Per chi si fosse perso l’omonimo album dello Studio Murena, uscito qualche mese fa, questo è un buon momento per recuperare uno dei progetti più particolari degli ultimi anni.
Il gruppo ha fatto irruzione nel mercato musicale con un progetto Jazz Rap, con sfumature di musica elettronica. Un piccolo gioiello tutto da scoprire
Intervista ad MC Carma dello Studio Murena
Ho avuto la possibilità di fare una piacevole chiacchierata con la voce della band: MC Carma, rapper di Milano. Abbiamo parlato dello Studio Murena, del disco, di cultura musicale ed anche di un interessante progetto che Carma porta avanti con passione
Buona lettura!
Ciao MC Carma e benvenuto su Rapologia! Come va?
«Tutto bene grazie! Ho rischiato di ritardare per via del lavoro.. ma alla fine tutto ok.»
Di cosa ti occupi nella vita?
«Quando non suono con lo Studio Murena, faccio l’educatore in un centro per minori e Laboratori di Rap in giro per Milano.»
Ci parleresti di questi Laboratori di Rap?
«Certo! Sono collegato ad un’associazione di promozione sociale, chiamata 232 e nata, circa, un anno e mezzo fa. Sin dall’inizio ci siamo occupati di portare dei Laboratori di Rap nel circuito penale, nelle scuole oppure nei centri di aggregazione giovanile. Con l’andare del tempo, e con l’aumento del lavoro, abbiamo deciso di consolidare questa collaborazione, dando vita ad un’associazione. Soprattutto per dare una struttura più solida a questo progetto. Tra le varie cose, abbiamo fatto partire una campagna di Crownfounding alla quale hanno partecipato un sacco di rapper di punta della scena: Massimo Pericolo, Ernia (che, per il bene della causa, ha donato il disco d’oro del singolo Madonna), Fabri Fibra.. Questo, dopo aver vinto un bando indetto dal Comune di Milano, ci è servito per raggiungere, complessivamente, la cifra di 30000€ da dedicare ai nostri progetti sulla città.»
Girando per il web ho notato che nell’ultimo periodo voi, come Studio Murena, siete stati intervistati da un sacco di testate. Come ve la state vivendo tutta questa attenzione mediatica?
«Per noi, questa è la conferma che stiamo portando qualcosa che abbia dignità di esistere. Nel senso, noi facciamo un genere molto particolare che si affaccia, purtroppo, in un mare super omologato. E’ un qualcosa che si potrebbe definire di nicchia, ma solo in Italia, perché per il resto del mondo, questo genere fa parte della cultura di massa. Tutto questo interesse ci ha fatto ricredere perché abbiamo iniziato a pensare che questa roba non sia più cosi tanto di nicchia per il panorama italiano.»
Partendo dal presupposto che, esclusi alcuni casi, la scena rap nostrana porti tante novità e poca innovazione. Credi che, tornando ad affiancare al rap, un genere sempre in continua evoluzione come il jazz, potremmo finalmente vedere una ventata di freschezza?
«Partendo dal presupposto che nel nostro modo di vedere il rap è riscatto ed il jazz è rivoluzione, quindi, facilmente le due cose vanno di pari passo. Nell’ottica di Studio Murena la potenza sperimentale del Jazz e la necessità di riscattarsi del rap, insieme, creano una roba potentissima. Lo so che il rap, oggi, pare sia un genere a tenuta stagna però non è mai stato cosi, e tutt’oggi non è cosi. E’ un genere di musica che assorbe da tutto quello che ha intorno, quindi è super contaminato e super contaminabile. Ad esempio, nel disco, c’è un pezzo SETIPERDITUODANNO, che è un pezzo in 5/4, dove io ci ho scritto il rap in 5/4.. non so se sia il primo caso in Italia di rap in 5/4, però non si sente spesso in giro una cosa del genere. Questa ispirazione mi è arrivata dalla strumentale dei ragazzi, questo giro in 5/4 mi sembrava troppo figo ed allora mi sono lasciato trasportare.»
Inizialmente Studio Murena era un progetto prettamente strumentale. Come ti sei unito al gruppo?
«Mi sono agganciato al gruppo 3 anni fa, in vista di una loro data al JAZZMI. Erano già da un po di tempo alla ricerca di una voce, per svoltare il progetto. Durante lo spettacolo al JAZZMI mi hanno semplicemente chiesto di fare da MC per la serata poi ci siamo scambiati i rispettivi lavori, abbiamo fatto qualche prova ed in men che non si dica sono venuti fuori due brani che sono finiti nel disco. C’è stata una super alchimia.»
Ci parli della lavorazione del disco?
«Da quella famosa serata al JAZZMI, abbiamo visto che c’era un’ottima risposta da parte del pubblico ed abbiamo iniziato a buttare giù idee. I ragazzi, nonostante siano jazzisti, hanno un background di musica rap abbastanza solido che si è sposato, immediatamente, con i miei ascolti. Il disco è nato anche grazie a questi nostri collegamenti.»
Qual è il tuo pezzo preferito del disco?
«Sicuramente Long John Silver! Perché vuole essere un po un parallelismo con questo personaggio, un pirata della serie dell’Isola del Tesoro. Un po di tempo fa lessi il libro La vera storia del pirata Long John Silver, in cui questo personaggio veniva descritto in una chiave super anarchica, e super utopica. Allora mi è partito il viaggio in testa ed ho cominciato a pensare di essere Long John Silver a Milano, per un sacco di cose! Poi strizza anche l’occhio alla Drum’N’Bass, è figo per un sacco di aspetti.»
Volevo chiederti, per concludere, un libro da consigliare ai lettori di Rapologia.. però credo che la risposta sia scontata.
«Si! E’ proprio La vera storia del pirata Long John Silver ahahhahahahha.»
Si conclude cosi questa chiacchierata con MC Carma ricca di spunti con una delle personalità del gruppo più affascinante del momento. Vi invito a continuare ad ascoltare Studio Murena dello Studio Murena.
Buon ascolto!