Nyck Caution ha pubblicato Anywhere But Here, un nuovo album in cui racconta tante cose di sè e del luogo in cui è nato.
Anywhere But Here significa letteralmente “ovunque tranne qui”, ed è un album che in 36 minuti circa condensa tanti aspetti della vita di Nyck Caution e del luogo in cui è cresciuto. Insomma quello che ci aspettiamo dalla musica quando ha un approccio hip-hop autentico e non solo celebrativo.
La vocazione old school del progetto la troviamo anche nelle strumentali: molti boom-bap e molti campioni, con poche eccezioni (poi ci arriviamo). In generale suona molto omogeneo. Nulla di cui stupirsi conoscendo lo stile Pro Era. Si va da mood più introspettivi come in December 24th in cui parla della morte del padre, ad atmosfere più giocose come in How You Live It, passando per la critica sociale di Product Of My Environment.
Tra gli altri brani degni di nota, segnalo Bad Day insieme a Denzel Curry. L’eccezione di cui vi parlavo, che si discosta delle sonorità più classiche del progetto per deviare sul binario del rapper di Carol City. Ricorda in parte le atmosfere di Unlocked. Le altre collaborazioni sono i due compagni di crew CJ Fly e Joey Badass, poi Kota the Friend, Erik The Architect, GASHI, Jake Luttrell, Elbee Thrie, Alex Mali, Maverick Sabre.
“Don’t know me for the way that I cope with the pain when everything might crash (Ta-ta-ta-ta-ta)
You ain’t never been in my shoes, lookin’ at the world my side of the glass (Goddamn)”
Cosa ne pensate del nuovo album di Nyck Caution? Apprezzatte ancora il boom-bap dello stile Pro Era nel 2021? (La seconda domanda è per triggerare)