Nel letale e caotico panorama che è diventato l’Hip-Hop nel 2022, Nas torna per la quarta volta a far luce non solo sulle sue opinioni di un mercato in continua evoluzione ma anche a ricapitolare la storia fino ad oggi: fuori ora King’s Disease 3.
Con King’s Disease 3 Nas ci mostra le vette che l’Hip-Hop può raggiungere
Iniziata nel bel mezzo di un mondo in crisi, la serie di album di Nas e Hit-Boy è arrivata e ci ha immediatamente accompagnato in un percorso mentale di rivalutazione di diverse verità nascoste nella musica rap.
La prima in assoluto è il mito del “cattivo orecchio di Nas” dato che insieme ad Hit-Boy il leggendario rapper ha dimostrato una capacità di direttiva e gusto musicale in bilico tra classico e moderno, inedito e eccitante. La seconda è bruciare la definizione del “rap come gioco da ragazzi” dimostrando un’evoluzione nel comparto lirico che pesa per la sua età ma solo da un punto di vista di maturazione e quindi esperienza.
King’s Disease III arriva oggi tra noi ampliando la conversazione partendo da questi due punti instaurati dai primi due capitoli e dal cugino Magic.
Diciassette brani questa volta senza ospiti per tenere bollente il ferro su cui Nas e Hit-Boy camminano dal 2020.
L’anima che traspare da brani come Reminisce e Michael & Quincy converge con la nostalgia di First Time e l’urgenza di Don’t Shoot, mentre arrivati alla banger bonus track Til My Last Breath ci rendiamo conto che questo percorso è stato fondamentale per Hit-Boy tanto quanto per Nas.
Gli argomenti trattati sono tra i più vari ma tutti hanno in comune la saggezza di un artista che quasi 30 anni fa ha lasciato un marchio indelebile di poesia e realtà.
Abbiamo seguito il percorso di Nas e Hit-Boy, di seguito potete leggere le recensioni di:
• Magic
King’s Disease 3 di Nas si può ascoltare da oggi su qualsiasi piattaforma.