Universalmente riconosciuto come uno dei dischi più mitizzati nella musica hip hop, The Chronic di Dr. Dre ha compiuto 30 anni. Un album che è diventato più di un album, ma uno status, una rappresentazione di un movimento, di un suono: quasi un baluardo dell’hip hop.
30 anni non sono pochi e, in tutto questo tempo, la sua importanza non è svanita, così come il suo valore musicale.
The Chronic di Dr Dre: riassumiamo la storia del disco
Dr. Dre è sicuramente la figura cardine del suono dell’hip-hop in stampo West Coast che ha rivoluzionato la concezione di rap. Dagli NWA, ai suoi dischi da solista, a produrre artisti come Eminem e 50 Cent, i lavori di Dre sono innegabilmente valutati come capolavori-cult back-to-back.
Con Straight Outta Compton degli NWA, il concetto di gangsta rap fu massificato e reso nitido e col suo primo album da solista, The Chronic, ha creato il suono g-funk, riconducibile come una delle atmosfere musicali più riuscite della storia dell’hip hop. The Chronic ha esposto il genere rap a confini più larghi dei precedenti, vendendo oltre due milioni di copie nel primo anno e sei milioni ad oggi.
Dopo essere stati in tour per promuovere il loro album di debutto, gli NWA, lo storico gruppo rap composto da un dream team con punte di diamante Dr. Dre, Eazy-E e Ice Cube, si è sciolto. Era il lontanissimo 1989 quando Ice Cube lasciò il gruppo per questioni riguardanti soldi collegati ai suoi diritti d’autore, dando inizio alla sua carriera solista. Dr. Dre seguì i passi di Cube, dopo aver testato meglio le sue doti producendo dischi per artisti come il rapper The D.O.C. e la cantante R&B Michel’le, dove già inizia a sentirsi una maturazione verso il suono che lo renderà una superstar nel classico debutto solista.
Dre decise di avviare la propria etichetta, dove avrebbe potuto reclutare nuovi talenti e rendere al massimo i guadagni delle sue produzioni. Nel bel mezzo della progettazione di una label, The D.O.C. introdusse a Dr. Dre quello che divenne il più noto gangster della storia del genere: Suge Knight. Suge era un amico di vecchia data con la guardia del corpo di D.O.C., che dopo essere venuto a conoscenza del malcontento che girava attorno agli artisti della NWA con la loro precedente etichetta, la Ruthless Records, vide un’ottima opportunità, che fece sì che la sua mano si strinse a quella di Dre per la creazione della Death Row Records.
Eazy-E era rimasto fedele alla Ruthless e vide nella Death Row un tradimento di un amico, iniziando un dissapore che portò una faida tra Suge ed Eazy-E, dentro i confini di una guerra vera e propria.
La creazione della la Death Row Records fu possibile grazie al finanziamento di uno spacciatore di successo, Michael Harris (aka Harry O), ai tempi in prigione con l’accusa di spaccio e omicidio. Harry O bramava il vedere la sua figura nel mondo dello spettacolo, vedendo in ciò una copertura laminata d’oro per i suoi affari sporchi. Decise di firmare un assegno di oltre un milione di dollari per acquistare uno studio di registrazione dalla Solar Records (etichetta discografica focalizzata sulla musica soul), spolverando le sue attrezzature per essere manovrate da Dr. Dre e i suoi collaboratori mentre componevano la prima uscita dell’etichetta: The Chronic.
Il disco puntava a ridisegnare il gangsta rap: mentre con gli NWA l’obbiettivo era lo shock dell’ascoltatore, Dre aveva capito come quella musica potesse avere un appeal ben più ampio delle opportunità offerte dai liricisimi così crudi e perturbanti. La sua musica doveva essere più accessibile, di fattura migliore, facendogli fare più soldi possibili.
Il titolo The Chronic racchiude tutto ciò: chronic è un termine in slang che sta a definire la marijuana della più alta qualità. Allo stesso modo di quell’erba, il suo disco doveva essere ambito in tutte le strade dei quartieri dell’America nera, essendo noto a tutti, e noto come la roba migliore in circolazione. Ha trovato la soluzione sonora nel g-funk, utilizzando campionamenti funk e soul, sintetizzatori acuti, groove colmi di bassi profondi, andando a creare un’atmosfera calda e rilassata.
Quel suono divenne la perfetta rappresentazione sonora di Los Angeles.
Un altro collaboratore fondamentale in The Chronic di Dr. Dre è stato l’inimitabile Snoop Doggy Dogg, appena sbarcato sulla scena hip-hop.
Dre ha scoperto il gigante diamante grezzo che era Snoop dopo che un altro leggendario producer e rapper, Warren G, gli ha fatto ascoltare un mixtape di demo composte da lui e Snoop insieme. Appena prima alla lavorazione del disco, Dre dà fiducia al giovane Snoop, e compongono in studio insieme quello che divenne il suo primo singolo Deep Cover, debutto ufficiale anche per Snoop.
Durante la fase di scrittura dell’album, The D.O.C. ha dato lezioni a Snoop per manovrare meglio il suo stile vocale e in coppia hanno anche lavorato ai testi di Dre.
Le liriche di The Chronic tracciano personaggi gangster, duri, pronti a tutto per il rispetto e il loro da farsi. I testi dell’album, andando oltre il pubblico rap allora usuale, furono polemizzati per il loro sessismo (The Doctor’s Office e B*tches Ain’t Sh*t) e violenza (A N*gga Witta Gun e Rat-Tat-Tat-Ta). La risposta di Snoop data al New York Times fu:
Rappo ciò che ho vissuto o ciò che ho visto accadere ai miei amici più stretti, o ciò che so solo per il fatto che sono nel ghetto. Non posso rappare su qualcosa che non conosco. Non mi sentirai mai rappare di nessuna laurea. Tutto ciò che so è la vita di strada. È la mia vita di tutti i giorni, la realtà
Non mancano i dissing contro i precedenti collaboratori di Dre: in particolare Eazy-E e Ice Cube sono stati presi di mira nello splendente secondo singolo Fuck Wit Dre Day. Tuttavia, in mezzo a pistole, soldi macchiati e prostitute, il clima ampiamente annacquato da prepotenza e vanterie, a tratti offre la drammaticità sociale di questo reale panorama criminale-cinematografico.
Perfetto esempio: Lil Ghetto Boy, una delle tracce più riuscite e significative dell’album.
La leggenda creata da The Chronic
The Chronic ha conquistato le periferie e ha codificato il suono dominante di un’intera costa. Ha reso Dre un colosso portante della cultura e catapultato un rapper di quartiere nella mastodontica star che è Snoop Dogg. Ma la missione più profonda del disco è stata quella di vendere una fantasia di evasione ad un gruppo di persone che vivevano nei loro marginalizzati quartieri californiani, senza vedere una minima prospettiva “magica” in essi.
In seguito al disco, grazie alla sua atmosfera e iconografia, per i ragazzi che vivevano in quartieri come Compton le loro strade iniziarono ad essere visionate in modo diverso. Volevano essere come Snoop, indossare il cappello dei White Sox come Dre. Nacque in loro la possibilità di avere degli idoli, che prima non avevano e non potevano permettersi di avere.
Al suo tempo divenne l’album gangsta rap più venduto di sempre e da lì il pop-rap pettinato di MC Hammer e Vanilla Ice venne surclassato pesantemente dallo street rap.
Dopo il debutto di Dre, e poi Snoop nel 1993 con lo storico Doggystyle, il panorama hip hop iniziò ad essere giostrato da figure gangsta come Tupac, Coolio e Notorious BIG.
A livello sonoro, il g-funk di The Chronic di Dr. Dre arrivò in ogni angolo di rap mondiale. Quei bassi e quei synth continuano ad essere coniati per una formula che non stanca mai, sempre dannatamente effettiva e senza tempo.
La Death Row Records che ha fatto nascere il disco – ed è stata portata al massimo livello da quest’ultimo – è crollata tra tragedie, solo dopo aver offerto al pubblico alcuni dei lavori migliori della musica black in generale, composti da giganti come 2Pac e Nate Dogg.
Di recente Snoop è entrato in possesso della label, e nella gestione delle enormi pubblicazioni firmate dal marchio, ha ri-pubblicato The Chronic nelle piattaforme di streaming.
Questo trentennale da poco passato, porta sicuramente un motivo in più per schiacciare play a un album epocale.