Ve ne avevamo già parlato un anno fa ma oggi siamo qui per ricordarvi di SHOES: Il brano di Lupe Fiasco con Virgil Abloh rimane la piena manifestazione del potenziale che due entità creative possono raggiungere sincronizzandosi con la sola forza della loro passione e creatività.
SHOES di Lupe Fiasco e Virgil Abloh, un brano da ricordare
L’assassinio di Ahmaud Marquez Arbey avvenuto il 23 febbraio del 2020 verrà ricordato per sempre come uno dei punti di rottura più gravi del razzismo sistematico che avvelena gli Stati Uniti. L’impatto culturale del tragico evento è stato pesante e variegato, la cultura Hip-Hop ha reagito elaborando il dramma a modo suo.
Pochi come Lupe Fiasco sono riusciti a catturare il complesso squilibrio sociale attraverso metafore e parole.
Dopo un illuminante discorso sul concetto di made by us nel intro del EP HOUSE, Virgil Abloh offre la sua prospettiva appoggiando ai metaforici influssi lirici di Fiasco un apparentemente semplice makin of audio di una scarpa da corsa. Designer e creativo di natura, Virgil offre una visione interna del processo dietro la creazione dell’oggetto, la scelta non è casuale dato che Ahmaud è stato aggredito e ucciso mentre faceva jogging.
Quattro essenziali strofe portano Lupe in uno scrittura narrativa che lo contraddistingue da anni ma che qui vela ancora più significati nascosti che sta all’ascoltatore estrapolare.
Quello che nella prima strofa può essere banalmente descritto come un racconto di un ragazzino nero intento ad accaparrarsi il nuovo atteso modello di sneaker, qui viene narrato come un singolare momento di contemplazione ed euforia. Un’attesa importante tanto quanto l’arrivo. I riferimenti razziali iniziano con la presenza di un ragazzo bianco che vedendo il coetaneo dietro di lui decide di farlo passare, un favoritismo che Lupe non si espone nel giudicare ma si limita a presentarcelo.
I parallelismi tra l’evento e il sistema giudiziario Americano, disegnato a svantaggio della popolazione nera sono numerosi mentre Lupe e Virgil proseguono nel dare un significato sempre più grande alla storia che viene trasmessa alle nostre orecchie.
I brevi interventi di Virgil tra le strofe lasciano trasparire la mentalità dietro l’uomo, il goal è quello di comunicare i sentimenti dietro la realizzazione di un prodotto materiale, animare l’inanimato quanto il più possibile.
L’astratto in contrasto con la dura realtà tematica del brano, la sole pronunciata come soul, non è che la primaria indicazione del messaggio dietro questo unico brano.
The goal is as always in my work is to add emotion to inanimate objects – Virgil Abloh
La dicotomia tra il rapper di Chicago e il designer non è legata unicamente all’oggetto scarpa ma all’uso parallelo dei propri ideali che hanno plasmato le carriere e le vite di entrambi. Sia Lupe che Abloh offrono le proprie abilità a servizio di un messaggio tanto nascosto quanto potente nella sua rivelazione.
Il climax arriva da entrambe le voci, Lupe con una quarta strofa in cui la connessione con il tragico contesto dell’assassinio di Arbey si unisce alla metaforica situazione precedentemente descritta mentre è Virgil a chiudere il brano con un’incredibile conclusione in cui completa il processo creativo dietro la sneaker elencandone ogni elemento che ne fa parte.
Si parla di lacci come ciò che tiene tutto insieme, legami di una vita capaci di essere stretti o divaricati, si parla dell’aspetto esteriore, del marchio ma Virgil rivela che è una parte completamente personale e che è tutto creato dalle persone quindi è ok a prescindere da quale si scelga. Ma è dinanzi alla decisione del colore che la metafora prende una direzione più diretta, con Virgil che con un accenno di rassegnazione ci dice che il mondo è bianco e nero in qualunque modo lo si vede, a prescindere dal colore che decidiamo di indossare.
SHOES è un gioiello raro, un singolo brano con la potenza tematica, poetica e metaforica di un intero album. Virgil ha da sempre dato alla musica e ispirato alcuni dei più grandi, ma sono anche i momenti più nascosti come questo in cui possiamo ammirare un uomo creativo che nonostante la differenza in abilità rispetto a Lupe, riesce a parlare lo stesso linguaggio arrivando allo stesso obiettivo.
Anche questo era Virgil.
What does that sole look like? It’s soft to run on but tough enough to withstand the reality of the ground or the reality of the context we’re living in. That’s the soul. – Virgil Abloh
Imprevedibilità, una Dedica a Virgil
C’è una cosa che la vita e la creatività hanno in comune, la loro imprevedibilità.
Mentre l’impossibilità di prevedere la prima ci fa spavento, la seconda ci rende immortali. Noi umani esprimiamo il desiderio di immortalità da tempo immemore ma abbiamo, a parer mio, quasi sempre sbagliato il luogo in cui cercarla. È proprio lì, dentro di noi il segreto dell’immortalità. Creando siamo riusciti ad amarci un po’ di più e spesso anche ad odiarci con più efficacia. Spetta a noi decidere cosa fare.
La vita non è che una clessidra di sabbia, non importa da quale lato decidiamo di poggiarla, il tempo è l’unico concetto che abbiamo misurato e disegnato ma che non possiamo controllare.
La storia di Virgil Abloh è la manifestazione di questi concetti, la dimostrazione che seppure quella sabbia dentro la clessidra sia continuamente sfuggevole, possiamo sempre modificarla finché è lì. Dai primi anni nella street culture della violentissima Chicago fino a diventare il direttore artistico di Louis Vuitton, Virgil non ha mai smesso di credere in quella sabbia, costruendo castelli che hanno ispirato questa generazione e che si apprestano a influenzare le prossime.
Non sappiamo quando e se quel vetro che contiene il nostro più prezioso strumento di creazione si romperà, quello che sappiamo per certo è che oggi crediamo nei sogni e impreziosiamo i nostri chicchi di sabbia un po’ di più.
Grazie Virgil Abloh.
R.I.P.