La biografia completa di Maes: il nuovo top player di Francia.
I suoi inizi
Maes è il nome d’arte di Walid Georgey, un rapper classe ’95 di Sevran, città del 93 (dipartimento nella periferia nord di Parigi). Nato in una numerosa famiglia di origine marocchina con 5 fratelli e 2 sorelle, più i suoi genitori, sarà molto determinante nella sua carriera, sia nel modo di rappare, che nell’atteggiamento al di fuori dei riflettori.
Ufficiosamente comincia il rap alle medie, quando si chiamava ancora Maestro, assieme a due suoi amici formando il gruppo MSR, che è un acronimo delle loro iniziali (Maestro, Radmo e SY). Di questo periodo Maes racconta che all’epoca non era neanche il migliore del gruppo, questo per via del suo background musicale non molto “rap”. Infatti nelle interviste dice di come sua madre (figura molto importante nel corso della sua vita) non volesse che ascoltasse musica volgare, pertanto quand’era ragazzo sentiva anche la variété francese (il pop italiano).
Testimone di questo è una sua frase rilasciata ad un’intervista:
“Il ne faut pas écouter que du rap, il faut s’ouvrir”
“Non serve ascoltare solo rap, bisogna aprirsi”
Di fatto questo amore per la musica, nel senso lato, gli è stato trasmesso proprio dai suoi genitori. Per esempio, oltre ai soliti rapper, ama ascoltare anche gente come Charles Aznavour o Daniel Balavoine, al quale ha dedicato persino una citazione in LDS, l’intro di Pure. Tutto questo dona una versatilità enorme al rapper di Sevran, il quale riesce ad utilizzarla al meglio per creare atmosfere molto diverse le une fra le altre, passando dal conscious all’egotrip, dalla dancehall all’underground, fino anche al cloud rap.
Il rapporto con sua madre e con il carcere
Ritornando al rapporto con sua madre, alla quale ha dedicato pure una canzone piena di scuse (Mama), non è sempre stato rose e fiori. Soprattutto per lei. Infatti, come ogni madre, voleva il meglio per il proprio figlio, ossia voleva che prendesse la retta via.
Tuttavia a quell’epoca Maes non l’ha ascoltata e di certo non ha preso la strada giusta finendo, subito dopo il liceo, a Villepinte per un paio d’anni (no, non è un’università, è un carcere). Sfortunatamente, la prigione è un punto molto importante per la sua vita. Infatti, lui stesso disse in un’intervista quanto questo periodo lo avesse condizionato. Disse anche il motivo per cui finì dentro dicendo che all’epoca non pensava come oggi. Quando era ragazzo aveva in testa una sola cosa, avere soldi, ed uno dei metodi più veloci per riempirsi le tasche in quartiere è spacciare, però è anche uno dei più pericolosi. Per questo motivo, Maes, cominciò a trascurare la scuola dal liceo in poi, nonostante andasse bene e ci fossero delle belle ragazze, ma come disse nell’intervista: “Preferivo i soldi alle donne“.
Inoltre alla domanda, se avesse voluto continuare gli studi, rispose in questo modo:
“Secondo me, la scuola è fatta per trovare un mestiere e fare soldi, peccato che nel mio quartiere guadagnavo più di tre prof riuniti”
Perciò in questo ambiente cresce il ragazzo, senza nemmeno una figura paterna di riferimento stabile, poiché suo padre lo vedeva poco e niente, infatti lo aveva soprannominato “Papa Facetime”.
I primi risultati con la musica
Come detto prima, spacciare ti riempie le tasche, ma ti mette in pericolo. E quindi, sebbene la madre di Walid abbia sempre provato a portarlo sulla retta via, nell’inizio del 2016 viene arrestato e trasferito al carcere di Villepinte nel quale resterà per 18 mesi, fino a fine 2017. Di questo periodo, lui ovviamente non ne va fiero, anzi, essendo un gran tifoso di calcio, lo paragona ad un lungo stop per un giocatore. Però come un calciatore infortunato, cerca di sfruttare al massimo anche quel lasso di tempo in cui non può mettersi in mostra, ma lavorare su sé stesso. Infatti Maes, in prigione, ha tutto il tempo di riflettere su di sé e così trova molta inspirazione, tant’è che Réelle Vie 2.0 ed alcuni pezzi di Pure sono stati scritti durante il “soggiorno” a Villepinte.
Sempre durante la galera, Walid rilascia il suo primo progetto ufficiale il 10 gennaio 2017: Réelle Vie. Ciò dona abbastanza fama al ragazzo di Sevran, al punto che anche persino dei secondini della sua cella ascoltavano e cantavano le sue canzoni.
Quando viene scarcerato, memore dell’esperienza in prigione, ritorna sulla strada giusta e non commette grossi errori, concentrandosi totalmente sulla musica e sulla sua famiglia, della quale deve riconquistare la fiducia.
Pure: il punto di svolta per Maes
Se con Réelle Vie e Réelle Vie 2.0 ha cominciato a farsi un nome, è con Pure, il suo primo album, che la sua carriera prende definitivamente una svolta. Questo disco, uscì il 30 novembre 2018 e lo catapultò direttamente fra gli emergenti più forti di Francia. Come progetto di debutto fu pazzesco, riuscendo a raggiungere il platino dopo meno di un anno.
Il motivo di questo risultato sta soprattutto in tre motivi: l’hype che stava crescendo attorno a lui, la presenza di tracce come Madrina e Billets Verts (entrambi diamante) e la varietà delle canzoni. Infatti, come disse lui stesso, Pure rispetto ai progetti precedenti ha meno pezzi aggressivi, e più stili diversi:
“Avevo detto in un’intervista dell’anno scorso, che per le mie canzoni future volevo migliorare le mie melodie, il mio canto, la mia voce. ma mantenendo sempre i miei testi di strada, la mia identità Maes. Sono delle canzoni molto lavorate.”
Per il resto del 2019 non fece uscire nessun altro progetto, ma restò lo stesso molto attivo. Infatti, furono in tanti a chiederli un feat, anche gente molto importante come Dosseh, Vald o Niro.
LDS: finalmente il successo nazionale
Un altro punto di svolta per la carriera di Maes, avvenne il 17 gennaio 2020. Data in cui uscì il suo ultimo album Les Derniers Salopards che ebbe un successo incredibile. Arrivò all’oro (50.000 vendite) dopo neanche 10 giorni e al platino (100.000) in meno di un mese. Sempre parlando di numeri, ad oggi, è il progetto rap dell’anno più venduto in Francia. La ragione sta anche nel fatto che nel disco si trovino rapper come Booba, Ninho e JuL, alcuni fra i più ascoltati in Francia. Infatti, le tracce assieme a loro: Blanche, Distant e Dybala hanno tutte raggiunto il diamante.
Tuttavia la musica non la fanno i numeri, pertanto Les Derniers Salopards è lo stesso un ottimo progetto dal punto di vista qualitativo. Il punto di forza è ancora la varietà: possiamo trovare brani rilassati come Mémoire o Imparfait, pezzi aggressivi come Elvira o Marco Polo, alcuni estivi tipo Street e molti altri. I testi sono sempre ben curati, inoltre non c’è varietà solo nella musica, ma anche nello stile delle linee melodiche. L’esempio migliore è Elvira, dove Maes riesce di fatto a fare un feat con se stesso (Traduzione completa su Genius). Tutto ciò lo porterà probabilmente ad aver rilasciato uno dei progetti migliori di quest’anno.
Il 2020 è decisamente l’anno di Maes. Non solo per l’album, ma per la sua presenza totale sulla scena. Dall’uscita del disco, è letteralmente ovunque. Tutti gli chiedono un feat o un’intervista. Si potrebbe dire che il 2020 per Maes sia quello che è stato il 2019 per Ninho. E per chi segue la scena francese, sa quanto ora sia importante N.I.
Dove può arrivare Maes?
Come quando Mbappé conquistava la Coppa del Mondo tutti si chiedevano dove potesse arrivare, ora la stessa domanda è per Maes. Ha solo 25 anni, è solo al suo secondo album ed è al top della forma. Per rispondere però, non ci resta che aspettare e vedere. Quel che è certo è che il 2021 sarà incredibile.