La strofa può essere l’emblema di un brano, talvolta anche di un intero album: sedici barre (o più ma a volte anche meno…) con cui il rapper in questione esprime il suo messaggio o fa un semplice ma d’impatto esercizio di stile. Tra la miriade di strofe che abbiamo ascoltato nel 2022 del rap italiano, ne abbiamo scelte dieci di alto livello, consapevoli come al solito di averne lasciate fuori alcune degne di note, magari anche migliori.
Kaos One, Rancore e RollzRois tra le strofe migliori del rap italiano 2022
Chiodi – Kaos One
Apriamo questa nostra personalissima raccolta, con una delle strofe migliori dell’ultimo album del Don. In Chiodi, che del disco è la title track, ci offre una prima sedici sensazionale, di pregevole fattura anche se letta solamente, sinonimo di una capacità di scrittura sopraffina e che di certo non scopriamo nel 2022. In queste intense barre emerge lo sconforto e la disillusione di un uomo che ha passato i cinquanta anni, ne ha viste parecchie ma che ancora fortunatamente ha voglia di rendere condivisibili esperienze e pensieri sopra i beat che il fide Dj Craim gli offre alla perfezione.
128 Barre – Mistaman
Come non premiare il nuovo capitolo delle barre infinite del buon Mistaman. Una strofa lunghissima, ben 128 barre appunto, con cui il rapper trevigiano trasmette ancora una volta il manifesto del suo rap, fatto di punchline originali, giochi di parole, riferimenti culturali e perfino di attese. Sì, perché quella suspense post “Io scompaio sul traguardo, ti lascio la tua vittoria” è pura poesia. Come si è soliti dire: cento(ventotto) di queste barre, Mista!
Spine – Don Diegoh
Don Diegoh si sa, è uno dei preferiti dal nostro staff da tempi non sospetti. Quest’anno è tornato con un nuovo progetto, Addio, a domani che già dal titolo lascia filtrare tutta la malinconia che contengono i pezzi al suo interno. Tra vari che potevamo sceglierne abbiamo preferito Spine, traccia che è stata scelta come singolo per anticipare il disco e che racchiude dentro di sé quanto vi dicevamo prima. Vivere male per scrivere bene.
Peggy Gou – RollzRois
Parlare di RollzRois come fosse un emergente qualsiasi ci risulta impossibile, e non basta neanche assegnargli meritatamente un posto tra le migliori strofe del 2022 per rendere giustizia al suo talento. Soltanto nella prima metà dell’anno ha infatti rilasciato numerose strofe tra i progetti targati Santa Sede e quelli MRGA e sceglierne una sola è stata già un’impresa. Se poi consideriamo che quasi tutta la sua roba è auto-prodotta.. Beh, ascoltatevi Peggy Gou: la prima strofa, la seconda e poi di nuovo in loop
Le Pietre Non Volano – Luché
Dove Volano Le Aquile è un disco che porta avanti egregiamente la legacy di Luchè, iniziata con Malammore e portata avanti con Potere. Come affermato dallo stesso artista, ognuno di questi dischi è un capitolo di uno stesso libro, nonostante le nature differenti che li caratterizzano. Sebbene i numeri non siano trainanti, la qualità del disco è innegabile e trova in alcune tracce la sua forma migliore. Non potevamo quindi non citare Le Pietre Non Volano, uno dei brani più belli realizzati dagli ultimi anni e che vede nella seconda strofa del suo autore una carica emotiva davvero impressionante.
Il Capofamiglia – Carlo Corallo
La figura del padre non è così presente nei testi della musica italiana, quantomeno nel rap. Qui però troviamo un coinvolgente racconto di Carlo Corallo, in cui descrive in maniera verosimile il rapporto che c’è tra il genitore e i propri figli. Toccante è soprattutto la seconda strofa, dove viene descritto il momento in cui viene diagnosticata al padre una malattia incurabile, assieme al momento in cui il figlio la metabolizza e poi la affronta, con un filo di ironia. Una sedici assolutamente singolare e, anche per questo motivo, da premiare.
Freccia – Rancore
Lo Xenoverso di Rancore è stato uno dei mondi più interessanti creati dalla musica rap quest’anno in Iitalia. Un disco non facile da fruire e dalla complessità più che giustificata, che esplora non solo l’io del suo autore ma anche diversi aspetti della realtà in cui viviamo, visti da un’altra prospettiva. Crediamo quindi che la prima strofa del primo brano racconti con efficacia quello che poi sarà il disco: un viaggio incredibile e imperdibile. Senza dimenticarsi della tecnica con cui racconta i suoi pensieri.
Ludwig von Wittelsbach – Toni Zeno
A metà anno avevamo premiato Primo Stadio: Separazione, da quel 13 luglio però Toni ne ha sputate tante altre di barre, in particolare in Luchino Visconti, il suo primo album ufficiale targato MRGA. Coadiuvato dalle mani esperte di Gionni Gioielli, qui il rapper messinese si è destreggiato alla grande raccontando come suo solito la quotidianità che lo contraddistingue ma in maniera originale, sia per termini che per metrica. La traccia in questione ne è l’emblema e quel “i miei fratelli cercano la pace, trovano gli oppiacei” è la ciliegina sulla torta,
Incubi – Egreen
Una delle tracce più sconvolgenti degli ultimi anni del rap italiano. Letteralmente. Dopo un lungo silenzio Fantini è tornato con un disco solido ed ispirato, che trova la sua massima ispirazione in Incubi. Una traccia (o strofa) da 10 minuti dove il rapper di origini colombiane racconta la sua vita per filo e per segno non perdendo mai il filo ad ogni barra. Ipnotica.
Non Sono Un Pusher, pt 2 – Pessimo17
Non poteva mancare uno storytelling in questa nostra personalissima classifica di fine anno e, con piacere, annoveriamo quest’ottimo brano di Pessimo17 contenuto all’interno di Dramma D’Autore, l’EP prodotto da quel fenomeno chiamato Tosses. Non Sono Un Pusher, pt 2 è un racconto in prima persona che ti tiene incollato all’ascolto dall’inizio alla fine, grazie al modo semplice e diretto di rappare di uno dei migliori Rookie di questa annata. Da non perdere.
Come anticipato, questa è solo una selezione di alcuni delle migliori strofe del rap italiano del 2022: secondo te quali altri sono stati memorabili?
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