Ciao Craig Mack, forever funk!

Craig Mack

Seconda (e ultima) puntata di Hip Hop Pillars dedicata al compianto Craig Mack: ripercorriamo il post “Project: Funk Da World” e i suoi ultimi anni.

Il secondo album ufficiale di Craig Mack, “Operation: Get Down“, non viene pubblicato nel gennaio seguente, ma nel 1997 per la Street Life Records in seguito alla rottura con Sean Combs.

“This is the reasion why mcs don’t survive,
Craig Mack is on the mic!”

(Rap Hangover)

Questa volta il suono è più eterogeneo e innovativo. Si vedono i frutti del tanto tempo speso insieme a B.I.G. e Puff soprattutto nell’addolcimento delle produzioni stile “One more chance”. Infatti già dalla prima traccia “Can you still love me” si intuisce la presenza più massiccia di voci femminili e l’utilizzo sistematico del coro nei ritornelli, riscontrabile anche in “Rap Hangover” e “Sit back & relax”.

“Cause now I’m out my cage
And what I do for rap is gonna make front page
Remember back in the days I was just a tyke
I do a rhyme while I do a wheelie riding bike”

(Jockin my style)

La stessa “Jockin my style” (una canzone che attacca gli mcs rei di avergli rubato lo stile durante la sua assenza), unita a brani più vecchio stile come “Rock da party” e “Put it on you”, con qualche contaminazione soul, rendono l’album forse leggermente più completo del primo.

Ma nonostante la presenza di singoli di ottima qualità come “What I need” e “Style”, uniti a delle produzione importanti come quelle di Eric B. e Ty Fyffe, il disco non riesce a confermarsi sui livelli del precedente, pagando a caro prezzo l’uscita dalla Bad Boy Records.

Dopo un breve periodo di pausa sembra che un altro progetto sia in cantiere, tanto è vero che nel 2002 il pubblico viene informato di un terzo album in arrivo. Passano quattro anni ed ecco “Mack Tonight”, quello che sarebbe dovuto essere il singolo in grado di rilanciare lo stesso Mack. Poi inaspettatamente, black out. Nessuna nuova notizia fino al 2012 quando in un video su YouTube dichiara di essersi unito al sacerdozio cristiano, lasciando di stucco sia i familiari che i fan. Quest’ultimi che si devono “accontentare” del mixtape “Operation Why2K? – Hosted by B-Eazy”, pubblicato attraverso DatPiff.com.

Nello stesso anno avviene il trasferimento all’Overcomer Ministry situato a Walterboro, nel South Carolina. Nel 2016 è il canale dello stesso Overcomer Ministry che pubblica un video intitolato “Craig Mack Testimony” dove Craig Mack appare nel mezzo della chiesa mentre rappa sul cristianesimo nel remix di “When God Comes”. Qui parla del suo credo, del suo voler restare nell’ambito religioso e del fatto che non rispettasse nessuno che lo voleva vedere tornare nel mondo del rap mainstream. Craig confessa di aver fatto cattiverie in New York e cose giuste in South Carolina… ma nei freestyle religiosi non se la cava affatto male!

Il canto del cigno arriva un anno più tardi con The Mack World Sessions, una raccolta di 18 tracce registrate tra il 2000 ed il 2006. Spiccano “Mack Come Thru”, “I’ll spend dat”, “What up” e “Brand You N!gga”. Ci sono produzioni originali e vengono riutilizzati anche dei classici. Questo dimostra il suo grandissimo potenziale ed il rammarico per non aver proseguito il percorso musicale in maniera assidua dagli anni 2000 in poi.

Il mondo Hip Hop gli dedica un’ultima ovazione il 12 marzo 2018 quando, a causa di un’insufficienza cardiaca, lascia la sua famiglia e tutta la comunità religiosa che lo aveva accolto.

Dopo la sua prematura dipartita, il rapper Erick Sermon scrive su Twitter che stava finendo di lavorare sul nuovo album di Craig. Il suo ex produttore e amico, Alvin Toney, racconta ai media americani di come Craig fosse da tempo malato e ormai pronto alla morte: “Non era spaventato, sapeva come sarebbe andata a finire”, ha detto, annunciando l’uscita a breve anche di un documentario sulla vita del rapper:

“Voglio che anche il mondo attuale lo conosca, e non viva solo nella memoria di chi ne ha seguito i primi passi nel mondo della musica, da cui aveva deciso di allontanarsi volontariamente per via della sua profonda fede religiosa”

Sicuramente qualcosa di postumo uscirà nei prossimi mesi, l’ennesima dimostrazione di quanto Craig Mack abbia vissuto fino al suo ultimo giorno mettendosi costantemente alla prova e dando un enorme contributo alla crescita del movimento HipHop Statunitense e non solo, diventandone uno dei più solidi pilastri.

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Grafica di Manuél Di Pasquale.