Willie Peyote ha pubblicato Ogni giorno alle 18, il suo freestyle per aiutare gli ospedali torinesi.
Durante queste ultime settimane, tanti sono stati gli artisti che hanno deciso di regalare ai propri ascoltatori un momento di svago – per quanto possibile – dalle drammatiche notizie che ogni giorno affollano giornali e telegiornali, inondando Instagram di barre e punchlines e lanciando le challenge più svariate a scopi benefici.
Molti sono stati però anche coloro che hanno optato per il silenzio, tra cui Willie Peyote; il rapper torinese è infatti comparso sui social network solo questo venerdì, motivando la propria scelta e annunciando sia il definitivo spostamento delle rimanenti date del tour di Iodegradabile al prossimo autunno, sia l’arrivo di una sorpresa proprio nelle ore seguenti:
“Ciao regaz. È un periodo strano, in cui nessuno sa bene cosa fare. Il tour interrotto, la quarantena, il conto dei contagi, dei morti e dei feriti come in guerra ogni giorno. Io ho optato per il silenzio, come forma di rispetto per tutti coloro che hanno problemi un po’ più grandi della noia di questi giorni.
E visto che le brutte notizie non arrivano mai da sole, abbiamo una sorpresa alle 18…”
E così, mentre uno spettinato Mattarella bacchettava Giovanni nel fuorionda che ha commosso il web e il papa ci assolveva straordinariamente da tutti i nostri peccati, Willie ha rotto il silenzio social (e artistico) con Ogni giorno alle 18, il suo contributo a #teniamocistretti, iniziativa benefica a favore degli ospedali torinesi indetta dalla Bandakadabra e in collaborazione col quotidiano La Stampa.
Il freestyle, suonato da Frank Sativa e dai fedelissimi musicisti che hanno accompagnato Willie nella realizzazione del suo ultimo album e nella prima parte del suo tour, è la rappresentazione in rima del moto perpetuo e statico che stiamo vivendo in questo periodo, che sembra trovare la propria chiave di volta solo allo scattare delle 18, gioioso e liberatorio per qualcuno, straziante per altri:
“Ogni giorno alle 18 qua rifanno il conto
C’è chi canta sul balcone, c’è chi piange un morto.”
Come sempre, quella di Willie è un’analisi lucida e a tratti spietata, che non solo ci mette di fronte alla realtà senza indorare nessuna pillola, ma ci spiattella causticamente in faccia tutte le nostre contraddizioni e ipocrisie, dall’essere noi per una volta quelli dall’altra parte del porto, all’erigerci a fieri paladini di un tronfio e impavido giustizialismo privato a colpi di secchiate d’acqua dalla finestra e video-denuncia dal balcone pronti per essere caricati su Internet così da alimentare l’insaziabile macchina della gogna mediatica sempre alla ricerca di un nuovo colpevole per sentirci meglio con noi stessi:
“Hanno chiuso il porto, no, te l’hanno chiuso in faccia,
Ora che sei tu la minaccia e anche Schengen è carta straccia.
L’untore che ti piaccia o no a sto giro non arriva sul barcone,
Ma con gli scii e l’aperitivo, dal tuo mondo che produce e che fattura,
Non in mezzo ai poveracci e per questo fa più paura.
Canta che rimpiangi pure quella dittatura che schifavi fino a ieri e adesso sembra più sicura
Ma è nella tua natura cercare un altro colpevole, come chi va a correre e non rispetta le regole
Fai il video dal balcone e ti senti giustiziere, se hai tutto sto coraggio dai, vai a fare l’infermiere.”
In Ogni giorno alla 18, ancora una volta Willie Peyote ottempera alla propria natura di provocatore con parole acute, pungenti e lontane dal perbenismo e dalla retorica ottimista che imperano, suggerendo una riflessione finale quanto mai amara: quanto realmente siamo in grado di metterci nei panni altrui anche in una situazione tanto difficile? Meditiamoci, il tempo di sicuro non ci manca.
Guarda il video QUI.