Un giro nelle principali città italiane che hanno fatto la storia del rap: dopo Genova, Milano, Napoli, Roma e Torino, qui vi parliamo di Bologna, capoluogo dell’Emilia-Romagna e fulcro dell’hip-hop anni Novanta e non solo.
Un po’ di storia del rap a Bologna
Per comprendere chi e come ha fatto la storia del rap bolognese, affronteremo di seguito in maniera sintetica i seguenti:
- Il tempo delle Posse e dei Sangue Misto
- Chi altro c’era negli a cavallo del nuovo millennio
- Joe Cassano e l’importanza di Inoki Ness
- Il rap a Bologna negli ultimi anni
Sfruttate questa serie di articoli come una sorta di bigino, dato che chiaramente la storia non è tutta qui: acquistate i dischi oppure utilizzate Spotify, YouTube e simili per approfondire ancora di più.
Il tempo delle Posse e dei Sangue Misto
Molti vedono Napoli, Milano e Roma come le capitali del rap italiano, non tutti però sanno che una delle principali città ad aver contribuito alla formazione della scena rap attuale è Bologna.
Qui alla fine degli anni ottanta, nel centro sociale Isola nel Kantiere, ha preso vita Isola Posse All Stars, storica crew locale icona di quel periodo in cui l’hip hop, soprattutto a Bolo, era sinonimo di militanza politica.
Il collettivo si è fatta conoscere grazie al brano Stop Al Panico: uscito nel 1990, vedeva tra i suoi interpreti Speaker Dee Mò – ora conosciuto semplicemente come DeeMo – e Deda, storico componente dei Sangue Misto, uno – se non forse il – gruppo rap italiano più rappresentativo degli anni Novanta
Formatosi nel 1992 nel capoluogo emiliano, i Sangue Misto erano semplicemente IL RAP, spinto alla grande da un trio di rapper e beatmaker proveniente dall’Isola Posse e che con il loro unico album SxM (uscito nel 1994) influenzarono per sempre la scena italiana. Neffa, Deda e Dj Gruff con le loro rime, flow, fotta e strumentali hanno contribuito a mettere in maniera indelebile Bologna sulla mappa dell’hip hop nostrano, fino però al 1999, anno in cui si scioglierselo per dedicarsi a pieno ad altri progetti: Deda per lo più in veste di produttore, Gruff con l’Alien Army e Neffa verso una carriera decisamente pop.
Tutti però ci ricordiamo la sua bellissima Aspettando il sole, contenuta nell’album Neffa & i messaggeri della dopa:
Chi altro c’era negli a cavallo del nuovo millennio
Negli anni Novanta ci sono stati anche altri MC, dj e produttori molto apprezzati e legatissimi a Bologna.
Oltre a Kaos One che per un periodo ha vissuto a Bologna, soprattutto ai tempi di Fastidio, da citare ci sono chiaramente i Camelz Finnezza Click, Dj Trix e soprattutto due artisti molto legati al capoluogo emiliano: Shezan Il Ragio, nativo bolognese e noto per essere uno dei membri dei Qustodi Del Tempo assieme agli Uomini di Mare (duo formato da Fabri Fibra e Dj Lato); e Dj Lugi, bolognese d’adozione e autore di brani entrati nella storia come Non C’è Limite Allo Show, contenuto all’interno di Novecinquanta di Fritz Da Cat:
Lugi ha collaborato anche con un MC culto per la città delle due torri, ossia Joe Cassano, MC che ha dato vita a uno dei brani più apprezzati del disco di Fritz appena citato. Stiamo parlando di Giorno e Notte, realizzata assieme all’amico Inoki:
Joe Cassano e l’importanza di Inoki Ness
Giorno e Notte è la storia del rap italiano, emblema di quell’hip hop vissuto a pieno da due rapper con la ra maiuscola come Inoki e Joe Cassano.
Quest’ultimo, tuttavia, non ha mai potuto gioire nel vedere fuori il suo primo album. Dio Lodato è infatti stato pubblicato postumo: un disco unico nel suo genere, realizzato da un rapper dotato di un flow e di uno slang incomparabili e che ci ha lasciati davvero troppo presto, all’età di soli 25 anni.
Inoki Ness non lo ha mai dimenticato e nel corso degli anni – molti della sua carriera condivisi assieme al suo storico collettivo bolognese, PMC – non ha perso occasione per omaggiarlo come si deve, anche all’interno del suo ultimo album, Medioego.
Da sempre portabandiera dell’hip hop italiano e molto attivo sul territorio nazionale con la sua Rap Pirata, Inoki ha sempre portato in alto il rap fatto come si deve, fin dai tempi i cui rappava la sua Bolo By Night, un inno generazionale per la gente di Bologna e non solo.
Iconica è stata anche la sua conduzione della prima edizione dello storico contest 2theBeat, tenutasi al Link (ex Isola Nel Kantiere).
Il rap a Bologna negli ultimi anni
Nel corso degli anni abbiamo avuto anche altri esponenti che hanno spinto il rap in giro per la cosiddetta “città dei portici”, chiamata così per gli oltre 35 km nel solo centro storico.
Possiamo nominare Brenno Itani, LamaIslam, Rischio aka Jimmy Spinelli, gli hardcore Kappa-O e Virux (e tutta la Arena051), il gruppo Fuoco Negli Occhi, fino ad arrivare ai giorni nostri dove giovani come Wemme Flow e Akran cercano in maniera differente di trovare il proprio spazio.
Chi ce l’ha fatta è stato sicuramente Drefgold, che tra un successo e l’altro nel 2017 dedicò un brano al quartiere bolognese dove è cresciuto: Massarenti.
Bologna è stata culla di tanti cantautori storici italiani: Lucio Dalla, Guccini, Vasco Rossi e Gianni Morandi sono solo alcuni dei grandi nomi legati alla terra dei tortellini. E la tradizione continua, anche grazie al figlio di uno di loro: stiamo parlando di Tredici Pietro, figlio di Morandi e che proprio l’anno scorso, all’interno del suo EP X Questa Notte, gli ha dedicato un’intera canzone.
Si chiama appunto Bolo, è prodotta da Andry The Hitmaker e presenta al suo interno una citazione alla storica Bolo By Night di Inoki di cui vi abbiamo parlato poco fa:
Bologna è una città viva, dove l’hip-hop è sempre di casa e dove è veramente difficile rimanere senza live rap per i suoi tanti locali dedicati.
Passano gli anni e questa città continuerà ad essere un punto fermo per chi è alla ricerca del buon rap, proprio come cerchiamo di fare noi attraverso le nostre pagine.
Continuate a seguirci.
Testo inizialmente scritto per la Storify di BSMNT 105 e poi rivisto