Snow on tha Bluff: una risposta diretta da parte di J Cole.
Dopo un glorioso 2019 in cui la sua label Dreamville ha mostrato i denti, J Cole è tornato la scorsa notte con la nuova Snow on tha Bluff. Seppure non vi sia un riferimento esplicito al destinatario del verso, è probabile che l’ispirazione sia venuta dalle dichiarazioni dello scorso mese di Noname.
La poeta/artista di Chicago ha denunciato il silenzio dei “nostri rapper preferiti” riguardo gli eventi scaturiti dall’omicidio di George Floyd. Cole comprende la frustrazione dietro le sue parole ma denuncia il modo in cui queste vengono comunicate. Togliendosi il mantello da idolo donatogli dalla sua fama e dai suoi fans, nei primi versi Cole dichiara di non essere così stupido da pensare di vivere al di sopra di ogni tipo di critica.
“Now I ain’t no dummy to think i’m above criticism, so when i see something that’s valid, i listen”
Ma qualcosa nel modus operandi di Noname ha infastidito il rapper.
“The FRUSTRATION that fills her words seems to come from THE FACT that most people don’t see, just cause you woke and i’m not, that shit ain’t no reason to talk like you better than me”
In Snow on tha Bluff, J Cole invita a non attaccare con arroganza distanziandosi così dalle stesse persone con cui si cerca di comunicare. Il messaggio è potente e condivisibile, Cole arriva a porre il problema come una delle ragione per cui una volta finita la schiavitù corporea, quella mentale ha continuato ad esistere.
“how you gon’ lead, when you attackin’ the very same n**** that really do need the shit that you sayin’ (…) it’s a reason it took like two gundred years for our ancestors just to get freed”
La dicotomia tra i problemi razziali in America e la pregiata carriera del Middle Child, creano emozioni contrastanti in quest’ultimo. Si sente tradito ma anche traditore e negli ultimi giorni di protesta, quando anche noi tramite alcune foto lo abbiamo visto marciare, Cole rivela di aver ricevuto i soliti complimenti da chi ha avuto la fortuna di incontrarlo. Gli elogi e la fiducia sul realismo che Cole spinge nei suoi album questa volta gli danno una sensazione di falsità personale, che nella traccia lo identifica con il “realismo fittizio” di Snow on tha Bluff.
Il film del 2011 è il parallelo scelto da Cole per evidenziare la falsità elaborata così bene da convincere chiunque. Snow on tha Bluff, raccontava di Curtis Blow, un rapinatore e spacciatore di crack di Atlanta che rubando una videocamera a degli studenti, si girò un documentario autobiografico. Il coinvolgimento del protagonista in persona e la super-realistica rappresentazione dei fatti, arrivò persino a spingere la polizia di Atlanta ad indagare sulla possibile realtà delle scene girate.
La nuova traccia di Cole sembra tenersi in piedi da sola, ma la possibilità che anticipi il tanto atteso The Fall Off resta viva.
L’intensa strumentale con il sorprendente outro in cui per la prima volta sentiamo Cole darsi al cantato in falsetto, anticipa quella che probabilmente sarà la nuova evoluzione artistica di uno dei rapper più amati di sempre.