La morte di Mac Miller ha causato tanto sgomento tra artisti, fan ed addetti ai lavori. Ma a cosa è dovuto tanto male?
Fa quasi tenerezza pensare come l’opinione pubblica di mezzo mondo sia impegnata a discutere e giudicare l’argomento delle droghe applicate ai giovani della nostra epoca. Basti pensare alla legge che regolamenta la marijuana in Italia ponendola alla pari con le sostanze pesanti o come Elon Musk – CEO di Tesla – abbia perso diversi punti di percentuale delle azioni in borsa per aver fumato in una diretta radiofonica. Oggi si pensa alla marijuana come un problema, identificandola con una generazione arrendevole che preferisci abbandonarsi al consumo della sostanza piuttosto che reagire e darsi da fare. Il problema è che si continua a guardare con costanza al versante sbagliato del tema in questione. Perché non abbiamo intenzione di promuovere affatto il consumo della cannabis così come non abbiamo voglia di smentirlo. Il nostro unico intento è quello di porre un accento ben più importante su un problema molto più grande di questo, che affonda le sue radici proprio nel nostro ambito.
La marijuana è stata per anni la sostanza accostata all’Hip-Hop per eccellenza. Un personaggio come Snoop Dogg – ad esempio- è conosciuto dai più grandi per la sua “fattanza” piuttosto che per la sua musica. In casa nostra invece, gente come Fabri Fibra non ha mai nascosto l’argomento, affrontandolo più volte nella sua musica e nelle interviste, anche quando il suo personaggio era diventato così grande da non potergli permettere di parlarne. Ancora oggi se ne parla ovunque come fosse un tabù, nonostante sia diventata una costante riconosciuta in ogni contesto o ceto sociale possibile. Ed è sbagliato dire che l’Hip-Hop invogli alla consumazione di cannabis ma è corretto accettarla come parte di questa realtà.
Oggi invece la marijuana è stata sostituita dagli psicofarmaci.
Un genere come l’hip-hop è da sempre uno specchio nudo e crudo della realtà che rappresenta. Lo è per tematiche di tipo sociale e politico così come per un determinato stile di vita. Ed è conseguente a questa affermazione – quindi- il constatare come oggi, oltre a tutto quello che c’è di buono, porti con sé anche una dose massiccia di esempi negativi, palesati da giovani artisti che non sono esenti dalle problematiche cui sono costrette le nuove generazioni. In precedenza parlavamo di Snoop Dogg ma è anche vero che un produttore multiplatino come Scott Storch ha mandato la sua vita e la sua carriera in fumo a causa della dipendenza da cocaina, con la differenza che allora non esistevano le Instagram Stories per permettergli di creare dirette viste in tutto il mondo durante un party o in fase di “sballo”. Motivo per cui la debolezza non aveva alcun modo di essere spettacolarizzata e/o trasmessa.
Parafrasando J. Cole ed il suo ultimo album, oggi esistono molti artisti che basano la loro intera carriera sul cattivo esempio. Cattivo non per fare la morale, ma semplicemente perché conseguenza delle loro stesse mancanze, alle quali il collettivo non ha voglia di guardare con interesse. Ed è proprio questa indifferenza a causare tanto male. Ne ha parlato anche Rancore nella sua recente “Depressissimo”, che speriamo venga messa in luce nel modo che merita.
Venerdì è venuto a mancare Mac Miller a soli 26 anni. La causa? Un overdose di farmaci. La terza scomparsa in questo 2018 che segue quelle di Lil Peep e XXXtentacion, anche se solo il primo ha avuto la stessa causa. Malcolm ha rilasciato ultimo album “Swimming” i primi di agosto, riversando per intero tutte le defezioni della sua anima. È curioso, col senno di poi, pensare come l’album sia uscito lo stesso giorno dell’attesissimo “Astroworld” di Travis Scott. Un’attesa così avida che non ha lasciato spazio alle richieste d’aiuto che Miller ha riposto nei suoi brani.
“I keep my head above the water
My eyes is getting bigger, so the world i getting smaller”
Ancor prima che un artista Mac Miller era un ragazzo che non riusciva ad accettare il dono della vita. Nonostante il successo, nonostante i tour, la fama, il denaro. Perché possiamo anche avere tutto ciò che desideriamo, ma le mancanze che determinano la nostra felicità non sono mai legate a qualcosa di materiale. La sua ex ragazza, Ariana Grande, sembrava esser stato un angelo per lui. Ma non abbastanza per vincere il suo demone, che alla fine ha avuto la meglio. Mac Miller è stato ucciso dalla solitudine che lo ha divorato lentamente dall’interno, lavorando silenziosa. Si è creato un vuoto attorno, dove soltanto i farmaci sono riusciti ad arrivare piuttosto che la sensibilità umana.
Malcolm è stato una vittima della noncuranza con la quale a volte affrontiamo i problemi – nostri e degli altri – attribuendogli così poca importanza. Stare male non è una moda e non è neanche piacevole. È soltanto un piccolo errore di percorso al quale è necessario porre rimedio a qualunque costo. Con la morte non si scherza, come diceva il buon vecchio Primo. E se la musica non sempre salva le persone, a volte può aiutarle a trovare una soluzione o – più semplicemente – a chiedere aiuto.