In occasione della pubblicazione del disco, siamo stati invitati a Milano per ascoltare in anteprima Piove Ancora, il nuovo album di Silent Bob e Sick Budd rilasciato per Believe e Bullz Records.
Oltre ad essere stati catapultati in un ambiente molto stimolante, abbiamo avuto il piacere di scambiare due parole con gli artisti in questione.
Soffermandoci su varie tematiche, anche strettamente personali, nel poco tempo a nostra disposizione abbiamo parlato un po’ con i due artisti per capire più a fondo come è nato Piove Ancora e come sono cambiati loro nel corso degli anni.
La nostra nuova intervista a Silent Bob e Sick Budd
Come vi sentite o vi vedete cambiati rispetto al vostro primo disco, Silent EP?
Silent B: «Guarda Silent EP era appunto un primo progetto, stavamo un attimo cercando di capire cosa fare. Sono quei progetti che servono perché sono lavori dove devono esserci errori al suo interno, noi avevamo bisogno di questi errori per capire poi realmente quale fosse la strada giusta. Infatti il progetto dopo è figlio degli errori del nostro primo EP. Io sono cambiato tanto a livello di persona, grazie a questi dischi è partita tutta la mia autoterapia che praticamente è lo scrivere, quello che faccio, quello che sono io realmente, al di fuori di come mi vedi, delle persone che frequento, è sempre la stessa cosa, sono cambiato io che vedo le cose in maniere differente».
Sick B: «Tu devi capir che Silent EP è uscito quando Silent aveva appena fatto 18 anni, quindi devi renderti conto che è nella prima fase in cui diventi veramente adulto, un prodotto con un margine di maturità e sincero allo stesso tempo e, nell’essere un progetto sincero, ha i suoi difetti comprensibili per un ragazzo di appena maggiore età. Sinceramente come ha detto lui, è necessario fare questi errori, noi abbiamo fatto un percorso diverso rispetto ad altri, abbiamo fatto un passo dopo l’altro per conoscere la nostra musica prima della nostra gente e questo secondo me è stato uno step necessario per arrivare dove siamo ora».
A gennaio 2020 è uscito Piano B, un successo clamoroso per essere un disco di esordio, tanti nomi importanti dentro. Successivamente hai cominciato a ricevere complimenti dai tuoi colleghi e da parte di artisti più importanti, come Salmo. A tal proposito, Silent, mi sento di farti una domanda: ti senti ancora un’ emergente o ti senti con due piedi all’interno della scena italiana.
Silent Bob:. «Mi sento ancora un emergente, non mi sento ancora così confermato, cioè prima di non essere più emergente devi aver fatto veramente tanto, pubblicato vari dischi, devi far capire che la tua musica può andare avanti per tanto tempo: una volta che sei consolidato non sei più emergente. Un emergente può morire dopo tre dischi, tre canzoni, dopo poco o dopo tanto. Solo quando diventi infinito sei confermato».
Per quanto riguarda questo disco, dato che il primo era da indipendenti, abbiamo visto che ora si è aggiunta la Believe come distribuzione: potrebbe essere la rampa di lancio effettiva per etichette più grandi o non è il vostro interesse?
Sick Budd: «No ti assicuro che non è quello l’intento, Believe è una realtà che ci sta dando una grossa mano con questo progetto, un po’ più universale, ma non ti nego che la possibilità ci poteva essere anche prima, ma noi abbiamo scelto Believe perché volevamo lavorare con una realtà di questo genere in cui potevamo avere noi una buona parola, mantenere la nostra indipendenza e collaborare con delle persone per arrivare allo stesso obiettivo. Per noi rimane importante il discorso di essere competitivi e indipendenti sotto un certo punto di vista. Ci rendiamo conto che non è la cosa giusta da fare in alcune situazioni, però noi vogliamo seguire la nostra strada perché il cammino che vogliamo fare lo sappiamo».
Silent B: «Si per me è la stessa cosa, per ora abbiamo trovato quelle persone, poi si vedrà, giuste per darci più visibilità. Secondo me è quello che è mancato a Piano B, che poi ha fatto tutto la musica. Anche questa scelta di Believe era la rampa giusta che poteva prendere la nostra musica per farla vedere di più».
Spesso nei tuoi testi si sente come metti su carta tutti i tuoi demoni e le tue paranoie. Com’è complesso far uscire queste emozioni? E dal punto di vista della produzione come ci si lavora dietro?
Silent B: «Nel mio caso è realmente tutto molto viscerale, arriva senza pensarci troppo, parlo di quello che per me è realmente la verità, quello che mi sento di dire. Io ho bisogno di dire queste cose in primis per me, per tirarle fuori, vedere queste immagini renderle reali, come se le tirassi veramente fuori. Fin quando continuerò con questo modo di fare, la roba arriva molto di più. Quando già cominci a pensare a quello che si aspettano gli altri da te, allora cerchi di assecondare questa cosa e la gente non si ritrova più realmente troppo in quello che fai, dato che lo stai facendo per altri e non per te. Io parlo tanto di me stesso e se ci pensi è un controsenso che in tanti ci si ritrovino, probabilmente ci son tante cose simili in ognuno di noi e allora tirarle fuori nel modo più reale possibile ne fa avvicinare tanti a te».
Dal punto di vista della produzione, come si gestisce?
Sick B: «Dal mio punto di vista posso dirti che secondo me noi siamo simili, perché usiamo la musica per trasmettere la stessa tipologia di emozioni, sappiamo che difficilmente potremo fare dei pezzi con toni esageratamente allegri, perché in realtà se vai a scavare nel nostro percorso di ascolti, quella roba non c’è. Esiste un motivo ben preciso per cui abbiamo iniziato a fare musica, basta semplicemente un cenno e sappiamo perfettamente qual è il mood da dare alla canzone o a quello che vogliamo dire: su quello siamo veramente sereni, andiamo nella stessa direzione».
Piove Ancora è stato studiato anche per essere portato live?
Silent B: «Sicuramente, quando lo sentirai capirai che c’è una bella distinzione tra brani più consciuous a quelli totalmente diversi. Ci sono pezzi che ti faranno venire proprio voglia di ascoltare questo disco dal vivo».
Sick B: «Assolutamente! Secondo me c’era proprio la voglia di tirar fuori qualcosa che desse la speranza proprio per i concerti, dato che il settore ha sofferto veramente tanto in questi ultimi due anni».
In un periodo storico come il nostro, in cui i suoni predominati sono quelli della drill con rapper che si focalizzano molto più sul loro ego e non sull’aspetto musicale, la coppia della Bullz Records, Silent Bob & Sick Budd, ci ha dimostrato nuovamente che andare contro tendenza ed esternare le proprie emozioni fa sì che il risultato possa essere un progetto maturo e sincero, in cui molte persone ci si possono rispecchiare.
Scambiando due parole con gli artisti, abbiamo capito che il “Piove Ancora” non significa che si arriverà in una condizione in cui pioverà per sempre, bensì il contrario: è quella fase liberatoria, in cui esterni e lasci scappare tutti i tuoi demoni, per trovare una situazione di pace interna a cui noi tutti aspiriamo.
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