Come di consueto, in queste ultime settimane dell’anno, noi di Rapologia ci siamo nuovamente riuniti per effettuare una riflessione sui migliori dischi rap pubblicati negli Stati Uniti d’America (e Canada) nel corso del 2024.
I 10 migliori dischi rap pubblicati in America nel 2024 seconda la redazione
Anche questa volta è stato difficile lasciare fuori alcuni progetti molto validi, ma siamo più che orgogliosi di questa nostra selezione. Dieci album frutto di una semplice votazione interna e condivisa con voi per poter rivivere in un colpo solo il meglio (o parte) di questa annata.
Li trovate perciò in questa nostra personale raccolta, frutto di una semplice votazione interna e condivisa con voi per poter rivivere un po’ ciò che la scena statunitense è riuscita a donarci durante questi lunghi dodici mesi.
Consapevoli di aver escluso alcuni ottimi progetti – consultabili nella sezione Menzioni in calce all’articolo – vi lasciamo ai 10 migliori dischi rap pubblicati negli Stati Uniti d’America nel 2024 seconda la redazione di Rapologia, messi in ordine sparso.
Kendrick Lamar – GNX
Pochi artisti riescono ancora a sorprendere il grande pubblico come Kendrick Lamar. GNX aggiunge l’ennesimo tassello di alto livello ad un percorso artistico che è già parte della storia del rap. Con ogni disco, il rapper ci ha sempre proposto qualcosa di nuovo e diverso dai precedenti e il suo quinto album non è da meno. GNX è probabilmente il progetto musicalmente più innovativo della sua discografia, ma le scelte sonore non mettono in secondo piano le liriche, sempre ispirate ed espressione di una rinnovata maturità personale ed artistica. Affiancato da ospiti noti e altri meno, Kendrick ci dice la propria sulla fama, sul successo e sui rapporti personali con una lucidità che dobbiamo sicuramente al percorso raccontato in Mr Morale & The Big Steppers.
Brani da ascoltare: reincarnated, squabble up, man at the garden
Eminem – The Death of Slim Shady (Coup de Grâce)
The Death of Slim Shady (Coup de Grâce) rappresenta il capitolo finale di una saga iniziata venticinque anni fa con The Slim Shady LP. Questo album (che lo stesso Eminem ha suggerito di ascoltare rigorosamente in ordine di tracklist) è una resa dei conti con Slim Shady, l’alter ego dissacrante e controverso che gli ha portato fama ma anche tante ombre. Slim viene rappresentato intenzionalmente in modo banale e “fuori moda”. Il suo sarcasmo è stanco, volutamente logoro, come a voler dimostrare che non ha più nulla da dire. Em cerca di metterlo definitivamente da parte e di riprendere il controllo della sua identità. L’album si divide infatti in due parti: la prima richiama le provocazioni di Slim Shady, mentre la seconda è più riflessiva, con Eminem che analizza il suo passato e i demoni che lo perseguitano. Dall’origine di Slim Shady celebrata in Renaissance ai tentativi passati di eliminare l’alter ego in All You Got, passando per la critica alla gen z in Antichrist, il progetto ripercorre la battaglia interiore fra Slim Shady e Marshall. Se da un lato l’album celebra i giorni di gloria dell’alter ego che ha reso Eminem una leggenda, dall’altro mette a nudo la difficoltà di mantenere rilevanza in un panorama musicale ormai cambiato. The Death of Slim Shady è un saluto simbolico, un ultimo tentativo di seppellire Slim Shady e ridefinire Marshall Mathers, un progetto che i fan hanno apprezzato per il suo coraggio e per la vulnerabilità che ne traspare (ma che potrebbe non avere lo stesso impatto su una nuova generazione di ascoltatori).
Brani da ascoltare: Tobey, Guilty Coscience 2, Like My Sh*t, Fuel
Tyler, the Creator – Chromakopia
L’artista californiano si è nuovamente contraddistinto per averci regalato verso la fine del 2024 un nuovo concept album di altissimo livello. Il progetto è stato annunciato con soli dieci giorni di anticipo rispetto alla release ufficiale di fine ottobre e ha sconvolto le regole del mercato musicale: Chromakopia ha infatti visto la propria pubblicazione in un lunedì mattina, che si distacca totalmente dalla classica mezzanotte americana e, nonostante ciò, è riuscito a diventare uno degli album hip-hop più venduti nell’anno e nella prima settimana dalla release. Tyler qui si rappresenta in tutta la sua scala cromatica e utilizza la metafora del colore per descrivere al meglio tutte le sfaccettature della sua vita e della società che lo circonda. Pezzi come Hey Jane, Judge Judy, Noid e Like Him intaccano maggiormente la sfera introspettiva dell’artista, mentre Take Your Mask Off strizza maggiormente l’occhio a ciò che accade intorno. Non mancano però le hit e i banger come l’intro St. Chroma, Sticky, Darling I e Balloon. L’album è poi arricchito dalla presenza di ospiti del calibro di Daniel Ceasar, Schoolboy Q, Lil Wayne, Doechii, Glorilla, Sexyy Red e Teezo Touchdown tra gli altri.
Brani da ascoltare: Darling I, Hey Jane, Judge Judy, Take Your Mask Off, Like Him, I Hope You Find Your Way Home
Kanye West & Ty Dolla Sign – Vultures Vol. 1
Quando parliamo di Kanye West si tende a dare più risalto alle sue vicissitudini private piuttosto che alla sua musica. D’altronde, è un personaggio talmente eclettico che almeno una volta al mese finisce sui giornali di tutto il mondo per qualche scandalo, al contrario della sua musica, che viene propagandata per mesi e spesso finisce per non essere pubblicata. Ma nel 2024 l’equilibrio si è cambiato, grazie a Dio. Ye ci ha deliziato con ben due album completi, oltre alle promesse di un terzo o addirittura quarto lavoro. Stiamo parlando di Vultures. Dopo tanta attesa il 10 febbraio è uscito il primo volume della trilogia realizzata assieme a Ty Dolla $ign. Già dai primi ascolti è parso decisamente meglio dei precedenti lavori di Kanye, convincendoci soprattutto per una serie di produzioni e di scelte artistiche di altissimo valore, oltre che per un Ty$ in stato di grazia. Oltre alla sua splendida vocalità, Ty ha il merito di essere stato praticamente l’unico che negli ultimi anni è riuscito a realizzare musica con Ye in maniera continuativa e qualitativa. Proprio grazie a questo progetto il supergruppo ¥$ ha ricevuto un notevole successo commerciale coronato da un world tour di listening parties che ha toccato anche l’Italia in ben due occasioni. L’alchimia tra i due è reale e potenzialmente potrebbero regalarci ancora tante perle. Il secondo volume di Vultures infatti contiene ancora diversi beat di altissimo livello, pur senza raggiungere i picchi del volume 1, che per queste ragioni rientra di diritto all’interno dei migliori album del 2024. Il terzo volume non sappiamo se vedrà mai la luce, così come alcuni stanno iniziando a dubitare di Bully, l’album solista che Kanye ha annunciato nei mesi scorsi. Sappiamo solo che non dobbiamo mai sottovalutare Ye: certamente non è un personaggio affidabile, ma se si parla di musica ha obiettivamente pochi rivali.
Brani da ascoltare: Back To Me, Carnival, Beg Forgiveness, Problematic, King
Common & Pete Rock – The Auditorium Vol. 1
La cover col Kings Theatre di New York lasciava già assaporare la magnificenza di questo progetto, accrescendo le aspettative già alte date dal clamore dei loro nomi. Common e Pete Rock, infatti, sono due dei personaggi più riconoscibili dell’era 90’s del rap oltreoceano, che non richiedono particolari presentazioni. Assieme hanno trovato la giusta sinergia per erigere The Auditorium Vol.1, un lavoro ambizioso, tra le migliori uscite black di quest’anno, che rispedisce al mittente potenziali accuse di revivalismo o nostalgia. Common, inconfondibile col suo flow, imbastisce i testi spirituali, politici, profondi e pacifici che lo caratterizzano con le strumentali di Pete Rock, che rimandano inevitabilmente al suono hip-hop anni ‘90, arricchito di campionamenti soul e funky-jazz anni ‘70. Tra gli omaggi, per i più affezionati al rap vecchia scuola, il rapper di Chicago nei testi commemora leggende come J Dilla e Trugoy dei De La Soul, si permette il lusso di citare un grande come Biggie e nella traccia When The Sun Shines Again si affianca ad un’altra istituzione dei De La Soul come Posdnuos. È senza dubbio un bell’album, colmo di omaggi alla black music, autentico e ricco di speranza, fede e positività, tra le altre, da parte di Common. I due son riusciti a trovare una bella connessione, che ci si augura possa ricrearsi per un secondo volume.
Brani da ascoltare: Dreamin’, This Man, Wise Up, When The Sun Shines Again
Metro Boomin & Future – We Still Don’t Trust You
Quanto è risaltata la voce di Future sulle strumentali e i sample di Metro Boomin? Tanto, forse troppo, perché ad alcuni ha fatto pensare che se i due avessero collaborato di più in passato magari, alcuni dischi di Pluto, sarebbero stati digeriti maggiormente anche da chi non è così a suo agio nell’ascoltare per intero progetti trap in tutto e per tutto. C’è piacere, soprattutto, nello schiacciare play sul disco 1 di We Still Don’t Trust You, dove tra sonorità “alla The Weeknd” – ovviamente presente nel progetto – Metro dà il meglio di sé con questo genere di produzioni e Future, da parte sua, si esalta e risalta alla perfezione. Brani come Mile High Memories e Always Be My Fault ti coinvolgono e avvolgono fin dal primo ascolto. Poi c’è la chicca finale: Red Leather, una traccia di quasi sette minuti con ospite nientepopodimeno che J Cole, sì il bersaglio di Kendrick Lamar nel precedente We Don’t Trust You. Motivi per mettere in play questo disco anche nel prossimo anno ci sono, eccome, e anche per questo abbiamo voluto inserirlo nella nostra consueta classifica di fine anno.
Brani da ascoltare: Right 4 You, Out Of My Hands, Streets Made Me A King, Always Be My Fault, Red Leather
Lupe Fiasco – Samurai
Lo stesso artista ha descritto questo suo progetto come se “Amy Winehouse avesse composto un album rap“. L’ispirazione di Lupe da parte di una delle sue artiste preferite è infatti palpabile in ognuna delle otto tracce di questo progetto breve ma intenso. Samurai strizza l’occhio al jazz nei beat interamente prodotti da Soundtrakk, sui quali vi è steso uno scheletro di drums hip-hop che rendono la vibe vintage che il disco vuole regalare. L’artista poi ci mostra ancora una volta la sua spiccata abilità da liricista nelle barre fitte che fluttuano sulle basi jazz-hop con grande naturalezza. La grande forza di questo disco è anche presente nei ritornelli, dimostrando anche la forte propensione alla ascoltabilità del progetto.
Brani da ascoltare: Samurai, Palaces, No 1 Headband, Outside,
ScHoolboy Q – Blue Lips
Con BLUE LIPS la musica torna ad essere un lavoro congeniale per ScHoolboy Q. Nel corso degli anni cHe lo Hanno separato dal deludente CrasH Talk, Q Ha maturato altre passioni finendo con lasciarsi ispirare dalle rime solo quando quest’ultime lo reclamavano. BLUE LIPS è caotico e allo stesso tempo dannatamente organizzato per abbracciare in piena totalità l’ascoltatore più attento, le influenze dei suoi coetanei sono quasi minime eccetto per il collega Danny Brown e il violento suono dei DeatH Grips. C’è un ritmo particolare in tracklist, qualcosa cHe piccHia ma sa accarezzare, un piano sonoro in cui riescono a funzionare brani come Yeern 101 e Lost Times nella stessa dimensione. Ricordando lo sforzo del amico Vince Staples con il suo Big FisH THeory ma in versione ancora più cruda ed eclettica, Il nuovo album di ScHoolboy Q è la personificazione sonora del suo personale isolamento dalla scena rap, un lavoro intimo non solo nei testi ma ancHe nei suoni. Brillerà ancora di più negli anni a venire, quando ancHe l’ascoltatore più distratto ne sentirà ancora parlare.
Brani da ascoltare: THank god 4 me, Bluesides, oHio
Cordae – The Crossroads
Con The Crossroads Cordae era chiamato ad una conferma, quasi ad una una consacrazione, che ci si aspettava e che invece era mancata con il deludente From A Birds Eye View. Carico di aspettative modeste, l’album in verità si dimostra interessante e genuino. Mescolando influenze trap-soul, jazz e boom bap, il paesaggio sonoro, creato principalmente da Smoko Ono, poteva risultare monotono, ma è ben eseguito e produce un’atmosfera rilassata e riflessiva che ben si amalgama con le barre intime del rapper. Cordae infatti si immerge in un luogo più vulnerabile e radicato, riflettendo sui cambiamenti della vita, sulla perdita della nonna e sulla recente paternità. Meno energico e più introspettivo. Una menzione interessante è l’omaggio alla versione dei Fugees di Killing Me Softly in Pray. Forse fa ancora un po’ fatica a rendere l’esperienza dell’album totalmente coinvolgente, ma The Crossroads è un lavoro che mostra la crescita del rapper, anche in termini di come si vede come artista. Talvolta la sua identità artistica è ancora circoscritta ai suoi ascolti e alle influenze musicali come Kanye West o Frank Ocean, ma la maturazione è evidente.
Brani da ascoltare: Syrup Sandwiches, Summer Drop, 06 Dreamin, Mad As F*ck
Doechii – Alligator Bites Never Heal
Alligator Bites Never Heal ha reso Doechii la prima donna ad ottenere una candidatura nella categoria Best Rap Album con un mixtape. Solo questo fatto rende doverosa la sua presenza in questa classifica di fine anno, ma – al di là di questo – il progetto della rapper merita di stare qua. ABNH ci restituisce una Doechii in piena forma, che dà voce al proprio amore per l’hip-hop con un disco anticonvenzionale, ruvido ed imperfetto. La creatività dell’artista è qua messa al centro e il risultato finale ci fa ben sperare per i prossimi passi della sua carriera. Alligator Bites Never Heal è anche un’ottima prova di rap regionale, che molto deve all’estetica e al sound del Dirty South.
Brani da ascoltare: Denial Is A River, Boiled Peanuts
Oltre i dischi appena citati, abbiamo il dovere di menzionare altri progetti che hanno fortunatamente puntato sulle rime in questo 2024 del rap americano:
- Snoop Dogg e Dr Dre, Missionary
- Marciology, Roc Marciano
- Vince Staples, Dark Times
- Rapsody, Please Don’t Cry
- Benny The Butcher, Everybody Can’t Go
- J. Cole, Might Delete Later
- Apollo Brown, CRIMEAPPLE, This, Is Not That
- Westside Gunn, Still Praying
- BigXthaPlug, Take Care
- LL COOL J, The FORCE
- Mach-Hommy, #RICHAXXHAITIAN
- Ab-Soul, Soul Burger
- Ghostface Killah, Set The Tone
- Conway The Machine, SFK
- Ka, The Thief Next to Jesus
E per voi, quali sono i migliori dischi rap pubblicati in America in questo 2024?
Classifica dei 10 migliori dischi rap pubblicati in Italia nel 2024
a cura dello staff di Rapologia
Grafica di Mr. Peppe Occhipinti.