Uno dei brani che ha cambiato per sempre la storia dell’hip-hop è senza dubbio The Message di Grandmaster Flash & The Furious Five. Certamente, bisogna annoverarlo tra i più influenti del genere, perché c’è una musica rap prima The Message e una musica rap dopo The Message.
Fino alla sua uscita, il neonato rap serviva principalmente a far ballare e intrattenere durante i block party di Dj Kool Herc e soci, ma da quando un poco più che ventenne DJ originario delle Barbados, assieme a cinque colleghi, rilasciò ufficialmente questo singolo, la storia cambiò. Il merito, però, non fu del tutto loro e tra poco vi spieghiamo il perché.
Ma andiamo per step.
Chi ha realmente realizzato The Message di Grandmaster Flash e The Furious Five?
Per comprendere appieno come è nato questo brano che cambiò le sorti dell’hip-hop, bisogna partire da un nome diverso: Sylvia Robinson.
Conosciuta come “The Mother of Hip Hop” è lei infatti la mente non solo dietro The Message, bensì anche a quello che fece partire tutto questo movimento culturale all’interno delle radio, ossia Rapper’s Delight della Sugarhill Gang. Con un passato da cantante R&B e successivamente da produttore discografico, Sylvia possedeva non solo la visione per capire cosa potesse servire al rap per sfondare prima nelle strade e poi nelle radio, ma anche l’orecchio giusto.
Così, quando quasi per caso passò vicino al rapper e percussionista Duke Bootee che stava battendo a ritmo sopra una bottiglia di plastica vuota, si fermò e gli disse: “Ehi, io voglio registrare questo!”. Detto, fatto, dopo averci lavorato un po’ su, Duke iniziò a scrivere anche le parole e, mentre veniva invogliato dall’amico e collega Chase a inventarsi qualcosa di forte, gli venne fuori l’ormai celebre “Don’t push me, ’cause I’m close to the edge. I’m trying not to lose my head”.
Il brano così piano piano stava prendendo forma, solo che Sylvia, inizialmente, voleva farlo registrare alla punta di diamante della sua etichetta, ossia la Sugar Hill Gang, che però non aveva la minima idea di fare un brano così diverso dallo stile con cui si erano fatti conoscere. Bisognava quindi trovare immediatamente altri frontman.
Come anticipato, il merito per la realizzazione di questo brano leggendario è da attribuire solo in parte a Grandmaster Flash & The Furious Five. Chi di loro ha contribuito maggiormente alla sua riuscita, è infatti solamente Melle Mel, tra i primi – se non il primo rapper- a utilizzare sopra il palco e in un testo l’appellativo MC, Master Of Ceremonies.
Sebbene all’inizio anche loro come gruppo non volevano fare The Message perché si discostava da quello che suonavano alle feste, Mel venne convinto a scrivere delle rime per il brano, scegliendo anche di utilizzare una sua strofa precedentemente inserita nel singolo Super Rappin.
Insomma, questa canzone all’inizio non voleva farla nessuno, ma grazie alla perseveranza di Sylvia Robinson e all’ottimo lavoro fatto dagli autori coinvolti, il destino di questo brano si trasformò in leggenda. Il merito, oltre che del suono, è soprattuto dei testi: Mel e Duke Bootee, desiderosi di dare vita a una sorta di specchio della loro realtà quotidiana, in questi brano descrivono in maniera a dir poco veritiera il degrado dei sobborghi di New York, rappresentati come una giungla, con “finestre rotte ovunque, gente che piscia sulle scale, ratti in salotto, scarafaggi in camera”.
Era il 1982 ed era la prima volta che un brano musicale trattava questi argomenti. La storia si era compiuta.
Nonostante Grandmaster Flash odi probabilmente tutt’ora il fatto che il brano sia uscito con il nome di Grandmaster Flash & The Furious Five, nonostante l’unico del gruppo ad aver contribuito alla sua realizzazione sia stato Melle Mel, senza la sua spinta e quel videoclip rilasciato poco dopo, il brano voluto così tanto da Sylvia Robinson non sarebbe arrivato dove è ancora oggi.
Diventato platino nel giro di un mese e campionato e citato da grandissimi della scena rap come Puff Daddy, 2Pac, Snoop Dogg, ma anche da giovani di oggi come Coi Leray, The Message ha trasformato un genere musicale nato per intrattenere in qualcosa destinato a influenzare mentalità e ambienti sociali in ogni parte del mondo.
Classificata alla posizione #51 della migliori canzoni di tutti i tempi stilata dalla rivista Rolling Stone, questo singolo nato per volontà di una visionaria ex cantante r&b, scritto e prodotto quasi per intero da persone non presenti nel nome inciso sulla copertina del vinile, rimarrà per sempre un unicum della storia dell’hip-hop.