclamato una vera e propria promessa della drill.