Giunti alla terza puntata della quinta stagione di Real Talk, l’ospite in studio da Bosca e Kuma è Kid Yugi, classe 2001 e voce in erba, ma già con ampio seguito, del genere rap in Italia.
Kuma impazzisce per Kid Yugi nella nuova puntata di Real Talk
Il format su YouTube di Bosca e Kuma è notoriamente, e stabilmente, essendo arrivati alla quinta stagione, una vetrina per giovani rapper (e non solo), che si esaltano e si mettono in gioco in 4 take in freestyle.
Kid Yugi ha probabilmente registrato, difficile dire se il migliore, ma uno dei migliori episodi del format, almeno di questa stagione. Sicuramente ne ha alzato l’asticella.
Il rapper, originario di Massafra in provincia di Taranto, che nelle battute colloquiali finali con Bosca e Kuma è apparso un po’ timido, o poco sicuro, o probabilmente non a suo agio svestito, essendo passato da poco il carnevale, da scudiero del rap, aveva comandato, fino ad alcuni attimi prima, il mic con una decisione, una grinta, o, gergalmente, una fotta, così da rendere più l’idea, da esaltare Kuma, più di quanto non accada solitamente.
Ha irretito il presentatore con punchlines ed incastri, colmi di riferimenti teatrali e cinematografici, che si legano indissolubilmente a dinamiche street del suo contesto di provenienza.
Kid Yugi o l’anti-idolo, come s’è dichiarato, mal sopportando il divismo che avvolge i rapper contemporanei, ha cavalcato i quattro beat con sicurezza, come detto, ma avvolta da una penombra.
Cosi come in The Globe, quello che si evince dalla sua scrittura è un contrasto tra la voglia di mostrarsi tale dell’artista e in modo complementare la sua fragilità e caducità. È un disco assolutamente da recuperare per chi non lo conoscesse, in cui si assaporava già il suo rapporto letterario con la morte, incerta ed inquieta.
Rapperei di morte pure sopra un beat di Drake
Aveva già, intervistato da Billboard, chiosato sulla morte, dicendo:
È una roba che… È un’inquietudine che mi accompagna da sempre. C’è una frase molto bella di Walter Benjamin su questo. Non te la cito testualmente perché non me la ricordo perfettamente, però diceva più o meno che ogni scrittura si risolve nello spazio zero della morte. La penna di qualsiasi autore è mossa solo dalla paura di morire. Secondo me è una cosa molto vera dell’arte.
Kid Yugi era già nel radar degli emergenti da tener d’occhio, ed in Real Talk ha solo avuto la possibilità di dimostrare che la sua pistola di Čechov non mancherà il bersaglio.
Il rapper di Taranto, ma col flow di Brooklin, come annunciato in studio da Bosca e Kuma ha in serbo del materiale per quest’anno, oltre che un singolo in uscita a breve. Nel frattempo recuperate The Globe.
Buon ascolto.