«Non vedo l’ora di salire sul palco del Nameless» – Intervista TY1

TY1

A pochi giorni dal suo live al Nameless 2022 e un anno dalla pubblicazione del suo producer album, DJUNGLE, abbiamo avuto il piacere di fare un’intervista assieme a TY1.

Da DJUNGLE al Nameless: intervista a TY1

Ciao TY1! Come stai? Sei carico per il Nameless?

«Ciao a voi, sto bene sono molto carico e non vedo l’ora di salire sul palco!»

Come strutturerai il tuo dj set? Ci puoi spoilerare qualcosa?

«Sicuramente, essendo un set di mezz’ora, cercherò di concentrare la maggior parte delle mie produzioni e dei miei remix con qualche nuova chicca in più, ovviamente non può mancare il tocco dello scratch».

Invece, dal punto di vista delle produzioni, come è che ti approcci a un beat prima di produrlo? Quali programmi usi?

«Non ho un modo di approcciarmi che sia sempre identico, mi faccio ispirare da un campione piuttosto che da un giro di batteria e da lì costruisco. Lavoro sia con i campioni che con le parti suonate, trattate poi come campioni. Uso ProTools e Logic».

In passato avevi dichiarato di ispirarti molto a colossi della produzione come Timbaland e Dr Dre: è ancora così? C’è qualche nuova leva che ti sta sorprendendo con i suoi beat? 

«Ancora adesso apprezzo Timbaland e Dr Dre. Anche Pharell Williams, che ha praticamente prodotto tutto il nuovo disco di Pusha T e rimane uno dei produttori più attuali. Mi piace molto Bizzarrap, un produttore argentino che riesce a mischiare la musica latina usandola in maniera hip hop, glitch hop, classica e house, lui è veramente forte. Sto ascoltando parecchia roba a sound afro, trovo sia la corrente più all’avanguardia del momento».

É passato un anno dall’uscita di Djungle: come è andato? sei soddisfatto dei risultati e feedback che ha ottenuto?

«Sono molto soddisfatto di “Djungle” è andato molto bene, forse meglio delle aspettative. Non è scontato che un disco che non può essere suonato nei locali abbia un tale riscontro, quindi sono molto contento. Sto continuando a lavorare su altro, la gente ogni giorno mi chiede nuova musica».

Una delle tracce che più ci aveva sorpreso era stata Novanta: un’accoppiata atipica, con un beat su cui entrambi gli artisti difficilmente abbiamo sentito nell’ultimo periodo, in particolare Samurai. Come è stata realizzarla?

«La traccia “Novanta” è nata perché ho pubblicato su IG un mio remix di “M’Manc”, il pezzo di Shablo con Sfera e Geolier. Quando è uscito, Samuray J mi ha fatto una chiamata per dirmi che lo stava ascoltando e gli piaceva parecchio, io in quel momento stavo lavorando al beat di “Novanta”, era solo un loop di un break di un pezzo old-school e io ci ho costruito tutto un altro beat. Mi ha chiesto di girarglielo subito per scriverci. Sopra ci voleva uno che spaccasse, e siccome in questo momento è difficile trovare qualcuno che sia capace di rappare in un certo modo, chi meglio di Jake, che conosco da sempre?»

Ci sarà prossimamente un tuo nuovo producer album? Se sì, chi ti piacerebbe chiamare al suo interno?

«In effetti ho già tante tracce pronte, quindi sì, sto pensando ad un sequel. Una costante nel mio percorso è la collaborazione con artisti stranieri. Solo in “Djungle” c’erano Dosseh, Pablo Chill-E, MC Buzzz dal Brasile. Lavorare con loro ti permette di creare quelle fusion che per me sono la formula vincente nelle produzioni, per integrare diversi stili e fonderli. La musica amapiano, che sta andando in UK, è proprio un ibrido della musica afro con la UK house, e questa è una fusion assurda, così come l’incontro tra cantanti di diverse provenienze che danno vita a tracce veramente particolari e uniche. Una delle mie preferite dall’album è “Pussy”, dove c’è MC Buzzz, che fa baile funk brasiliano con Vettosi, che è un rapper napoletano fortissimo. Insieme creano un mix incredibile. Il mio goal è lavorare con artisti stranieri, però non dico ancora con chi per scaramanzia, se ci riuscirò lo sentirete».

Progetti per quest’estate?

«Suonare. Sono due anni che sono stato fermo e mi è mancato tantissimo fare i miei dj set e i miei live, che sono il mio pane quotidiano da quando ho cominciato a fare musica. Solo andando in giro puoi capire il mood, la vibe della gente, come viene percepito un pezzo…è da lì per me che tutto si muove. Non sono uno che ama solo stare a casa a produrre, mi piace creare musica e portarla in giro, quindi farò tantissime date come dj con Guè che mi sta dando tantissimo spazio durante i suoi set. Stiamo facendo un sacco di bella roba da portare in giro così, sicuramente la vedrete anche al Nameless. Grazie per l’intervista!»