In occasione della release del nuovo album di Kendrick Lamar molti ascoltatori hanno storto il naso a notando presenza di Kodak Black all’interno del disco. Eppure, nonostante non piaccia a tutti, questo ragazzo ha preso sempre più il centro della scena.
Cerchiamo di capire perché.
Chi è Kodak Black: un artista sopravvalutato o un genio incompreso?
Kodak Black è un personaggio assolutamente contraddittorio e ovviamente non può piacere a tutti, sia sotto il punto di vista musicale che umano. Proprio per questo è in grado di suscitare sentimenti forti negli ascoltatori e come spesso accade, basta far parlare di sé per ottenere fama.
Obiettivamente la carriera di Kodak Black è in continua ascesa e dopo i successi commerciali viene coronata dalla partecipazione in un album iconico come Mr. Morale & The Big Steppers di Kendrick Lamar.
Ma Kodak è un genio incompreso o il suo successo è un fuoco di paglia?
La discografia di Kodak Black
Se guardiamo i riscontri commerciali, la discografia di Kodak Black inizia ad essere importante. Infatti è dal 2014 che sforna platini con una certa costanza, tra cui spiccano delle hit mondiali come Tunnel Vision, ZeZe e la recente Super Gremlin, presente da diversi mesi nelle prime posizioni della Billboard Hot 100.
Ai suoi singoli, si affiancano diversi featuring in brani acclamati dal successo commerciale, come Lockjaw con French Montana, Drowing con A Boogie Wit Da Hoodie e Pills & Automobiles con Chris Brown.
Eppure Kodak non è un artista solo da brani singoli, infatti è riuscito a conquistare il platino anche con i suoi primi due album ufficiali, ovvero Painting Pictures e Dying to Live.
Il suo successo commerciale acquisisce anche maggior spessore considerando che nel corso della sua carriera ha passato quasi più tempo dietro alle sbarre che a piede libero. Ad esempio, il suo terzo album ufficiale Billy Israel è stato pubblicato proprio mentre era in carcere, quindi senza alcun tipo di promozione. Forse anche per questo è stato il suo lavoro con meno successo.
I problemi con la giustizia
Come detto, Kodak ha avuto un marea di problemi con la giustizia e nel corso degli anni ha conquistato più “certificazioni” dai tribunali degli Stati Uniti che dalla RIAA. Possesso di arma da fuoco, possesso di droga, rissa, furto d’auto ed evasione dalla libertà vigilata sono quelli ripetuti più volte. A questi però si aggiunge un altro reato, un po’ più delicato e contraddittorio. Nel 2016, dopo un concerto, porta in hotel una sua fan, la quale dichiarerà di essere stata morsa e violentata.
La giustizia americana funziona in un modo un po’ diverso da quella italiana e per molti reati si può evitare il carcere pagando una cauzione, cosa che Kodak ha dovuto fare numerose volte. Nonostante tutto, nel 2020 il processo per questo crimine raggiunge la fine e viene condannato a 48 mesi di carcere. La sentenza iniziale era molto più alta, ma Kodak dichiarandosi colpevole riesce ad ottenere uno sconto di pena. Questa ammissione di colpa però lo rende un reo confesso, levando i dubbi a tutti quelli che pensavano che il processo fosse un pretesto inventato dalla vittima per ottenere un risarcimento, come accaduto tantissime altre volte negli USA.
Kodak riceverà un’ulteriore riduzione di pena grazie all’intervento del presidente degli USA, che annualmente ha il potere di concedere la grazia ai condannati. Curioso come sia stato proprio Donald Trump a concedere questa grazia, che era stato pesantemente attaccato nel video di Tunnel Vision, ora non più disponibile sul canale YouTube ufficiale.
Ma perché agli americani piace così tanto Kodak Black?
Questa è sicuramente una domanda difficile, anche perché probabilmente non ha una spiegazione univoca.
Kodak non è sicuramente il migliore rapper in termini di tecnica al microfono; non è un modello da seguire; non è un performer live eccezionale; non ha doti stilistiche sensazionali; non è neanche bellissimo da vedere, occorre dirlo: nonostante questo punto non abbia correlazioni con la musica, sappiamo tutti benissimo che talvolta il successo di un artista dipende anche dal suo aspetto fisico.
Probabilmente Kodak ha successo proprio per questo, perché non ha nulla di sensazionale, ma ha dalla sua realness e credibility, due aspetti che Oltreoceano vengono valutati tantissimo nella scena rap. Quando parla di crimini nei suoi pezzi, dice la verità. Magari enfatizzata, ma è pur sempre la sua verità. Lui ce l’ha fatta da solo, senza endorsement di nessun rapper famoso. È emerso dalla periferia di Pompano Beach, Florida, solo grazie alla crew Sniper Gang, resistendo agli arresti. Sotto questo punto di vista, rappresenta appieno il concetto di self-made man, molto considerato dagli americani.
Un’altra sua qualità è la capacità di creare strofe molto intense o toccanti all’interno dei suoi lavori. Sicuramente non sono le prime che emergono alla release di un suo progetto, dove spiccano i tormentoni e le volgarità, ma sono quelle in grado di durare nel tempo, anche dopo la scesa dell’hype.
Pur non avendo nessuna dote particolare è in grado di soddisfare tutti i requisiti del pubblico americano. Anche per questo Drake, parlando di lui, lo ha definito “il GOAT della sua generazione e della prossima“. E se lo dice Drake, forse dovremmo prenderlo in considerazione.
Poi diciamocelo: al di là di tutto, ha una faccia che non può non stare simpatico. I suoi video sono follia allo stato puro, già a partire dal look. Nonostante parli anche di violenza nei suoi testi, è sempre molto naturale e spontaneo. E anche queste sono caratteristiche apprezzate dagli americani.
Il Mumble Rap
Kodak, anche grazie al suo timbro di voce particolare, è riuscito a conquistare tutta una fascia di età del pubblico americano. A differenza di tanti altri rapper del passato con la voce impostata per apparire più grandi o più grossi, Kodak usa la sua voce quasi infantile per scandire il suo flow cantilenato, tipico del mumble rap.
A partire da metà degli anni ’10 si è iniziato a diffondere sempre più questa sorta di sottogenere del rap, una sorta di evoluzione melodica della trap, diffusa soprattutto tramite internet e SoundCloud nello specifico. Questo nuovo stile ha dato la possibilità di creare un immaginario in cui si mischiano la violenza di strada narrata nella musica trap, con concetti più intimi e personali. Negli USA molto più che in Europa ha preso piede, con vere e proprie hit e Kodak Black è diventato una punto di riferimento per questo movimento musicale, accentrando la sua posizione nella scena, proprio grazie a diverse di queste hit.
Da qua si è innescata una reazione a catena. Grazie al suo successo, partito da una cerchia ristretta di fan del mumble rap, Kodak ha iniziato a essere ospitato in tracce di altri artisti, ampliando la sua fanbase. La prima traccia in cui è ospite a diventare una hit è Lockjaw di French Montana. Da qui seguono una serie di partecipazioni in altri banger, come quelli di A Boogie e Chris Brown.
Perché Kendrick Lamar ha scelto di ospitare Kodak Black?
Molti ascoltatori sono rimasti delusi di questa scelta. Kendrick, uno degli artisti più influenti e impegnati dal punto di vista sociale, ospita uno stupratore reo confesso come Kodak Black. Perché lo ha fatto?
Ci sono varie ipotesi. C’è chi dice che lo abbia fatto proprio come forma di inclusività, per dare a Kodak una possibilità di redenzione, quindi che la sua presenza in The Big Steppers abbia un significato molto più profondo di una sola strofa. Al contrario, quelli più cinici sostengono che sia solo una scelta commerciale: oggi come oggi, Kodak è una garanzia di successo a livello commerciale ed ha un seguito di ragazzi di una fascia di età inferiore al pubblico medio di K. Dot. Potrebbe essere solo un pretesto per Kendrick per ampliare la propria fanbase.
Probabilmente però la soluzione sta nel mezzo. Probabilmente anche Kendrick apprezza la musica di Kodak, senza i pregiudizi legati alla persona, vedendo del buono nei suoi brani più introspettivi.
In ogni caso, la scelta di Kendrick ha un impatto enorme, perché riesce a dare supporto a Kodak nonostante tutti i suoi comportamenti controversi e siamo sicuri che da oggi, tanti ascoltatori del rap più impegnato presteranno maggiore attenzione ai testi di Kodak, valutandolo per la sua musica, talvolta più complessa di quello che sembra, piuttosto che sulla sua persona.
Da dove iniziare ad ascoltare Kodak Black?
Kodak Black in Italia di certo non ha il successo che ha ormai da qualche anno oltreoceano. Se qualche curioso volesse provare a scoprire questo artista così controverso, vi lasciamo qualche spunto da cui partire.
Partendo dall’inizio, occorre citare i primi due singoli di successo: No Flockin e Skrt. Questi , usciti nell’ormai lontano 2014, estratti dal mixtape Heart of the Projects, hanno aperto le porte al successo degli anni successivi.
No Flockin in particolare è stata la traccia in grado di renderlo riconoscibile a tutti, con un flow molto particolare, che è stato ripreso da Cardi B nella sua hit di successo planetario Bodak Yellow. Questa traccia, che ha superato il miliardo di views su YouTube, è una sorta di omaggio al rapper di Pompano Beach, anche nel titolo.
L’anno di grazia di Kodak è stato indubbiamente il 2017 in cui sono usciti Painting Pictures e il mixtape Project Baby 2. Da Painting Pictures, sono stati estratti tra gli altri There He Go e Tunnel Vision, mentre da Project Baby 2 sono usciti Roll in Peace con Xxxtentacion, Transportin’ e Codeine Dreamings, insieme a Lil Wayne. Lo stesso anno, esce anche un progetto molto particolare insieme a Plies, rapper molto in voga all’inizio degli anni ’00, ormai scomparso dai radar. Insieme a Kodak riesce a tornare in voga, anche con la traccia Real Hitta.
Nell’anno successivo, il 2018, spicca il successo della traccia Wake Up in the sky realizzata con Gucci Mane e Bruno Mars. Lo stesso anno esce il secondo album Dying to live, in cui troviamo più tracce intime, come If I’m Lying, I’m Flying e Calling My Spirt accanto a un banger come ZeZe con Travis Scott e Offset
La vena introspettiva prosegue con il disco successivo, Bill Israel dove spiccano Pimpin’ Ain’t Eazy e una delle tracce più sottovalutate della discografia di Kodak: Remember the Times.
Arriviamo quindi all’ultimo album, Back For Everything pubblicato recentemente, in cui ovviamente risalta la hit Super Gremlins, insieme a I Wish e Love & War.
Provate a dargli una chance, magari partendo proprio da alcune di queste tracce. Se non altro perché Kendrick Lamar ha scelto di ospitarlo nel suo disco. Kendrick non lascia mai nulla al caso: se lo ha scelto per il suo progetto, è perché ha stima della sua musica.
Se non vi fidate di noi, fidatevi almeno dei gusti di Kendrick.