Dopo un paio di estati sottotono a causa del Covid, finalmente nel 2022 stiamo entrando in una estate classica. E cosa c’è di più classico di un disco dei Fratelli Freschi per ricordarci che è tornate l’estate?
In occasione della release del terzo episodio del loro progetto collaborativo, abbiamo intervistato Nex Cassel e Gionni Grano, per parlarci un po’ di DOCG.
«Il rap underground italiano è più imbarazzante della trap italiana» – Intervista a Gionni Grano e Nex Cassel anche noti come Fratelli Freschi
Come è stato tornare a lavorare su un progetto come quello dei Fratelli Freschi, che è stato in stand by per 8 anni? E per quale motivo non lo avete ripreso in mano prima?
Nex Cassel: «Dal 2015 in poi, tutte le estati, molti dei nostri fan chiedevano nuova musica da spiaggia e da festa, volevano la continuazione di quella che era stata la loro colonna sonora delle vacanze dei due anni precedenti. La voglia di rientrare in questa dimensione leggera era tanta, purtroppo eravamo impegnati con altri progetti. È bello il mondo Fratelli Freschi, è un luogo fatto di bikini e pedalò, per scrivere questa roba bisogna svuotare la testa dai problemi e lo stress, non è per niente male.»
Gionni Grano: «Avevamo già dei pezzi in cassaforte da qualche anno. Lo scorso inverno ho chiuso una settimana il ristorante e mi sono trasferito da Nex con una bella selezione di champagne. Abbiamo chiuso il disco in cinque giorni.»
Quante cose sono cambiate in questo lasso di tempo tra voi e nel vostro rapporto con il rap?
Nex&Gionni: «Lo stile e i riferimenti dei Fratelli Freschi sono assestanti e non dipendono dal tempo e dalle mode. Puoi ascoltare i 3 dischi come fossero un album triplo, senza problemi. Il nostro immaginario è talmente definito che, per noi, il divertimento e la sfida sta nel dire sempre le stesse cose ma in modo diverso, come fossero tutte parte di un unico racconto.»
Nelle estati 2013-2014, ovvero quando avete pubblicato i primi due episodi delle serie, nel rap italiano era molto in voga il concetto di “Party & Bullshit”, ovvero usare il rap per divertirsi e divertire, portando stile anche con temi un po’ leggeri. In un momento come questo, dove tutti gli artisti sfornano il disco personale e introspettivo, come mai avete scelto di andare in direzione opposta e tornare a parlare di mare e di estate
Nex&Gionni: «Non ci interessiamo degli altri rapper. Se c’è la moda dei finti ricchi, dei finti poveri, dei finti gangster o dei finti depressi, a noi non riguarda. Non ci facciamo intaccare dall’esterno, specie da questi cliché, noi siamo qua e siamo noi: una fottuta certezza.»
Secondo voi, come mai tanti artisti (anche molto giovani) usano il rap in maniera così seriosa, perdendo la parte in cui il rap è un gioco? È cambiato qualcosa nell’approccio al rap da parte delle nuove generazioni?
Nex&Gionni: «Noi prendiamo il rap seriamente. Se i soggetti a cui ti riferisci prendessero il rap seriamente, lo farebbero bene. Sono appunto, come dici, seriosi, non seri. Faranno bene altro…Ma non il rap. Nel progetto FF noi ci dedichiamo a fare del rap leggero perché noi siamo anche questo come persone, poi nei nostri altri progetti possiamo anche essere più incazzati ed esprimere altri concetti. FF ci rende più real, perché ci permette di mettere in musica anche questo lato del nostro carattere.»
Gionni Grano: sappiamo che tu hai un ristorante e che quindi il rap per te non è un lavoro, ma una sorta di hobby. Quando hai capito che la tua direzione era quella di fare il ristoratore? Oppure, hai mai pensato (o pensi tuttora) di dedicarti completamente alla musica?
Grano: «Sono un MC tanto quanto un oste, faccio entrambe le cose praticamente da 25 anni. L’hip hop è la mia cultura, la passione per la musica è forte tanto quanto quella per i vini e per il mondo dell’enogastronomia. Detto questo, il rap non è, e non potrebbe mai essere, solo un hobby, è molto di più. L’hip hop è la mia attitudine, la mia mentalità, è come sono.»
Gionni Grano, in qualità del 50% dei “Cugini Savoia”: quanto sono importanti i soldi nel rap? Per alcuni sono l’unico motivo per cui iniziare a fare musica, secondo altri l’ambizione dei soldi, porta via la naturalezza e la spontaneità del rap. Tu come la vedi e da che parte ti schieri?
Grano: «Mi sento una persona fortunata perché mi guadagno da vivere senza farmi mancare nulla, facendo quello che mi piace, senza compromessi e senza prendere ordini da nessuno. Il mio locale va a gonfie vele e questo mi dà la possibilità di poter fare musica come voglio, senza filtri e senza badare alle logiche di mercato. Sì, i soldi sono importantissimi ma sono un mezzo: la vera ricchezza è poter essere libero di dire e fare ciò che voglio senza dovermi dare alcuna restrizione.»
Nex Cassel: tu sei il rapper che più di ogni altro in Italia ha dimostrato versatilità sia riguardo ai testi che riguardo alle produzioni. Hai realizzato progetti nella forma più pura dell’hip-hop, progetti con sonorità molto più moderne, progetti con molta serietà nei testi e altri più scanzonati, come appunto i progetti dei Fratelli Freschi. Ma qual è il vero Nex Cassel? Quale natura prevale sulle altre? Hai mai pensato di fare coesistere tutte queste sfaccettature in un solo disco?
Nex: «Sicuramente è più facile comunicare al pubblico un’idea di un personaggio monodimensionale, che si possa descrivere con uno o due aggettivi. Io però non mi reputo propriamente un personaggio, sono una persona e, come tale, sono un insieme di vari aspetti. Questo si riflette anche nel mio lavoro di musicista e mi porta ad avere vari gusti. I miei veri fan sanno dare valore ai miei pezzi, ci sono quelli più profondi, quelli più ricercati e altri ancora che sono dei semplici banger. Bisogna saper dare alle cose il loro giusto peso.»
Nex Cassel: se guardi indietro alla tua carriera straordinaria, hai davvero collaborato con tutta la scena degli ultimi 15 anni. Hai qualche rimpianto? Ti sei mai chiesto che cosa ti è mancato per fare il salto e diventare mainstram? Qualcosa di diverso che avresti potuto fare?
Nex: «Io non ho mai fatto nulla per essere mainstream, per cui penso che la risposta sia questa. Ho sempre fatto esattamente quello che ho voluto. Di quelli della mia generazione, pochi si sono arricchiti con sta roba, erano anni diversi ed eravamo tutti presi da un amore e da una passione che difficilmente si riesce a spiegare. Non ho mai guadagnato molto con il rap, per cui sono libero di smettere quando voglio, chi ha basato tutto interamente su questo non può farlo. Fino a quando venderò un numero di dischi che ritengo consono continuerò a farli uscire, poi boh, farò altro.»
La nascita di MRGA ha portato una ventata fresca nella scena underground, diventando qualcosa di più di una crew o di una etichetta. Dato che entrambi avete collaborato attivamente al suo sviluppo, vi siete chiesti qual è il segreto di MRGA per essere così seguita e a generare hype per ogni uscita?
Nex&Gionni: «Il rap underground italiano è più imbarazzante della trap italiana. MRGA è una realtà molto vivace, con molte uscite, ottime produzioni, artwork innovativi e spesso geniali e soprattutto rapper che fanno barre fighe. Tutto questo viene fatto per passione e divertendosi, si percepisce.»
Nonostante entrambi abbiate realizzato progetti secondo i canoni MRGA, in questo caso vi siete distaccati totalmente. Avete altri progetti in ballo per l’etichetta del Garofano?
Nex: «C’è Festivalbars, tutta MRGA è venuta da noi a Caorle per realizzare un doppio disco estivo…Per cui come vedi…»
Grano: «La crew si è riunita in una villetta con piscina sulla spiaggia per oltre una settimana. È stato davvero figo partecipare a questo progetto.»
Voi due, insieme a Gionni Gioielli siete la Micromala. Così come abbiamo assistito al ritorno dei Fratelli Freschi (e poco prima dei Cugini Savoia) possiamo sperare in un nuovo album collaborativo di tutti e 3?
Nex: «Potremmo anche farlo, però dovremmo prima metterci d’accordo sul tipo di sound che avrebbe senso portare. Tutti i progetti che hai citato hanno ognuno un’anima e una sonorità distinta e precisa. Se dobbiamo tornare, deve essere la continuazione del progetto dal punto in cui lo abbiamo lasciato. Pensando di aggiornarlo io qualche idea l’avrei… Ma per ora siamo tutti e tre molto impegnati…Chissà…»
Grano: «Ci penso spesso e mi piacerebbe davvero, tuttavia penso che per ora sia difficile. Devo dirti che comunque in “Cipriani” sento molto della Micromala. Le produzioni sono tutte di Nex e Gioielli, hanno preso parte all’intero progetto dall’inizio alla fine.»
Micromala, Fratelli Freschi, Cugini Savoia, più recentemente MRGA… Tutti gruppi e sottogruppi che nascono dalla Adriacosta, una delle crew più note in Italia specialmente qualche anno fa, dato che negli ultimi anni è stata meno ostentata a dispetto dei altri nomi citati prima. L’Adriacosta come crew esiste ancora? Che fine hanno fatto gli altri membri di cui non sentiamo più parlare da un po’?
Nex&Grano: «Noi siamo una famiglia e la famiglia è per sempre. Un paio di persone non ci sono più, e se è così, è perché in realtà non ci sarebbero mai dovute essere. Per il resto siamo tutti uniti come sempre. Siamo stati i primi a produrre una birra artigianale che porta il nome della nostra crew e dopo anni continua ancora a vendere molto bene. Provate la Birra Adriacosta West Coast Ipa!»
Siete pronti per affrontare la caldissima estate 2022? L’Adriacosta ci fornisce sia la birra che la musica, che altro manca? Ringraziando i Fratelli Freschi per l’intervista, vi ricordiamo che DOCG è già fuori su tutte le piattaforme e in copia fisica a questo link